9 dicembre 2022

Un racconto di Natale


Qualcuno ricorderà quello di Auggie Wren in Smoke, scritto da Paul Auster e raccontato da Harvey Keitel con un William Hurt a dir poco commovente ad ascoltarlo. 

"Le cose più preziose sono più leggere dell'aria." 

Come il fumo delle sigarette, quelle che ho smesso da un bel po'. O come i ricordi.

Quelli non smettono, si trasformano e si mescolano. 

Vedemmo il film appena uscito, appena sposati. Le era piaciuta tanto l'idea di una foto al giorno, sempre alla stessa ora, dallo stesso punto inquadrando sempre il medesimo incrocio. Cambiava la luce del mattino in dipendenza della stagione o delle nuvole. Cambiavano le persone che attraversavano a piedi restando intrappolati nell'impressione della pellicola. 

A volte ho l'impressione di essere intrappolato in un gioco simile, attraversare una strada, guardare sempre gli stessi volti, fermarmi un attimo sempre negli stessi occhi, poi ricominciare. Cambiano le stagioni, corrono le nuvole, Natale si avvicina e io un racconto nuovo non ce l'ho. Chissà se mai.

Oggi ho fatto l'albero ed è la prima volta che decido di farlo. Da solo. 

Naturalmente è uno schifo.

Non l'albero. No. 

"Folle è il mare per non poter morire con una sola onda"

Chiedo alla luce, mi risponde l'ombra

un viaggio che non è discesa agli inferi né ascensione

Giro e giro, di estasi e vertigine 

le persone difficili non mi spaventano e non le considero la misura di quanto mi piaccia vivere.

Così dal tramestio continuo che ho nella testa cerco gli occhi giusti da incrociare, anche solo per un attimo. Il viso giusto da ricomporre nella mente. I suoni e le parole di un racconto nuovo.

Che parli di nuvole, di un cane che dopo aver abbaiato alla luna mi si acquieti accanto

Un racconto che sia tutta luna piena meno un po', quella fuggita via per il cane o nascosta dalle nuvole non importa.

D'istinto o consapevolezza, magari non voluta, evoluta o risolta nella parola, più di campo che non di pancia & cuore, fiore, amore, languore. Racconto da cantare, masticare, poi sputarlo via lontano.

Un racconto nuovo. Anche se è quasi un'altra volta Natale.

30 gennaio 2022

Dopo la pioggia, l'aria


La pioggia profuma la terra asciutta, anche se caduta comunque evoca cambiamento e rigenerazione.
Petricore, si chiama il fenomeno odoroso.
Piango ogni giorno, da mesi ormai. A volte anche più volte al giorno ed è impossibile trattenermi, posso solo nascondermi dietro un angolo o sotto il cappuccio della felpa. Difficile però che succeda quando sto con altre persone. Agli altri riservo le parole che germogliano, dopo. Le riordino, spesso in maniera poco comprensibile a una prima lettura, in questa sorta di giardino che è il blog.
la penna una vanga. Fatico, sudo e piango. Che non si abbia a distinguere tra lacrime e stilla. Entrambe cadono giù, fino a bagnare il cuore. Respiro, continuo a scrivere e mi profumano l'aria intorno.

on air/ husker Du : : I apologize

art : : xophje