31 agosto 2005

pezzetti

pezzetto#1
dicee: "me sà che mme sto' a rincojonì, te la ricordi l'architetta, quella co' le sise grosse?"
dicoo: "..'mbè?"
dicee: "nun riesco a ricordammela de faccia.."
dicoo: "..tranquillo, nun è la memoria..è che nun ce sei mai arivato a guardajela la faccia.."
dicee: "..ah.."
dicoo: "..eh!"

pezzetto#2
nella sua punto gialla l'uomo in ritardo al lavoro arriva al semaforo ancora verde quando all'improvviso un operaio sporco di calcinacci, col cappello di giornale in testa, attraversa la strada costringendolo a frenare. Ormai il semaforo è ben oltre il giallo e deve fermarsi, l'uomo in ritardo lancia uno sguardo d'odio verso il manovale, altro tempo perso per i cazzi di un menefreghista maledetto, pensa. Il manovale si sente osservato, forse percepisce il peso di un terribile anatema scagliato sulla sua persona, si volta ed incrocia gli occhi iniettati di sangue dell'uomo in ritardo. Si sente aggredito da quello sguardo, vede il semaforo ormai rosso, capisce di aver procurato un danno e non trovando nient'altro da dire si giustifica: "..che vvòi?..io stò a lavorà..chettecredi?!"
"ecc'hai raggione.." risponde l'uomo in ritardo dopo aver abbassato del tutto il finestrino. "..io invece me vado a divertì..c'ho appuntamento co' tu mojie...famme annà sinnò faccio tardi!"

...l'estate è davvero finita, sono tornati proprio tutti in città, anche i peggiori.

on air/suzi quatro::born to run via copy,right

29 agosto 2005

quadri di un'inibizione

guardo una goccia d'acqua appesa al rubinetto.
ricordo che desideravo pioggia, danzando intorno ad un fuoco indimenticabile, o un assorbente interno per un flusso di coscienza troppo abbondante, quando sorpresi le mie dita a fare surf fra le onde dei suoi capelli.

on air/bjork::hyperballad via berkeleyplace

27 agosto 2005

me my & why

nel deserto della mia anima
dove tengo nascosti i segreti
il tuo nome è un pugno di sabbia negli occhi.
fra i ricordi
la tua bocca mi ri_morde.

on air/john vanderslice::me and my 424

23 agosto 2005

eros & autobus

Quella mattina lui aveva gli occhi incollati alle goccioline di pioggia sul vetro mentre fuori il traffico scorreva lento. La sentì arrivare piano alle sue spalle, provò ad immaginare un capo d'abbigliamento che cadeva a terra ad ogni metro che s'avvicinava, camicetta, gonna, quella bluette della divisa del supermercato dove faceva la cassiera, l'aveva vista proprio lì la prima volta, poi i collant. Ben nascosto tra clacson e rumori riuscì a sentire il suono del gancio del reggiseno che si slacciava, si morse un labbro ed un brivido profondo lo scosse. Quando sentì realmente il suo profumo diffondersi intorno a lui, si accorse che i pantaloni contenevano a stento ormai la sua erezione, lei era davvero speciale, se n'era accorto immediatamente e per questo l'aveva seguita, subito. Lei bisbigliò qualcosa al suo orecchio, lui non comprese, sentì solo il calore del suo alito sulla pelle ancora fresca di dopobarba e questo lo portò ad un punto di non ritorno. Infine lei lieve lo toccò su una spalla, lui inaspettatamente venne. Lei chiese dolcemente: "mi scusi, scende alla prossima?"

