18 dicembre 2005

untitled

corro
e non so dove
(cadere)
epifanie distorte
le mie mani, l'intenzione
sono il lupo che s'aggira di notte in cerca di droga
sono la malìa di farfalle che innamorano foglie
posso carpire parole
metterle in ordine a guardia del cuore
sangue che batte forte nelle vene
puro
malgrado l'aria che respiro
è questa la mia foresta e questo è l'orrore
corro
pazzo
di notte
sono il bastone che il cane non vuole rincorrere
sono lo sguardo feroce del suo padrone
scarpe che calpestano foglie
la scritta sul muro che nessuno cancella
sono la falce
sono il martello
come un lupo di notte in cerca di droga

on air/interpol::untitled (velapene screen remix)

5 dicembre 2005

heaven on their minds

l'altra metà del cielo promette pioggia
foglie e farfalle nel vento
l'altra metà del letto è fredda

on air/elbow::teardrop (massive attack cover)

qui c'è un bellissimo live set degli arcade fire.

29 novembre 2005

soggettiva

vedo sempre lo stesso posto, la stessa gente.
entra uno nuovo, tutto coperto e trema appena.
ha freddo anche se qui dentro i riscaldamenti vanno a mille, è l'effetto dell'adrenalina.
si agita e urla qualcosa, la gente in fila si gira a guardarlo, qualcuno sviene, altri cadono in ginocchio.
io continuo a guardare la scena.
un uomo in divisa e giubbotto antiproiettile interviene. si guardano e gridano, si guardano negli occhi e gridano, ma non posso sentire cosa.
uno è pagato poco, l'altro disperato, entrambi armati. dovrò essere testimone di chi sarà il più veloce a sparare.
sono una telecamera a circuito chiuso, d'altra parte. in bianco e nero e senza audio.


on air/johnny cash::personal jesus (depeche mode cover)
ricki gianco & robert wyatt::hasta siempre comandante

24 novembre 2005

don't touch don't look don't feel

c'è sangue sul tetto della mia casa in urano
un cane ha abbaiato alla luna ed è venuto giù il cielo
sono stelle sul selciato
i resti di un parabrezza rotto.

on air/nickel creek::best of luck

21 novembre 2005

italian digital (in the eye)

ho un rapporto con la spiritualità difficile da decifrare, provando a fare daimoku, il mio corpo astrale mi ha messo un dito nell'occhio. forse era l'intonazione del "nam myoho renge kyo" che non gli piaceva, vàssapere..

proprio belli, atmosfere lievi, levigate e senza fare uso di tecnologia digitale, si chiamano infatti american analog set e sull'almanacco di bradley c'è un loro intero concerto.

on air/american analog set::hard to find

18 novembre 2005

fuori continuity

Un cappotto al posto della lingua, il cuore nelle scarpe, prese tutto il coraggio che gli restava, si alzò, ci camminò sopra. E si spogliò simbolicamente della proiezione di Marylea che gli era rimasta addosso e, materialmente, di vestiti sporchi e maleodoranti. Una doccia non l'avrebbe rimesso in sesto ma almeno sarebbe potuto restare accanto a se stesso senza turarsi il naso.
Quando era un ragazzo che si grattugiava le ginocchia sull'asfalto del playground giocando a pallacanestro con i suoi amici del quartiere, rimaneva tanto di quel tempo, immobile, sotto l'acqua calda e col viso all'insù, a bruciare, che la mamma ogni volta doveva chiudere il rubinetto del boiler per farlo smettere. E poi gli urlava contro per troppo tempo, a suo avviso. Si dileguava uscendo dalla finestra della sua camera al pian terreno, lasciandosi alle spalle vapore ed ire materne. Insieme a Marv formavano la coppia di guardie bianche più lente, litigiose, rompicoglioni, fallose e più forti che quel campetto all'aperto avesse mai conosciuto, e i loro compagni di colore non potevano fare altro che provare a saltare più di loro, schernendoli, schiacciare dopo piroette ed avvitamenti spettacolari, battere cinque nei modi più originali, ma quando si trattava di provare a fermarli non c'era proprio verso. Gli concedevano spazio e quelli tiravano e segnavano, gli stavano addosso e quelli passavano come nessun nero sapeva fare, pressavano e quelli penetravano e scaricavano dopo finte che il diavolo stesso, dopo numerosi clinics, ancora era lungi dal concepire. Mel era un tiratore mortifero, lento e macchinoso ma con un senso del ritmo ed una percezione della velocità dell'avversario degni di un giocatore veterano, a Marv invece piaceva andare a prendere posizione vicino al canestro quando era marcato da uno grande come lui. Col fisico e un po' di cattiveria agonistica riceveva la palla e allora sfoggiava un repertorio di movimenti atipici, finte, tiri sottomano, parabole altissime e improbabili carambole usando il tabellone che finivano sempre dentro. E gli amici a bocca aperta, massimo rispetto, cinque alto e pacche sul culo. E tanti dollari quando crebbero e cominciarono a giocare per scommessa...

on air/the moore brothers::air and I

15 novembre 2005

carichi (indie)pendenti

una polluzione notturna è un po' come farsi l'amore addosso.

on air/the notes & the scratches::the hours
         dogtraders::minister and man

12 novembre 2005

io non sono razzista

(piccolo estratto da una lettera al mio amico dracs in occasione del suo quarantesimo compleanno):
(snip!)..ieri ho passato più di un'ora collegato col satellite che mi dava immagini di roma ad ogni click sempre più definite e ravvicinate un'ora a guardare il mio quartiere così piccolo, il mio palazzo (col doppio degli abitanti di castelguidone) così minuscolo, la mia vita così irrilevante vista dall'alto. e se penso ad un satellite immaginario collegato con gli avvenimenti odierni che mi dia la prospettiva storica, politica, reale, non credo che i giovani francesi abbiano tutti i torti. se penso alle politiche coloniali, ai disastri dell'urbanizzazione, ai progetti urbanistici approvati solo in funzione del profitto che diritto ho io di censurare la rabbia di un giovane magrebino? l'altra sera a ballarò rocco buttiglione ha cercato di rassicurare gli italiani che una simile situazione è improbabile, perchè il nostro paese è multicentrico, cioè è costituito da tanti piccoli e medi centri, non da grandi città (ma..e roma? milano? torino? genova? napoli? palermo? non credo sia una questione di quante persone ci siano in una periferia ma di quanto siano disperate)..dice che lui l'italia la conosce bene, per questo comincio a farmi un giro verso carsoli, chè lì pare che le case ancora costino poco. e di seguito pensare al compagno cofferati e al concetto di legalità mai disgiunto da quello di giustizia. io caro dracs le ruspe le avrei usate per radere al suolo le ville dei palazzinari, dei condonati e dei condonanti, costruite con soldi fatti in maniera ingiusta e illegale. e ci butterei pure il sale sopra. anzi, meglio, le trasformerei in scuole e centri d'accoglienza. quarant'anni fanno anche pensare a questo, non ad una sconfitta ma ad un'irresistibile voglia di continuare a.
ieri il mio amico dracs ha compiuto quarant'anni..beh..auguri.
ps e comunque la vita un'altra opportunità ce l'ha concessa, magari le nostre figlie ci riescono davvero a farla la rivoluzione.

io non sono razzista
pensavo stanotte prima di addormentarmi
io non sono razzista
e visto che stamattina mi sono accorto che nottetempo l'hanno fatto di nuovo, stavolta narcotizzando me, mia figlia e mia moglie penso che, no..
io non sono razzista
hanno rubato i soldi che mi servivano per arrivare a fine mese lasciandoci tutti col culo per terra ma
io non sono razzista
e anche il cellulare che mi serve per lavorare (sottolineo lavorare) tutti sapppiano che io, no..
non sono razzista
bianco, nero, giallo
io non sono razzista
italiano, rumeno, albanese o chiunque tu sia stato, se mi fossi accorto e svegliato ti avrei spaccato comunque la faccia.
stronzo.

