14 agosto 2025

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Le formiche è uno scoglio piatto di fronte Ansedonia, quasi mai visibile a meno che il vento da nord ripulisca il mare dalla foschia.
Il vento di sud ovest invece porta il rumore dei motori delle barche
puzza di gasolio
prepotenza dei ricchi.
Le zanzare in Feniglia ti analizzano il sangue prima di succhiarlo
forse hanno paura
di chi si è fatto il sangue cattivo
sangue rosso, ad ogni buon conto.
Vado bighellonando prima di arrivare in spiaggia
passeggio e penso
perdere tempo non è mai tempo perso
e che mi piace dormire tra lenzuola comprate usate a Porta Portese
le lavo e le disinfetto, chiaro
i sogni che ci faccio sono mica i miei.
Altro il contesto, i colori
e non ho paura di avere incubi altrui.
Sono sempre i miei i peggiori, mi dico.
Poi penso a un qualsiasi palestinese. A G4za. 4desso.

11 luglio 2025

contemporary

 


Non so che fine abbia fatto il cuore della mia penna
il foglio non sembra preoccuparsene
figuriamoci il tumulto che mi porto dentro
un battito così irregolare non avrebbe giovato
a quelle linee mai una uguale all'altra
quei tondi mai tali
ai pochi punti
le niente virgole,
mai. Come se dover respirare fosse colpa grave tra una frase e l'altra.
Prendo aria
deglutisco e scrivo
vorrei fuoco e speranza. Al contempo.
Vorrei saggezza, meraviglia, empatia, e brillare di
questa condizione umana così complessa.
Scriverei di identità, relazioni, perdita, lutto, tenerezza, verità.
Ma il cuore della mia penna non si trova
né le parole giuste
il ritmo
il senso
una casa di pietra
tra case di pietra
tra gente quieta e ordinata
vorrei un posto dove
se il tempo passa non te ne accorgi
e per me che non porto mai l'orologio sarebbe manna dal cielo
le nuvole mi nasconderebbero al sole e la mia ombra non potrebbe indicarmi l'ora
meridiana di me stesso, inutile come l'orologio che non ho.
Come una penna con un cuore.


on air/ qur'an shadeed : : dreams

19 aprile 2025

soil




Il contadino lo riconosci da come cammina
non per una questione di scarpe grosse
ma per il passo pesante
come se lui il suolo lo aggredisse.
Prima che la terra uccida lui.
Ché chi mena per primo mena due volte.

on air/ dana gavanski : : I talk to the wind

22 marzo 2025

flyin' stones


 

Nel '92 ho trent'anni e non so ancora niente
non ho ancora capito quanto un quadro o una foto, possano diventare la scintilla di una storia: la propria.
Raccontarla, poi, siamo d'accordo sia solo un esercizio ma la sua origine, in effetti, possiamo a tutti gli effetti, ripeto, considerarla oscura e remota. Il prodotto dello scambio di una vocale per una consonante: da caso a caos, per esempio. Oppure uno sfocato dovuto a un errore di apertura del diaframma e d'impostazione del tempo di scatto.
La profondità, quella di campo ma non solo, spesso è frutto di un errore. Tuffati un po' più verticale e ti ritrovi nel verde più profondo che il lago possa offrirti, in Agosto. Nel '92 ho trent'anni e almeno questa cosa della relazione tra verticalità e profondità l'ho capita. Grazie al verde e alle estati del lago.
Nel '92 ho trent'anni e scatto foto sbagliate. Qualcuna ora mi accende.
Le parole dei pittori sono povere rispetto alla loro pittura
A trent'anni le parole che uso non riescono a descrivere quel che mi succede e oggi, dopo trentatrè anni, la vita intera del povero Cristo, mi sono convinto che chiunque scriva ciò di che gli è accaduto nel corso del tempo operi una finzione proprio per l'inadeguatezza delle parole. Cionondimeno sento di doverlo fare e proprio mentre guardo una foto di oltre trent'anni fa.
Il Bianco&Nero lo considero il colore dei ricordi perché da due colori si generano infinite combinazioni di grigio delle quali nella realtà possiamo percepirne qualche centinaio solamente, comunque bastevoli a descrivere a noi stessi, nel cassetto dei ricordi, tutte le sfumature di cui sono fatti. Nel '92 ho trent'anni ma lo so che il tempo dentro di noi la modifica la realtà, di quell'attimo pieno di colori e luce calda resteranno impressionate le nuances, le luci e le ombre. Contorni che gli anni confonderanno sempre più, volti che non riusciremo più a rammentare, sfocature. Sfumature di bianco e nero.
“Tanto vale prendere un Hilford 400 ASA” devo aver evidentemente pensato. Poi apro troppo senza calibrare la macchina fotografica sulla sensibilità della pellicola. Sbaglio foto spesso e altrettanto non trovo le parole ma alla fine sono loro a trovare me. Quando sono in mutande e non ho ancora preso il caffè.
Nel '92 ho trent'anni, Thelonius Monk e Husker Du in cuffia, il pallone mi ha fatto un callo sull'anulare, tra prima e seconda falange che quando gioco a pallacanestro si apre. Sanguino ed è maglie sporche e sudore e tanto altro che conosce solo chi ha imparato che giocare, come vivere, è questione di ritmo. Nel '92 ho trent'anni e una ragazza bellissima accanto. Adesso che ci penso non ci ho mai ballato.

on air/ interpol : : slow hands

24 novembre 2024

talkin' quietly

 



Il sapore che resta non è lo stesso di quando dovevi correre, poi.
E il profumo della pelle bagnata, le domande che ci scivolavano sopra
mentre intorno tutto ascoltava attentamente ogni risposta.
L'amore vero aspetta
e in ogni attesa si nasconde il desiderio
mia madre mi diceva di non avere fretta
mio padre chiedeva giudizio
io di restare ancora un po' a letto, dopo la sveglia.
Mi piace l'odore che persiste
chiuse ancora le finestre, prima del caffè.
Così da continuare a percepirli, in qualche modo, i sogni.

on air, sun kil moon : : carry me ohio

8 settembre 2024

Lovin' Cicolano and sweat, reprise



Rallenta il respiro
il battito si dirada
foglie di menta tra le dita, ci gioco a passi lunghi.
Aroma persistente.
Ai lati fiori di lavanda, sul sentiero pietrisco e niente tracce.
Anche volessi seguirmi, a scanso. Comunque.

2 giugno 2024

(l'amore che) non accadrà




La bellezza nei gesti minimi
eleganti anche appena sveglia
quelli spiati di nascosto
un occhio fuori dal cuscino, l'altro ancora perso nei sogni tuoi.
Lasciati lì a diradarsi piano, prima della sveglia.

on air, genesis : : afterglow