Toc! Toc! - poi una voce spazientita -Aprite! Chi c'è lì dentro?Ehm...signora, ci sono io adesso...e non posso proprio aprirle
massì, ma facciamolo un piccolo passo indietro:
Quando hai figli anche senza avere il fisico, fai i salti mortali, trovi soluzioni immediate a problemi complessi, la vita cambia e diventano loro il centro del mondo. Trovi estremamente divertente, infine, avere a che fare con esseri piccoli, dalla testa enorme che parlano una lingua vagamente comprensibile e che comunque fanno discorsi da ubriaco.Nel caso in cui i figli non dovessi riuscire a farli diventa tutto molto complicato: medici, analisi, esami i più disparati, e disperati si ha a che fare con prescrizioni dai nomi che non promettono niente di buono.
Questa è una storia vera, realmente accaduta a un padre che credeva nella scienza, che tutto si sarebbe aggiustato e, soprattutto, che mai la realtà avrebbe superato la fantasia...ma tant'è. In un breve arco temporale, ossia dalle otto zero zero alle otto zero cinque ogni suo convincimento ebbe a traballare.
La non più giovane coppia con difficoltà riproduttive si trovò costretta a chiedere un consulto al reparto “Infertilità” di un noto ospedale della capitale. La location era tutta un programma, situato in un seminterrato con finestre vista sui tubi del riscaldamento centralizzato. La prima visita si era risolta in un colloquio e la revisione dei referti di una smodata quantità di analisi ed esami cui la signora si era sottoposta in precedenza e si era conclusa con un laconico: Per quanto riguarda la signora sembra sia tutto a posto, lei piuttosto – rivolgendosi al marito – venga domattina alle otto per l'esame del seme.
Così aveva detto l'anziana dottoressa direttrice del reparto, alle sue spalle una specializzanda occhialuta e cicciottella aveva annuito come a dire: vedrà...è in ottime mani e tutto andrà per il giusto verso.
Il giorno seguente, poco prima delle otto, il pover'uomo era posto di fronte allo sportello dell'infermiera di turno, un donnone con uno strano ghigno sulla faccia, quasi il presagio che nulla di buono s'approssimasse. Lui non ci fece caso.
Ehm...buongiorno
Mh!
Dovrei...esame del seme...stamattina...le otto…
Va bene...mi dia il campione
Ehm...Eh? Quale campione?
Nessuno le ha detto di portarlo da casa?
Ehm...nossignora
Va bene...tenga.
Ehm...cosa sono?
Chiavi...non ne ha mai viste?
Sì, ma chiavi di cosa?
Sono le chiavi del ripostiglio delle scope, tenga anche questo...è un contenitore sterile e se ne ha bisogno tenga pure questo catalogo del Postalmarket.
Ma...è seria?
Cosa credeva...di essere in uno di quei film americani col salottino, il privéé, la tivvù coi filmini porno? Vada! ...e torni col campione!
Il ripostiglio maleodorava di stracci ancora umidi, ingombro di scope, secchi e scopettoni ma, soprattutto, buio. Si fece coraggio, si aggiustò in modo da poter sfruttare quel poco di luce che veniva da una finestrella, sopra la porta. Cercò l'ispirazione tra le pagine del Postalmarket, andò diretto alla ricerca dell'intimo femminile. Giunto alle ciabatte da donna si andava diretti ai pigiami da uomo, si rese conto che qualcuno aveva strappato un tot di pagine, quelle utili. Buttò il catalogo, chiuse gli occhi, cercò nel suo residuo immaginario erotico sbiadito da una situazione ormai degenerata. Cominciò. Dopo qualche minuto di prove e tentativi si rese conto di esserci quasi.
Cioè..era lì.
Era proprio lì lì, quando…
Clank! Aprite! Chi c'è lì dentro?
Ehm...signora, ci sono io adesso...e non posso proprio aprirle
Avanti! Apri! Che devo fare il corridoio e mi servono straccio, secchio e scopettone.
Signora...adesso non si può...non...non...a proposito... Signora..mmhhh?
Cosa?
Quanti anni ha?
Cinquantaquattro, a Novembre...perché?
Me lo dica di nuovo...un po' più dolcemente, diciamo che ventimila lire sono sue se me lo ridice in modo un po' più sexi, eh?
Come?
Sì...come le signorine mezze ignude al telefono, di notte, in tivvù...ha presente?Cinquantaquattro, a novembre - con voce roca e un tantino imbarazzata - scorpione...e ventimila sono poche.
Signora...le signorine con voci moooolto più sexi della sua prendono milleduecento lire al minuto, incluso lo scatto alla risposta.
Ventimila è poco...facciamo cinquanta
Venticinque...
Trenta? Il costo del ticket.
Ok, andata...cosa indossa?
Beh...il camice azzurro da inserviente
Signo'...nzestamo a capì...mpo' de fantasia peffavòre
Ok...ho indosso un tubino nero.
Ohhh...brava, meglio…
Tacco dodici…
Ohhh...sì
Autoreggenti velate…
No! Quelle no…
Ok, aspetti...un attimo che mi risistemo la calza con la riga, sa la guepiere a volte fa i capricci
Mmmmhhh...sì, sì...così
Pizzo nero, sotto
Ohhh...mmmmhhh...sì..sì...sìììììì..ohhhh!
Uscì col contenitore non più sterile in una mano e le trentamila nell'altra, a malapena incrociarono gli sguardi, lei prese i soldi ed entrò nel ripostiglio, lui prese il corridoio.
A un tratto si fermò, si voltò, tornò indietro e la baciò.
Lei rispose al bacio.