10 novembre 2005

(*) anche antonella elia, però..

quel vecchietto lo vidi una volta che parlava con la macchinetta del fast pay al supermercato, forse rispondeva per educazione. qualcuno ha sbagliato a scrivere il suo nome sull'annuncio funerario il che mi fa pensare a quanto sia stato sempre frainteso.

qui la seconda parte della complete idiot’s guide to genesis, dove c'è un pezzo di quasi trent'anni fa cui mi riferivo di qua

altre associazioni con vecchi post ieri sera durante la baruffa tra antonella elia e daniele interrante.

ho scritto una mail a chiaraaa per informarla di una cosa tennologgica..lei m'ha risposto, assai gentile, con tutt'altri argomenti. mi piace quella donna. si sappia.(*)

8 novembre 2005

crushed like a bug in the ground

Shell smashed
Juices flowing
Wings twitch
Legs are going
Don't get sentimental
It always ends up drivel
One day I am gonna grow wings
A chemical reaction
Hysterical and useless
Hysterical and...
let down and hanging around
(radiohead_let down)


è rosso
sotto la pelle
al centro della terra
sotto gli occhi ancora bagnati di pianto
il mio cuore.
un inferno.


on air/un pugno di covers..

herbie hancock::all apologies (nirvana cover)
evanescence::heart shaped box (nirvana cover)
the bad plus::smells like teen spirit
tori amos::karma police
tori amos::smells like teen spirit
offthebeat::let down (radiohead cover)

4 novembre 2005

blog the casbah (splinder è rock?)

l'attacco a splinder mi ha fatto pensare ad un piccolo tutorial su come mettersi in proprio. non che abbandonare la piattaforma splinder, blogspot o qualsiasi altra, possa mettere al riparo da attacchi, ma vivere nascosti talvolta può aiutare, attaccare infatti una piattaforma che ospita migliaia di blog sicuramente ricompensa il cracker con una visibilità maggiore rispetto all'attacco di un sito singolo, e soprattutto responsabilizza maggiormente rispetto le problematiche della sicurezza in rete, dato che si diventa gli unici artefici del proprio blog.
con questo non voglio assolutamente dire che splinder faccia schifo, tutt'altro, resta la piattaforma ideale per chiunque voglia mettere su un blog in cinque minuti anche senza, o con poche, nozioni tecniche, prova ne è il numero dei blog ospitati, e per questo, a mio parere, merita gratitudine.
primo passo: registrarsi su altervista avendo così a disposizione uno spazio gratuito che supporti il PHP. 100 mb di spazio sembrano pochi ma in realtà permettono di pubblicare molti contenuti in forma testuale.
secondo passo: scaricare da qui il file compresso di un programma abbastanza semplice, leggero e tradotto anche in italiano, simplePHPblog che non richiede perl nè database mysql al contrario dei content management system più conosciuti come wordpress o movabletype.
terzo passo: decomprimere il file.
quarto passo: con una sessione ftp, caricare sullo spazio ricevuto da altervista i file decompressi. e qui apro una parentesi: io ho scompattato il file in una directory che ho chiamato /blog ed ho fatto l'upload dell'intera directory cosicchè, ad esempio, l'indirizzo di BTT è risultato essere http://stillpoint.altervista.org/blog. per avere invece un indirizzo del tipo http://vostronickname.altervista.org bisogna scompattare il file in una directory vuota ma successivamente fare l'upload, nella directory principale di altervista, di un elemento (files e cartelle) alla volta. altra piccola precisazione: in un qualsiasi programma ftp come questo oppure questo, nella barra degli indirizzi si scriverà vostronickname.altervista.org, nello spazio per il login il vostro nickname, la password del vostro accesso ad altervista ed il numero della porta 21, dopodichè, una volta connessi sarà possibile fare il caricamento dei files di simple blog.
quinto passo: lanciare il browser preferito (la mia assoluta preferenza va a firefox) e digitare l'indirizzo del sito.
sesto passo: seguire le istruzioni che compariranno sul video.

inoltre qui si possono trovare informazioni, templates e risorse in italiano. su questo forum è possibile collaborare al progetto, trovare altre informazioni oppure chiedere assistenza, sempre in italiano. sul blog di deMo ci sono risorse sui fogli di stile ed alcuni templates. infine qui un tutorial in italiano sui CSS, per chi volesse cimentarsi nella creazione o nella modifica di templates.

on air/rachid taha::rock the casbah

2 novembre 2005

from genesis to exploitation

mi copro con le note della mia infanzia
c'è già la reclame del panettone in tivvù
ed io comincio ad avere freddo..

quel che succede qui dal minuto 4 e 46 al settimo e zero due m'ha sempre fatto pensare allo stato d'animo di gesù nel tempio, chissà perchè..

650.000 morti, più di un milione di mutilati, senza contare il danno biologico per vedove e orfani. questo il prezzo della prima guerra mondiale, oltre, altra cosa non di poco conto, alla creazione di un terreno favorevole all'avvento del fascismo. a voler fare i conti con la nostra storia, il 4 novembre io non festeggio.
semmai mi metto il lutto..

vi eravate accorti di splinder violato?

update..on air/arcade fire::cold wind.. colonna sonora di 6 feet under, in tema col freddo e con il lutto di cui sopra.

25 ottobre 2005

da grande diventerò un audioblog

divertenti e creative common.. full load of king::the breather via starfrosch

se vi piacciono i sigur ròs..po-pad::starcaster .. poi, altre qui

marta sui tubi::perchè non pesi niente..il video (voto 10 alla location)

ascoltare a ripetizione.. Summerbirds In The Cellar:: Strange Answers

..e caldamente raccomandati.. The Tall Dwarfs::pirouette  via my old kentucky blog

buon ascolto.

24 ottobre 2005

guardami spingimi (see me feel me )

Curve sinuose, rettifili plumbei, nuvole smussate da un cielo di metallo, consumo chilometri con lo sguardo oltre.
stringo il volante un po' di più, aggrappato perchè trovo più logico dileguarsi che muovere guerra alla vita, a rischio di rimanerne uccisi.
nel rorshach vivido dei suoi occhi non ci vedo farfalle o foglie, mi ci specchio, invece.
quando il rosa invariabilmente vira nel blu, lascia macchie sull'ultima camicia pulita rimasta nel cassetto, non è aura quell'alone che la foto kirlian evidenzia. solo un cattivo candeggio.

on air/MartaSuiTubi::perchè non pesi niente  via el rocco

23 ottobre 2005

just a castaway

a year has passed since I wrote my note
(and I am Still)
sendin out at an SOS

20 ottobre 2005

di nodi, pettini e dottori

il nodo s'è sciolto in un bel codice verde al pronto soccorso, con pettine fatto di TAC cranio ad eliminare il sospetto di qualcosa di grave. vabbè..sorvolo sull'avventura giocata sul sottile filo che separa il dramma dalla commedia, diciamo solo che le quattro risate che mi son fatto in quel girone dantesco sono state sicuramente più terapeutiche del nonsòccosa che un'avvenente infermiera m'ha fatto gocciolare sotto la lingua. ora m'attendono elettrocardiogramma ed ecocardiogramma, un'igiene di vita maggiormente consona ad un quarantenne, mentre io mi sento come un giocattolo in procinto di rompersi circondato da un'intera classe di bimbi dell'asilo che mi guarda.
e non vede l'ora di giocare con me...

on air/sufjan stevens::the seer tower via veritas lux mea

..che dedico all'infermiere del triage che travisando la sintomatologia, m'ha fatto rimanere lì come un deficente per un'ora e mezzo prima di essere visitato.
dedica anche al medico che l'ha cazziato.
..inoltre dedica al mio medico curante che inopinatamente mi rimanda in visita dall'omeopata ("..visto che è stato efficace l'altra volta..")
..infine. ultima dedica, a tutti quei medici che poi l'omeopatia non la riconoscono come degna di rimborso dal SSN.

poscritto: inoltre dovrei modificare il sottotitolo del blog, che fra tre giorni compie un anno, perchè evidentemente non più specchio della (mia) realtà.
comuque ho deciso, seguendo l'esempio di renton, ora tommy, che chi vuole la compilation del compleblog per posta può trovare a destra la mia e-mail dove scrivermi le coordinate, altrimenti gliela lascio dal sor francesco. il portiere.