21 agosto 2005

apologia di beato

globalipnotizzati ad occhi ben aperti prendono la mira
biodiversità faccia a terra
dev'essere certamente questo il posto sbagliato
il momento sbagliato
congiuntura ed astri non mentono
esistenze in telepromozione
emozioni delocalizzate
il cuore dello stato è un 24 pollici
non basta portare l'attacco col telecomando

on air/husker du::erase today

18 agosto 2005

fratture

arreso. cado in ginocchio, mento sul petto mani al cielo. non c'è un prima, un dopo o l'attimo in cui.
tutto fluisce come sempre, come chissà da quanto
dopo aver nuotato striscio, vado carponi infine mi alzo, come l'ontogenesi rispecchia la filogenesi
sotto il sole resto ad ascoltarmi mentre tutto continua a muoversi sulle tracce di uno sviluppo embrionale così misterioso,
su strade senza nome.

on air/offbeat::where the streets have no name    via hush

16 agosto 2005

power out

dai monti il vento del dopopranzo getta grandine sulla sigaretta del dopocaffè, comunque resto affacciato a respirare aria elettrica e a togliere palline di ghiaccio dal davanzale, con piccoli colpi delle dita, giocando a boccini. poi il rumore forte della pioggia apre un'inutile spiraglio nel riposino della signora di fronte, si preoccupa e sbadiglia ancora mentre ritira i panni stesi fuori, poi scaricato alla rinfusa l'ammasso candido su una sedia o sul tavolo di cucina, ciabattando tornerà a letto. almeno fin quando il campanile batterà tre tocchi, ci sarà un altro caffè prima di mettersi a stirare. la scorsa settimana ero a punta aderci, la spiaggia, orme di gabbiano sulle dune, l'acqua cristallina e ferma, raggi di sole obliqui negli occhi mentre giro la testa per prendere aria prima di un'altra bracciata. l'acqua diaccia che il cielo mi spruzza sul viso non toglie la smorfia, una sorta di sorriso, mentre ripenso a quel giorno, contento e circondato dal mare come l'isola di pasqua.

on air/arcade fire::neighborhood#3 (power out_august session)      via stereogum

13 agosto 2005

la sfiga ci vedrà pure benissimo ma...

jaroslav

un gioco da ragazzi, infilarsi dietro uno degli inquilini ubriachi che rientravano a notte fonda, non facendosi notare e sgaiattolare dentro il portone. una rampa di scale e poi porte tutte uguali, una delle quali sperava lo avrebbe introdotto in un bengodi fatto di televisore al plasma, radiolettoreciddìemmeppittrè spaziale, un orologio d'oro, magari un rolex, bracciali ed anelli, argenteria, e se fosse stato davvero fortunato avrebbe trovato i contanti nascosti in qualche vecchia padella riposta insieme alle scope e ai barattoli di conserva. qualche difficoltà invece la porta, scelta sulla base di nonsisacquale ragionamento, la diede, eccome. raccolse coraggio e incoscienza, le agitò insieme ad un bel po' d'energia e con un calcio secco la sfondò.

gianluigi

capelli corvini e poca dimestichezza con divieti e proibizioni, si aggiunga a ciò uno spirito giovane e battagliero. quella sera tornato a casa stanco, dopo una giornata di lavoro in cucina come cuoco, desiderava solo togliere le scarpe e un paio di foglie da una delle sue piante di marijuana, metter su un po' di buona musica, i piedi poggiati sul puff di fronte al divano, birra gelata e una tromba a due cartine. giunto nell'atrio sentì le voci degli inquilini al piano di sopra, il suo piano, fece rapido le scale mentre le voci diventavano sempre più comprensibili. "...ladri..sfondato la porta...carabinieri...arrivando.." distinse più chiaramente, "occazzo il mio appartamento.." pensò ad alta voce quando vide com'era ridotta la porta. "le piante di ganja.." rabbrividì.

il capitano rivelli

scapolo, calvo precoce, mente pronta e moralità elastica. Dopo aver prestato servizio per qualche anno in un paesino dell'entroterra ligure, aveva chiesto il trasferimento. Non perchè si trovasse male, intendiamoci, anzi era conosciuto ed apprezzato da tutti, ma, quando metteva su un posto di blocco vicino la statale ed alzava la paletta per fermare gli automobilisti, questi che ben lo conoscevano, credendo che stesse salutando, ricambiavano con sonore strombazzate, senza naturalmente fermarsi. Lui, che comunque avrebbe dovuto fare rapporto su quanti e quali automobilisti aveva fermato e controllato, disperato, finiva al bar davanti ad un triste biancosarti senza scorza di limone. Quella sera, finalmente, era al suo primo intervento dopo il trasferimento in città. "Un semplice caso di furto con scasso.." pensava, mentre l'appuntato Gargiulo alla guida della gazzella sembrava stesse correndo in soccorso di una qualche principessa aggredita magari da un drago sputafòco. "Gargiù, checcazzo, mica è morto qualcuno..rallenta!" disse perentorio.