18 ottobre 2005

talvolta

parole che si rincorrono
m'intrecciano le corde vocali
ho un nodo in gola, infatti.

I know I was born and I know that I'll die
The in between is mine
I am mine.

on air/pearl jam::I am mine

17 ottobre 2005

non secondarie..

wanda: "...ma a cosa sono servite 'ste primarie..?"
gerardo: " a raccogliere soldi per la prossima campagna elettorale, mandare un segnale forte ai partiti sulla leadership, dimostrare agli indecisi che da un parte si sceglie democraticamente, dall'altra si è costretti a subire la voce del padrone. ma fondamentalmente veder schiumare Schifani in tivvù.."
wanda: "..allora tutti risultati ottenuti in misura ben superiore alle più rosee aspettative.."

14 ottobre 2005

And the fever gets worse every day

in origine un pezzo jazzy, una voce ancora giovane, molto evocativa e che ricorda forse van morrison. The Fever è la canzone che amo di più di bruce springsteen anche se tenuta sempre fuori dai dischi ufficiali fino a "18 tracks" del '99. questa versione è acustica e più lenta di quelle conosciute, assolutamente altro dall'interpretazione di southside johnny & the asbury jukes, ricca invece di fiati e cori. qui sono sufficenti una chitarra acustica, una fisarmonica, un sax latrante e la ritmica battuta sulla cassa armonica per creare la magia, e bruce che canta piano, come se avesse davvero la febbre. la febbre per una ragazza.

on air/bruce springsteen::the fever via ickmusic

13 ottobre 2005

windows (ma linux è meglio)

la finestra sul cortile
mi affaccia su di una comunità felina malaticcia e comunque conflittuale, in mezzo a magnolie, cespugli di lauro, alberi da frutta, palme nane e palme giganti. quando per strada in estate la canicola imperversa, il cortile è davvero un'oasi dove la temperatura torna a livelli ragionevoli. sor francesco, portiere e giardiniere, ha davvero fatto un gran bel lavoro e adesso confidiamo tutti nel suo talento per far star zitti i gatti di notte.
dopo che ha piovuto escono le lumache, e una volta ho pure visto i funghi sotto la palma sud, davanti alla scala A, chè lì ci batte il sole, la mattina.

la finestra sulla strada
è un palco d'onore sulle vicende che s'alternano tra il bar dell'angolo ovest e il bar dell'angolo est. al bar dell'angolo est si consumano caffè, cornetti e drammi, quotidianamente. ci pascola un'intera famiglia di strozzini, si possono vedere discutere animatamente con le vittime di turno. si agitano, gesticolano, talvolta minacciano schiaffi e sembra che urlino ma è impossibile sentirli, sono molto bravi, credo.
il bar dell'angolo ovest invece si chiama patata caffè, e questo la dice tutta.

appendice alla finestra sulla strada
una volta ci passava il rospo, un tossico di mezz'età e 150 chili, su un motorino improbabile. lo vedevi subito che chiedeva perdono, il motorino, naturalmente. il rospo d'estate vestiva una maglietta, calzoncini e zoccoli in legno del Dr. scholl, d'inverno invece un piumino sopra la maglietta, calzoncini e zoccoli in legno del Dr. scholl, però coi calzini.

la finestra del bagno
meglio spalancarla, a volte.


on air/nina simone::love me or leave me via hello gina (..e 'nnamo cor gezz!)

11 ottobre 2005

il blackout dentro

il pomeriggio lascia gentilmente il posto alla sera più nera in cui sia dato immergersi, ultimamente. non c'è luna nè elettricità, bande armate di terrore restano in casa a combattere senza televisione, mentre amanti divisi coabitano col dubbio che la notte gli appartenga davvero. il male scivola tra le tende, e come il vento, le muove, gonfiandole. altre volte invece è fermo, immobile, come l'aria in un cimitero, la foto su una tomba. ma è lì, radicato in macchine blu e feste mondane, smoking e mucose infiammate, ora vuole vestiti sporchi di fatica e lenzuola pulite stese ad asciugare. sul tavolino c'è un fumetto aperto alla pagina in cui il supereoe cieco, vestito di rosso, dice: "non sempre i buoni vincono, ma non smettono mai di combattere." non c'è luce abbastanza, stasera, per leggerlo. mi affaccio a guardare le stelle e un cane che piscia su un lampione inutile, annusa l'aria e trotterellando torna a vagabondare.

on air/cocteau twins::aikea guinea

6 ottobre 2005

vita quotidiana (psicopatologia della)

arrotino..

lei: "..mamma mia che freddo stamattina!"
lui: "già..è autunno, ormai.."


è arrivato l'arrotino affiliamo forbici coltelli da cucina coltelli da prosciutto..

lei: "allora mentre io rifaccio il letto tu chiudi la finestra.."
lui: "la chiudo subito...ma..dobbiamo proprio rifarlo il letto?"

è arrivato l'arrotino e l'ombrellaio..

lei: "..cos'è..una proposta indecente?" (sorride maliziosa)
lui: (sguardo da volpe)"..maddài, ci rimettiamo sotto le coperte..così, giusto per..ci facciamo le coccole.."

aggiustiamo la vostra cucina a gasse..

lei: "...mmmhh..come si stà bene al calduccio.."
lui: "..."
lei: "..ma che fai..? così me lo rompi il reggiseno.."

abbiamo i pezzi di ricambio per la vostra cucina a gasse..

lei: "..avevi detto le coccole.."
lui: "..eh.. ma da cosa nasce cosa.."

se la vostra cucina a gasse fà fumo...

lei: "..mmmhh.."
lui: "...ooohhhh.."

noi togliamo il fumo dalla vostra cucina a gasse..

lei: "oddio! ..il sugo sul fuoco..!
lui: "..uff!.."

arrotino...è arrivato l'arrotino

5 ottobre 2005

di H24, magnolie e un po' di jazz

dal tubicino viola del braccio della signora Concetta che quasi non sembra nemmeno un'arteria, esce pian piano un lungo grumo nero. Tirato fuori più che con perizia, quasi con la delicatezza che si userebbe ad un bambino ed il sangue che sprizza prima di essere tamponato, è di un rosso inconsueto. non è il sangue finto dei film, quella scelta cromatica che serve solo a far balzare lo spettatore sulla poltroncina, questo è vero, è il colore della vita e non impressiona, anzi. E mi accorgo di guardare la signora Concetta con occhi differenti, forse. Di sicuro il montaggio è di qualità, ma non è la tecnica a convincere che la malasanità in Italia sia esclusiva responsabilità di chi la governa. pronto soccorso H24 non è un reality, è tv realtà, e niente sa essere appassionante come la vita.




c'è una magnolia ai raggi x
un nuovo nome
altri segni dal/del mondo
e suoni liberi,
oltre la soglia.

(grazie a tutti voi per i suggerimenti)




on air/sound directions::the horse via 3hive

4 ottobre 2005

in (effetto) serra ci crescono bei coglioni

dietro il vetro decorato di goccioline stava cleo, la gatta. guardava con commiserazione i randagi del cortile accatastati e fradici sotto un'insufficente grondaia, ma la sua coda dava comunque segni di nervosismo. la signora ines carezzando il gatto disse tra sè: "sarà..ma 'na vorta nun pioveva così a roma!" "è che le staggioni nun sò più l'istesse.." rispose enrico, il marito, sollevando il coperchio della pentola dove un sughetto pomodoro e basilico borbottava, anch'esso forse per il tempo. I pesci rossi nella loro boccia trasparente se stavano beati anche se la sera prima avevano dovuto assistere al pietoso spettacolo di un talk show sui cambiamenti climatici in cui un sedicente divulgatore scientifico definiva l'aumento globale della temperatura del pianeta come il prezzo da pagare per una migliore qualità della vita "..d'inverno abbiamo meno freddo e, con i condizionatori, d'estate meno caldo.."
"lascia sta' 'r sugo e cambia l'acqua ai pesci rossi..ma guarda te..l'avevo appena lavati i vetri.." cleo scese dal davanzale e s'accucciò sotto al lavello, sperava sempre in un gesto maldestro, una mossa falsa, un impeto di fuga di un ciprinide. "...ehi!"sguazzò Wanda. "..è troppo fredda!" protestò Gerardo.

1 ottobre 2005

mozblocchè?

ho scoperto che qualcuno mi viene a trovare tramite questa cosa qui..l'ho installata, sembra carinassài..poi vi racconto.

on air/peter fox simon::wipple

30 settembre 2005

apocalipsnàu

padre assonnato: "micetta, è tardi dobbiamo sbrigarci, ti spogli da sola?"
bimba che rema contro: "no! voglio giocare ancora un po'.."
PA: "maddài chettàrdi..fammi vedere quanto sei grande che ti spogli e ti lavi il musetto da sola..."
BCRC: "ma io la mattina sono ancora piccola.."
PA: "occhèi, ti spoglio e ti lavo io, sbrighiamoci.."
BCRC: "noo..voglio zocare ancora un pochetto.."
PA: "shhh..zitta un attimo..ascolta! sento come un rumore di vigilessa della lazio! una di quelle cattive cattive..sbrighiamoci, non facciamoci trovare ancora in pigiama, cheppoi ci fà la multa."

adoro tornare a casa dopo aver accompagnato mia figlia all'asilo, rientrare e trovare ancora le persiane chiuse, mi piace sentire il persistere dell'odore di sonno, la mattina.sa di vittoria.

27 settembre 2005

polaroid android

una mattinata di sole inonda il mercato rionale. luce ideale per un'istantanea di vita quotidiana: l'egiziano del banco di frutta cerca di convincere un cliente, in esperanto, della bontà delle sue prugne, mentre un cane alza la zampa per pisciare sulla ruota di un'auto. una giovane mamma cerca di calzare meglio il cappellino al bimbo e quest'ultimo sfugge cercando l'origine del guaito che ha richiamato la sua attenzione. un osso di prugna ancora rimbalza sui sampietrini, il cane fugge via dopo essere stato colpito. "non sulla mia macchina!" l'uomo dalla punto gialla con le buste della spesa, si liscia la barba compiacendosi.
tutto sommato ha ancora una buona mira.

on air/regina spektor::us

25 settembre 2005

(with) grace (, please.)

una canzone che è come se due mani invisibili mi massaggiassero le spalle, ma lascio che sia il traffico fuori di qui a gemere. quando sento più del dovuto mi allontano ancora un po', divergente dalla traiettoria comune, infedele alla linea. serve allora una nuova chiave per crittografare i miei pensieri perchè se i muri non hanno orecchi comunque ti chiudono lo sguardo. e, di un orizzonte incompleto, onestamente, chi può sentirne il bisogno?
se siamo la sommatoria di rotazioni inverse, perchè questa vertigine?
le mie mani tremano, oppure vibrano, niente mezze misure. come la maestra di mia figlia, il metodo montessori non mi ha mai convinto del tutto, ma lei deve essersi formata a fossoli.

on air/king creosote::grace (jeff buckley cover)

21 settembre 2005

think different (makes me sick)

c'era una volta, nel firmamento delle mie cose incompiute, una mezzaluna di punto interrogativo insieme a puntini di sopensione brillanti come satelliti. illuminava di dubbi il suolo dove camminavo, mai calmo, di rado sereno, in cerca della risposta che accendesse definitivamente quel cielo con un punto fermo, una luna piena, insomma. c'erano anche mezze parole e gesti inconsulti, sospiri trattenuti e qualche sbadiglio ristoratore, in mezzo a virgole fuori posto, lettere anonime di alfabeti muti e parentesi graffe, tonde e quadre, espressioni di quanto fosse complicata ogni cosa. un giorno arrivò un magone che con un grande incatesimo, raddrizzò la mezzaluna poggiandola su un pianeta, pensando che un punto esclamativo potesse mettere finalmente un po' d'ordine nel marasma caotico dei fatti miei. ma la gravità della situazione fece rotolare tutto col risultato che nella grande shell del mio universo adesso c'è uno /.
quale programma dovrei lanciare? haveagoodtime.bin è un binario ancora troppo instabile per il treno che ho nella testa, non mi quieto. e, soprattutto, questa non è una favola.

on air/radiohead::i might be wrong (live and unsorted KROQ acoustic)

19 settembre 2005

power::line abbisogna di un nuovo nome perchè c'è già un omonimo ben più autorevole e frequentato. ...non è che mi dareste qualche suggerimento?

in_pressioni di settembre

dalla finestra aperta entra rumore di pioggia insieme all'odore acre del primo diesel che scalda il motore, ho sogni deliranti ancora freschi sul cuscino, e voglia di un vestito nuovo e scarpe comode, oggi. il telefono vicino alla tazzina di caffè, un libro da terminare ancora, un nuovo impegno, una inadeguatezza antica e la paura di affrontarli tutti insieme.
bella forza...mettersi contro uno solo.

on air/the andy johnson explosion::the ghost of 'lectricity  (entire album under creative commons license)

16 settembre 2005

dentro casa

oggi ho briciole di tempo sparse sul divano di fronte alla libreria. lunga, colma di libri e soprammobili in stile etnico, anche se io non amo viaggiare, quantomeno non più. a portacandele a forma di omìni stilizzati si alternano statuette africane d'ebano, di quelle lunghe lunghe, che basta una finestra aperta in una giornata ventosa per farle cadere. sopra di tutto governano due vecchie casse americane, trent'anni di vita, cento watt per canale. non di quelle da unz unz, ma autorevoli di rock datato ed inossidabile. una bottiglia di grappa di vinacce occhieggia dalla vetrinetta al centro. la televisione spenta riflette distorcendomi il viso, ed io rifletto sulle sue distorsioni di quando, accesa, si nutre della mia noia. le cose sembra che vadano lente e inesorabili verso il proprio compimento, ieri ci vedevo un po' meno ed oggi è già tutto un po' più annebbiato, mi alzo, allora. ora di andare.

on air/arcade fire::rebellion (lies) live on letterman via the smudge of ashen fluff

(lo so che posto sempre gli arcade fire ma per me è il disco dell'anno..)

13 settembre 2005

Tirare il filo di un gomitolo è già una maniera di iniziare..

gomitolo ha chiuso, non era un blog che leggevo spesso, perchè non posso, anche se a volte mi piacerebbe, passare la vita tra i blog. però era un blog di quelli tosti, senza commenti, senza concessioni al lettore, anche per quello che scriveva e per come lo scriveva:
il mondo è davvero proprio è una questione di stile, incastrata tra gli intervalli delle ringhiere che percorri col dito salendo le scale. e poi le mani nelle tasche e lo sguardo in su e l'istante dopo, sorridere. [respiro].
un blog "antico" (ora mi viene da chiedere: chissà qual'è il blog più vecchio ancora in attività su piattaforma splinder?), e pieno di link, anzi di categorie di link. nei suoi quasi tre anni di vita ne ha raccolti davvero tanti diventando quasi una sorta di portale, il filo tramite il quale iniziare un viaggio nella rete, senza timore.
so perdermi. e ritrovarmi. il fatto che io sia qui lo dimostra.
insomma un blog (ed ora mi viene da chiedere: dei 138,000 blogs che ospita splinder, proprio lui chiude?) che mi dispiace non poter leggere più, ma che piano piano mi gusterò nei suoi archivi almeno finchè sarà ancora on line.
per raccontare bisogna avere negli occhi quello che ci spaventa.
lo ringrazio. di cuore.


"sono stufo di vivere nella pubblicità di un detersivo" è la frase che m'è rimasta nella testa a grufolare fino a tardi...desperate housewives mi piace.


"il mio nome è bond...james bond!"
"..cognome?"