epilogo

Gli inquilini ascoltarono quello strampalato dialogo a tre voci sul pianerottolo senza capire bene perchè i carabinieri volessero portare in questura il giovane gianluigi, tantomeno comprendendo il motivo per cui questi ultimi fossero giunti a piedi, trafelati e discutendo animatamente tra loro.
"Ma sono io la vittima del furto con scasso..."
"Se lei non rileva l'assenza di alcun oggetto non possiamo parlare di furto.."
"Ci spieghi piuttosto perchè questi vasi sono coperti con le buste dell'immondizia.."
"Capita'..ma questa pianta non è..?"
"Gargiulo stai al tuo posto chè hai combinato abbastanza casini per stasera.."
"..ehmm..ma non è mica un reato, non vado in giro a venderla..è per me, sapete io un lavoro ce l'ho.."
"Queste vengono in centrale..e pure tu, magari sei stato sfortunato, ma non possiamo far finta di niente.."
"Capita'..ma come ce lo portiamo in centrale che la macchina è distrutta?"
"Se trovo lo stronzo che mi ha sfondato la porta di casa mettendomi in questo casino lo ammazzo.."
"Bravo..così poi ti dànno pure omicidio preterintenzionale oltre a detenzione di sostanze stupefacenti.."
"Gargiulo..non gli daranno niente, stattene tranquillo..chiama piuttosto la centrale..che mandino un'altra auto a prenderci e un carrattrezzi a recuperare la gazzella..quanto a te..in centrale per accertamenti ci vieni..e con le piante."

ringraziamenti

Lo zingaro Jaroslav ringrazia il personale medico e paramedico del pronto soccorso, in ispecial modo il reparto ortopedico e la sala gessi, dove con perizia, dopo aver ridotto una frattura del terzo distale del perone, lo dotavano di gambaletto gessato per 30 gg. Gianluigi ringrazia il capitano Rivelli, il quale compresa la situazione delicata, valutata la cospicua sfortuna del malcapitato giovane, lasciava cadere le accuse di detenzione e provvedeva all'immediato rilascio nonchè ad ordinare la distruzione delle piante. Il capitano Rivelli ringrazia Gargiulo, il quale in preda al senso di colpa conseguente all'incidente dovuto all'alta velocità, lo invitava a cena in casa propria. Il caso, ancora lui, voleva che contestualmente fosse ivi presente l'avvenente Marisa, sorella della moglie nonchè sua cognata, anch'ella da sempre sensibile al fascino della divisa. Gargiulo ringrazia le piante...la loro distruzione và a rilento: un po' alla volta, diciamo un paio di foglie.

silver virginia

una giornata come una sigaretta artigianale, pessima qualità della cartina che si scolla di continuo, magari un tabacco troppo umido o più semplicemente rollata male fin dall'inizio. chissà. di tanto in tanto si spegne.

una settima diminuita? è un tono minore, magari s'aggiusta con una nota di protesta..

affidabile come una donna con poche amicizie maschili.

quieto il mare in un giorno di bonaccia. bambini sotto gli ombrelloni, niente palla o racchettoni, giovani distesi sul bagnasciuga. asfittico, in buona sostanza.

dietro il verde stinto di latte di un tropical s'intravede G., i dreadlocks più lunghi dell'alto vastese. ci piace, la sera, chiedergli un cocktail ogni volta diverso, a suo piacimento, semplicemente mimando il movimento dello shaker. G. è un agitatore nato.

le mie inquietudini galleggiano in un'aria calda e ferma, anche un moscerino nel mio bicchiere..osteee!