12 settembre 2005

civile (ed Urbano), ovvero le vicende dell'uomo dalla punto gialla

l'uomo dalla punto gialla, perso nei suoi pensieri, guidava in automatico sulle strade della città. venne distratto all'inizio credendo da un ronzio, un rumore forse più melodico, o meno di sottofondo, si sorprese un po' realizzando che era sua moglie che gli stava parlando: "..ma mi ascolti?"
Non rispose e accese una sigaretta.
"..bastava fare quella telefonata, la segretaria te l'avrebbe detto che lo studio medico riapriva dopo il 15...ecco, abbiamo traversato tutta la città per niente..sempre perchè non fai quello che ti dico.."
"..non ci vuole una laurea, le mani per usare il telefono ce l'hai pure tu.." pensò lui, ma non disse nulla.
una scossa per tutti i visceri, quando una vecchia skoda gli tagliò la strada per girare a destra senza freccia nè rimorsi. gettò nell'ordine: uno sguardo assassino verso lo specchietto retrovisore della skoda, dove sperava d'incrociare gli occhi del pirata, un altro sguardo di sufficenza misto a commiserazione alla moglie, e per ultima la sigaretta dal finestrino. che era chiuso.
un fuoco artificiale di scintille e imprecazioni, recuperò il mozzicone e premette il bottone dell'alzacristalli elettrico, l'aria fresca lo consolò per un secondo.
un SUV che lo stava sorpassando, decise che il parabrezza era troppo sporco e schizzò un po' d'acqua saponata, senza sapere che il giovane meccanico della concessionaria dove l'inutile macchinone aveva appena fatto il tagliando, aveva inavvertitamente spostato di qualche grado il raggio d'azione dello spruzzatore. l'uomo nella punto gialla si ritrovò immediatamente fradicio, con lo stomaco in subbuglio e il desiderio di una semiautomatica carica. accostò per respirare ed asciugarsi il viso, sua moglie guardava fisso avanti, come la puntata del dopo pranzo.
ripartito, nel traffico, lo accostò un'auto alla sua sinistra, si girò a guardare, un anziano, col cappello, che parlava al cellulare, in una smart... mise la freccia e accostò nuovamente, con l'ombra dell'ineluttabilità del suo destino negli occhi. "..e adesso che fai?" chiese scorbutica la moglie. un piccolo fuoco arse nelle pupille dell'uomo dalla punto gialla. "..scendo a prendere le sigarette.." disse, e non tornò mai più.

10 settembre 2005

like a rolling stone

mi affaccio ad un bicchiere di vino rosso, come ad un pozzo dei desideri.
mi chiedo se l'evoluzione, alla stregua della bottiglia, sia davvero finita.
scivola l'ultima goccia sul bordo, stilla di sangue, terra grassa e sole,
in realtà l'evoluzione continua a rotolare giù,
nutrendosi impassibile di errori e di necessità.

on air/n.lannon::demons

8 settembre 2005

pesci rossi, catastrofi e gaffes

wanda: "..laura bush ha detto che la gente di new orleans non ha perso granchè, visto che molti di loro erano già poveri.."
gerardo: "sai..a volte penso che magari..in un futuro..potrebbe scivolare.."
wanda: "..e..?"
gerardo: "chessò..cadere in un fiume.."
wanda: "...?.."
gerardo: "..ecco..mi piacerebbe rinascere piranha.."
wanda: "..lo sai che ti amo?"

on air/jimmy cliff::many river to cross via lil mike

4 settembre 2005

il mattino ha loro in bocca (quand'è che tocca a noi?)

ho rughe molto eloquenti,
che questa città lascia il segno
ce l'ho scritto sulla fronte.
vorrei disarmare tutto questo cemento

on air/santarita sakkascia::affanculo tutti

3 settembre 2005

new adventures (in low-fi)

un nuovo blog da riempire di musica e di_segni..

1 settembre 2005

racconto d'estate/il bambino di piazzale loreto (3/?)

qui la prima parte..
..e qui la seconda

Dietro la porta della stanza da letto dove la zia pensava d'averlo lasciato addormentato, stava il bambino, sveglio, invece. Ascoltava quel che la suora raccontava, neanche un rumore, il benchè minimo singhiozzo per non farsi scoprire. Solo due grosse lacrime che gli rigavano il viso magro, ma silenziose. "..dicono che a Milano ne hanno fucilati quindici, tre erano di quelli partiti di qui. C'era anche l'amico di tuo nipote.." Il 10 agosto del '44 a piazzale Loreto furono uccisi alcuni partigiani, i loro corpi in terra tutto il giorno per esser visti dai passanti. Montavano la guardia militi fascisti, a impedire che chiunque rendesse omaggio, deponesse un fiore, dicesse una preghiera. La zia, appena la suora fu uscita, andò in camera e lo trovò nel letto, gli occhi chiusi. Si avvicinò, gli accarezzò i capelli e lo sentì tremare leggermente, comprese che aveva ascoltato tutto. Comprese anche, qualche mese più tardi, che era giusto lasciarlo partire insieme a Maria, giunta da Milano solo per lui. Li vide passeggiare l'uno accanto all'altro per le campagne, leggere insieme le lettere di Francesco, andare alla messa sottobraccio, addormentarsi quieti finalmente, la testa del bambino sul grembo di lei, di sera.

31 agosto 2005

pezzetti

pezzetto#1
dicee: "me sà che mme sto' a rincojonì, te la ricordi l'architetta, quella co' le sise grosse?"
dicoo: "..'mbè?"
dicee: "nun riesco a ricordammela de faccia.."
dicoo: "..tranquillo, nun è la memoria..è che nun ce sei mai arivato a guardajela la faccia.."
dicee: "..ah.."
dicoo: "..eh!"

pezzetto#2
nella sua punto gialla l'uomo in ritardo al lavoro arriva al semaforo ancora verde quando all'improvviso un operaio sporco di calcinacci, col cappello di giornale in testa, attraversa la strada costringendolo a frenare. Ormai il semaforo è ben oltre il giallo e deve fermarsi, l'uomo in ritardo lancia uno sguardo d'odio verso il manovale, altro tempo perso per i cazzi di un menefreghista maledetto, pensa. Il manovale si sente osservato, forse percepisce il peso di un terribile anatema scagliato sulla sua persona, si volta ed incrocia gli occhi iniettati di sangue dell'uomo in ritardo. Si sente aggredito da quello sguardo, vede il semaforo ormai rosso, capisce di aver procurato un danno e non trovando nient'altro da dire si giustifica: "..che vvòi?..io stò a lavorà..chettecredi?!"
"ecc'hai raggione.." risponde l'uomo in ritardo dopo aver abbassato del tutto il finestrino. "..io invece me vado a divertì..c'ho appuntamento co' tu mojie...famme annà sinnò faccio tardi!"

...l'estate è davvero finita, sono tornati proprio tutti in città, anche i peggiori.

on air/suzi quatro::born to run via copy,right

29 agosto 2005

quadri di un'inibizione

guardo una goccia d'acqua appesa al rubinetto.
ricordo che desideravo pioggia, danzando intorno ad un fuoco indimenticabile, o un assorbente interno per un flusso di coscienza troppo abbondante, quando sorpresi le mie dita a fare surf fra le onde dei suoi capelli.

on air/bjork::hyperballad via berkeleyplace

27 agosto 2005

me my & why

nel deserto della mia anima
dove tengo nascosti i segreti
il tuo nome è un pugno di sabbia negli occhi.
fra i ricordi
la tua bocca mi ri_morde.

on air/john vanderslice::me and my 424

23 agosto 2005

eros & autobus

Quella mattina lui aveva gli occhi incollati alle goccioline di pioggia sul vetro mentre fuori il traffico scorreva lento. La sentì arrivare piano alle sue spalle, provò ad immaginare un capo d'abbigliamento che cadeva a terra ad ogni metro che s'avvicinava, camicetta, gonna, quella bluette della divisa del supermercato dove faceva la cassiera, l'aveva vista proprio lì la prima volta, poi i collant. Ben nascosto tra clacson e rumori riuscì a sentire il suono del gancio del reggiseno che si slacciava, si morse un labbro ed un brivido profondo lo scosse. Quando sentì realmente il suo profumo diffondersi intorno a lui, si accorse che i pantaloni contenevano a stento ormai la sua erezione, lei era davvero speciale, se n'era accorto immediatamente e per questo l'aveva seguita, subito. Lei bisbigliò qualcosa al suo orecchio, lui non comprese, sentì solo il calore del suo alito sulla pelle ancora fresca di dopobarba e questo lo portò ad un punto di non ritorno. Infine lei lieve lo toccò su una spalla, lui inaspettatamente venne. Lei chiese dolcemente: "mi scusi, scende alla prossima?"

21 agosto 2005

apologia di beato

globalipnotizzati ad occhi ben aperti prendono la mira
biodiversità faccia a terra
dev'essere certamente questo il posto sbagliato
il momento sbagliato
congiuntura ed astri non mentono
esistenze in telepromozione
emozioni delocalizzate
il cuore dello stato è un 24 pollici
non basta portare l'attacco col telecomando

on air/husker du::erase today

18 agosto 2005

fratture

arreso. cado in ginocchio, mento sul petto mani al cielo. non c'è un prima, un dopo o l'attimo in cui.
tutto fluisce come sempre, come chissà da quanto
dopo aver nuotato striscio, vado carponi infine mi alzo, come l'ontogenesi rispecchia la filogenesi
sotto il sole resto ad ascoltarmi mentre tutto continua a muoversi sulle tracce di uno sviluppo embrionale così misterioso,
su strade senza nome.

on air/offbeat::where the streets have no name    via hush

16 agosto 2005

power out

dai monti il vento del dopopranzo getta grandine sulla sigaretta del dopocaffè, comunque resto affacciato a respirare aria elettrica e a togliere palline di ghiaccio dal davanzale, con piccoli colpi delle dita, giocando a boccini. poi il rumore forte della pioggia apre un'inutile spiraglio nel riposino della signora di fronte, si preoccupa e sbadiglia ancora mentre ritira i panni stesi fuori, poi scaricato alla rinfusa l'ammasso candido su una sedia o sul tavolo di cucina, ciabattando tornerà a letto. almeno fin quando il campanile batterà tre tocchi, ci sarà un altro caffè prima di mettersi a stirare. la scorsa settimana ero a punta aderci, la spiaggia, orme di gabbiano sulle dune, l'acqua cristallina e ferma, raggi di sole obliqui negli occhi mentre giro la testa per prendere aria prima di un'altra bracciata. l'acqua diaccia che il cielo mi spruzza sul viso non toglie la smorfia, una sorta di sorriso, mentre ripenso a quel giorno, contento e circondato dal mare come l'isola di pasqua.

on air/arcade fire::neighborhood#3 (power out_august session)      via stereogum

13 agosto 2005

la sfiga ci vedrà pure benissimo ma...

jaroslav

un gioco da ragazzi, infilarsi dietro uno degli inquilini ubriachi che rientravano a notte fonda, non facendosi notare e sgaiattolare dentro il portone. una rampa di scale e poi porte tutte uguali, una delle quali sperava lo avrebbe introdotto in un bengodi fatto di televisore al plasma, radiolettoreciddìemmeppittrè spaziale, un orologio d'oro, magari un rolex, bracciali ed anelli, argenteria, e se fosse stato davvero fortunato avrebbe trovato i contanti nascosti in qualche vecchia padella riposta insieme alle scope e ai barattoli di conserva. qualche difficoltà invece la porta, scelta sulla base di nonsisacquale ragionamento, la diede, eccome. raccolse coraggio e incoscienza, le agitò insieme ad un bel po' d'energia e con un calcio secco la sfondò.

gianluigi

capelli corvini e poca dimestichezza con divieti e proibizioni, si aggiunga a ciò uno spirito giovane e battagliero. quella sera tornato a casa stanco, dopo una giornata di lavoro in cucina come cuoco, desiderava solo togliere le scarpe e un paio di foglie da una delle sue piante di marijuana, metter su un po' di buona musica, i piedi poggiati sul puff di fronte al divano, birra gelata e una tromba a due cartine. giunto nell'atrio sentì le voci degli inquilini al piano di sopra, il suo piano, fece rapido le scale mentre le voci diventavano sempre più comprensibili. "...ladri..sfondato la porta...carabinieri...arrivando.." distinse più chiaramente, "occazzo il mio appartamento.." pensò ad alta voce quando vide com'era ridotta la porta. "le piante di ganja.." rabbrividì.

il capitano rivelli

scapolo, calvo precoce, mente pronta e moralità elastica. Dopo aver prestato servizio per qualche anno in un paesino dell'entroterra ligure, aveva chiesto il trasferimento. Non perchè si trovasse male, intendiamoci, anzi era conosciuto ed apprezzato da tutti, ma, quando metteva su un posto di blocco vicino la statale ed alzava la paletta per fermare gli automobilisti, questi che ben lo conoscevano, credendo che stesse salutando, ricambiavano con sonore strombazzate, senza naturalmente fermarsi. Lui, che comunque avrebbe dovuto fare rapporto su quanti e quali automobilisti aveva fermato e controllato, disperato, finiva al bar davanti ad un triste biancosarti senza scorza di limone. Quella sera, finalmente, era al suo primo intervento dopo il trasferimento in città. "Un semplice caso di furto con scasso.." pensava, mentre l'appuntato Gargiulo alla guida della gazzella sembrava stesse correndo in soccorso di una qualche principessa aggredita magari da un drago sputafòco. "Gargiù, checcazzo, mica è morto qualcuno..rallenta!" disse perentorio.

epilogo

Gli inquilini ascoltarono quello strampalato dialogo a tre voci sul pianerottolo senza capire bene perchè i carabinieri volessero portare in questura il giovane gianluigi, tantomeno comprendendo il motivo per cui questi ultimi fossero giunti a piedi, trafelati e discutendo animatamente tra loro.
"Ma sono io la vittima del furto con scasso..."
"Se lei non rileva l'assenza di alcun oggetto non possiamo parlare di furto.."
"Ci spieghi piuttosto perchè questi vasi sono coperti con le buste dell'immondizia.."
"Capita'..ma questa pianta non è..?"
"Gargiulo stai al tuo posto chè hai combinato abbastanza casini per stasera.."
"..ehmm..ma non è mica un reato, non vado in giro a venderla..è per me, sapete io un lavoro ce l'ho.."
"Queste vengono in centrale..e pure tu, magari sei stato sfortunato, ma non possiamo far finta di niente.."
"Capita'..ma come ce lo portiamo in centrale che la macchina è distrutta?"
"Se trovo lo stronzo che mi ha sfondato la porta di casa mettendomi in questo casino lo ammazzo.."
"Bravo..così poi ti dànno pure omicidio preterintenzionale oltre a detenzione di sostanze stupefacenti.."
"Gargiulo..non gli daranno niente, stattene tranquillo..chiama piuttosto la centrale..che mandino un'altra auto a prenderci e un carrattrezzi a recuperare la gazzella..quanto a te..in centrale per accertamenti ci vieni..e con le piante."

ringraziamenti

Lo zingaro Jaroslav ringrazia il personale medico e paramedico del pronto soccorso, in ispecial modo il reparto ortopedico e la sala gessi, dove con perizia, dopo aver ridotto una frattura del terzo distale del perone, lo dotavano di gambaletto gessato per 30 gg. Gianluigi ringrazia il capitano Rivelli, il quale compresa la situazione delicata, valutata la cospicua sfortuna del malcapitato giovane, lasciava cadere le accuse di detenzione e provvedeva all'immediato rilascio nonchè ad ordinare la distruzione delle piante. Il capitano Rivelli ringrazia Gargiulo, il quale in preda al senso di colpa conseguente all'incidente dovuto all'alta velocità, lo invitava a cena in casa propria. Il caso, ancora lui, voleva che contestualmente fosse ivi presente l'avvenente Marisa, sorella della moglie nonchè sua cognata, anch'ella da sempre sensibile al fascino della divisa. Gargiulo ringrazia le piante...la loro distruzione và a rilento: un po' alla volta, diciamo un paio di foglie.

silver virginia

una giornata come una sigaretta artigianale, pessima qualità della cartina che si scolla di continuo, magari un tabacco troppo umido o più semplicemente rollata male fin dall'inizio. chissà. di tanto in tanto si spegne.

una settima diminuita? è un tono minore, magari s'aggiusta con una nota di protesta..

affidabile come una donna con poche amicizie maschili.

quieto il mare in un giorno di bonaccia. bambini sotto gli ombrelloni, niente palla o racchettoni, giovani distesi sul bagnasciuga. asfittico, in buona sostanza.

dietro il verde stinto di latte di un tropical s'intravede G., i dreadlocks più lunghi dell'alto vastese. ci piace, la sera, chiedergli un cocktail ogni volta diverso, a suo piacimento, semplicemente mimando il movimento dello shaker. G. è un agitatore nato.

le mie inquietudini galleggiano in un'aria calda e ferma, anche un moscerino nel mio bicchiere..osteee!

23 luglio 2005

natura morta senza più picchio



I villeggianti non sopportavano il volume esageratamente alto della sua radio soprattutto negli orari canonicamente dedicati al riposo. Come non bastasse fragorose risate accompagnavano ora gorgheggi di cantanti liriche, ora incomprensibili notiziari di radio macedonia. Alle minacciose richieste dell'intervento dei carabinieri, reagiva sempre allo stesso modo, dapprima spaventato, spegneva del tutto la radio per poi, rinfrancatosi e ripreso coraggio, riaccenderla ai medesimi orari e al medesimo volume poco tempo dopo. Di giorno vagabondava, non di rado parlando da solo ad alta voce di cose che solo lui sapeva; alla sera, seduto al bar sorseggiando una canadese, salutava chiunque passasse di lì, la mano alta e ben aperta, un sorriso male abbinato con la luce di follia che inondava i suoi occhi. La previdenza sociale gli garantiva una piccola pensione di invalidità che regolarmente si faceva bastare in sigarette e canadesi per i due mesi che lo separavano dal successivo assegno postale. A volte giovani freschi di patente e caldi nella testa lo puntavano con le loro macchine, fari abbaglianti accesi, mettendolo in un angolo, seduto con la sua canadese senza potersi più muovere. Ed allora i suoi occhi azzurri si facevano un po' più stretti, a fissarli. Sembrava che la nebbia, inconsueta in luglio, lo circondasse la sera quando rincasava, incurante della musica ad alto volume che dalla piazza andava su per il paese durante le feste di santi o di partiti politici. Incomprensibilmente lo accompagnava accostandolo.

questa cosa è stata scritta lo scorso anno di questi tempi. picchio se n'è andato a novembre.
prosit, a te.

on air/
sufjan stevens::chicago live

16 luglio 2005

ladies & gentlemen..

..I'm glad to introduce you mr. bob mould
. che, per chi non ne avesse mai sentito parlare prima, è il chitarrista/cantante degli ormai disciolti husker du, gruppo rock seminale di minneapolis, diciamo pure che la considero tuttora la più grande rock'n'roll band del pianeta, ma è un mio pensiero naturalmente. questo link porta direttamente all'ascolto della registrazione di una trasmissione radiofonica dove il signor mould suona e canta, oltre a farsi intervistare. registrazione perfetta, grande perfomance, provo ad immaginare una batteria ed un basso, che sono assenti, ma alla fine forse non ne sento la mancanza più di tanto. consigliato a chi vuole sentire come suonavano davvero gli anni '80 nella testa di chi come me si sentiva spesso in una zen arcade..

Playlist:
"Hoover Dam"
"Paralyzed"
"I Apologize"
"See a Little Light"

15 luglio 2005

sabbia & coca-cola (reprise)

un temperino emozionale a far la punta agli occhi, per capire come vivere ci vuole sguardo acuto.

niente sfumature, solo cielo blu, netto è sinonimo di pulito. e questo è quanto.

ho il cervello come una stazione, pensieri come passeggeri carichi e di fretta, cercano il binario giusto per poi prendere posto nel loro scompartimento. a volte sento anche fischiare il capostazione.

sabbia & coca-cola, graffia e non te la spiccichi facilmente di dosso.

in attesa che spunti la luna in un prato intermittente di lucciole.

guardavo una giovane signora sulla spiaggia e pensavo a mia madre alla sua età ed io piccolino che non avevo mai giocato con la sabbia. Lei magari, avendo notato che la guardavo, invece: "mio dio, non mi sono depilata l'inguine.." Mi disturba aver saputo dell'esistenza del mare solo verso i 6 anni, per quanto anche l'irsutismo..

seduto al margine della strada col culo al caldo dell'asfalto che di sera restituisce quel che il sole gli ha prestato tutto il giorno, il vento in armonia con la musica in cuffia, d'altronde wish you were here piaceva anche a mio padre, spero che la coincidenza porti ritardo. aspetto ancora una canzone ad accendermi una sigaretta, allora canto...massì chissenefrega!

ho il cuore che disegna una bella linea di basso, tossisco in ritmo. rantolare invece non ci sta bene.

oggi mi sono seduto sui ciottoli in riva al mare, meditazione in ambiente naturale, perfect balance hand in hand, ho tolto la lingua dal palato, i denti non a contatto tra loro, ho lasciato che il mio respiro scendesse giù fino al pavimento pelvico e riempisse..cosa? ho le palle già piene a sufficenza e questi cazzo di ciottoli sono scomodi e col sole in faccia come fai a visualizzare il rosa del chackra del cuore..fanculo, vado a farmi il bagno.

track 16 nothing compares to you di sinhead o'connor, alzo il volume. lascio andare i pensieri ed allora in sequenza: materia, struttura, carne e sangue. poi movimento, viscere. Infine spirito, dovrei curare maggiormente l'aspetto spirituale della mia esistenza ma quando mi ci metto nella testa compare la faccia baffuta di Grucho Marx che mi dice "la religione è l'oppio dei popoli, ce l'hai una cartina lunga?" non saprei, magari è grave?

ero lì che cercavo d'addormentarmi dopo una giornata piena di lavoro, quando sono comparsi loro. i mostri più terribilmente verosimili che abbia mai potuto immaginare, tutti colorati e resistenti anche ai tentativi di sogno guidato, sapete, talvolta cerco di instradare i sogni con un bell'inizio..chessò uscire da un tombino in mezzo ad un prato che circonda un playground coi canestri con le retine intatte, un vecchio voit e tutti i miei amici che m'invitano a giocare. cazzo di mostri, si mangiavano gli amici, uno addirittura con gli unghioni bucava il pallone, l'erba si seccava al loro passaggio e dal tombino uscivano topi con il muso come i diavoletti di Opopomoz. ho sentito allora una serie di scossette acide dal petto fin nella pancia, tremendo, sentivo l'intero decorso del nervo vago, in piena crisi distonica, il sudore freddo, il cuore per i cazzi propri, una lieve polipnea ed ho detto loro: "fate il cazzo che volete, io ho sonno.." bluffando. il più grosso allora s'è avvicinato minaccioso e non m'ha saputo dire altro se non: "beh, allora buonanotte!" a volte ho il dubbio che le benzodiazepine possano rinforzare i mostri e che l'ironia possa inibire invece la ricaptazione della serotonina nel cervello, per questo evito lo xanax e dico stronzate.


piccolo upgrade:
in grembo/margherita dolcevita::stefano benni
on air/this mortal coil::song to the siren

9 luglio 2005

sabbia & coca-cola (bloc notes al sole)

la mia anima non ha una buona cera anche se emozioni con le pattine scivolano via.

DAPprima? DAPpertutto?..Disturbato da Attacchi di Panico.

il suono delle dita sulle palpebre quando c'è sopra la salsedine di una giornata di mare e vento.

buono questo vino, ora qualcuno potrebbe dirmi che fine ha fatto il mio deus ex machina?

a volte non basta un panno antistatico per arrivare a quella lucidità che permetta di discriminare tra una donna e una trappola per topi.

talvolta il treno che ho nella testa trova la via sgombra e scende a dilaniarmi il cuore, allora vomito traversine, cavi elettrici e qualche vagone. poi stò meglio.

è quel tipo d'estate che schiarisce i capelli, non le idee, scurendo pelle e spirito al contempo.

sarà che sono dimagrito o che s'è rotto l'elastico, comunque mi calano i pantaloni.


on air/psapp::calm down

8 luglio 2005

racconto d'estate/il bambino di piazzale loreto (2/?)

Dall'archivio storico del comune di Milano, sezione lettere partigiane.


Maria cara, ci son voluti due anni affinchè i compagni riuscissero a garantirci che le lettere venissero in qualche modo recapitate, senza che sbirri o spie avessero modo di leggerle. Due anni da quando sono tornato dal fronte russo, due anni nei quali non hai avuto alcuna notizia della mia sorte. Alcuni di noi, rientrati nei ranghi, sono tornati a combattere o ad ingrossare le fila di manipoli fascisti. Per altri come me, meglio non tornare a Milano, preferiamo stare quassù in montagna e combattere quelli che ci hanno gettato in quest'impresa scellerata. Magari non è stato facile scegliere di non tornare a casa, da te che m'aspettavi. E che da me volevi un figlio, subito. Lo so, ma quel che ho visto e vissuto in Russia mi ha aiutato nella decisione. Spero solo che sia quella giusta, perciò ho cominciato anche a pregare. Non ridere, ma ricordi quando mi chiedevi alla domenica di darti il braccio ed accompagnarti in chiesa? I preti non mi son mai piaciuti e se l'ho fatto era perchè gli occhi ti ridevano nel sentirti pari ad una signora vera, affianco a tuo marito, alla messa. La prima volta ho pregato nella tormenta, coi russi che contrattaccavano e noi con quindici colpi e stivali di cartone. Il sergente ci diceva che dovevamo recuperare i bossoli dopo aver sparato, ma quelli, bollenti, scioglievano la neve e finivano chissaddove. Bisognava congelarsi le mani per ritrovarli e intanto ci tiravano contro da tutte le parti. Io sparavo, pregavo, frugavo nel terreno gelato e bestemmiavo e piangevo. Pregavo solo, alla fine. Come abbiamo fatto a scamparla è un mistero, anche se qui c'è qualcuno che dice che i compagni che stanno sopra Torino raccontano del sacrificio di un'intera divisione di Alpini che c'ha permesso la ritirata. Sia come sia io ora sono sulle montagne e tu chissà come fai a tirare avanti, spero sia tornata dai tuoi genitori, anzi tornaci se non l'hai ancora fatto. Da parte mia cercherò di non farmi ammazzare e tornare da te appena tutto sarà finito. Te lo giuro, lo sai che ti amo sopra ogni altra cosa al mondo.
Maria mia, spero che riuscirai a leggere queste righe e che continuerai ad aspettarmi, perchè io non vedo altro che il giorno in cui potrò riabbracciarti, aspetto solo che venga dato l'ordine di scendere giù e liberare questo paese.
tuo sempre
Francesco

ps ho conosciuto per caso un ragazzino, è orfano di padre e di madre ma sveglio e magro magro. Ha gli occhi grandi come i tuoi e gli ho detto che quando la guerra sarà finita potrà venire a stare da noi, così se quel figlio che tanto desideriamo ancora non arriverà avremo lui intanto da crescere. Cosa ne dici?

27 giugno 2005

racconto d'estate/il bambino di piazzale loreto (1/?)

Ci fu un tempo in cui sull'appennino era niente pioggia, terra e pietre che piegavano schiene forti, niente contadini buoni, il vino aspro. Lui nacque lì, in quel momento, senza sapere che un'altra guerra sarebbe presto arrivata. Sua madre aveva sempre un rosario nella mano, uno schiaffo pronto nell'altra, crescendo comprese subito il vero motivo che aveva spinto suo padre a morire volontario in Spagna, lui intanto imparava a muovere i suoi primi passi malfermi. Mentre promettevano da un balcone romano di spezzare le reni alla Grecia, la vita di sua madre si spezzò perchè un somaro riluttante aveva deciso che il peso della donna, quel pomeriggio caldo ed assolato, era davvero insopportabile. L'animale la guardò rotolare come un fagotto, una palla di stracci giù per il dirupo, la fissò con grandi occhi umidi, contornati di muco e mosche, poi tornò al fresco della stalla. Fu così che le campagne conobbero i passi scalzi di un bambino rimasto solo. Nel paese c'era ancora una zia, attempata signora senza figli e col marito in terra d'Albania, un seno forte dove rifugiarsi e un piatto caldo di minestra alla sera, mentre di giorno le suore provvedevano ad un po' di pane, insegnargli a leggere, scrivere e far di conto. Ma le preghiere erano estenuanti. Molto meglio fare compagnia a quelli fuggiti sulle montagne, quelli che il militare non lo avevano voluto fare, quelli che al ritorno dalle campagne d'Africa e di Russia non sapevano più chi fossero, quelli che avrebbero preferito combattere fascisti e nazisti, ai quali invece gli inglesi avevano ordinato di restare nascosti e temporeggiare. Ogni settimana qualcuno di loro scendeva in prossimità del paese, in luoghi segreti e convenzionati ricevevano dai familiari un po'di cibo, una bottiglia di vino, una lettera. Il bimbo li incontrò per caso un pomeriggio, mentre vagava distante dal monastero, parlò con uno di loro e si fecero vicendevolmente simpatia. Ogni settimana anche lui in segreto, condivideva la paura di essere scoperto, per stare insieme un po' con quello che sarebbe pure potuto essere suo padre. (continua, forse.)

on air/violent femmes::gone daddy gone

24 giugno 2005

quo vadis?

non ho parenti, radici o altro lì, l'ho conosciuto per caso, diciamo pure che ci siamo scelti. le mie vacanze in un posto forse come tanti altri, ma non per questo un luogo banale, tutt'altro.
castelguidone è un paesino tra l'abruzzo ed il molise, di confine, da quando hanno diviso le due regioni. 800 metri di altezza sul mare, 1/2 ora di auto dal mare, sconosciuto e pieno di sorprese. verde, che sa di buono, di "ancora esistono posti così?" un vino contadino da un euro la bottiglia che incanta. a castelguidone si arriva da un lungo rettifilo. in agosto per la festa di rifondazione comunista, il concerto dei ronin in piazza. tornando dal mare, l'ultima curva, e in fondo alla strada una falce&martello gigantesca e rossa che m'appare, come nei migliori sogni rivoluzionari. un mojito con la yerbabuena (*) locale e quando comincia il concerto con questo pezzo sono di un altro pianeta. dopo un paio d'ore, confuso tra giovani squatters, contadini e vecchi operai, mi siedo ad un tavolo a bere un bicchiere di vino, raggiunto dalla band che ha appena finito di suonare e che vuole sapere se mi è piaciuto il concerto. strane mescolanze di gente e bevande, bella la musica..e che luna lassù.

(*) la mentuccia

22 giugno 2005

acque torbide

wanda: "..hai un'altra...?"
gerardo
: "eh?..nonnò..macquandomai..chettisalta in mente no no sicuramente no!"
wanda: "sei scemo?..hai un'altra di quelle larve di mosca disidratata nascosta tra i sassolini colorati? ..è che oggi ho una fame.."
gerardo: "..fiuuu!..certamente che ce l'ho, mio UNICO amore.."

19 giugno 2005

de sogni e de cortello

"hai un'altra?"

mi chiese senza preavviso. Una domanda del genere andrebbe preparata adeguatamente, non dico con una cena a lume di candela come una dichiarazione d'amore, quando si chiede la sua mano, ma visto che introduce una domanda così perentoria, almeno con un sorso di qualcosa di forte, seduti, stabili. Appena tornato dal traffico/lavoro/traffico con un paio di pause caffè/cornetto/caffè corretto nel corso di una giornata come troppe, una domanda del genere sparatami a venti centimetri dal viso al posto di un bacio ristoratore mi lasciò di stucco.

"..allora? ti ho chiesto se c'è un'altra donna, non è difficile..sì o no?"

Riuscii a pensare in una frazione di secondo a Rita, la mia collega sistemista, quella che riusciva con la stessa disinvoltura a far funzionare una rete locale e sedurre i colleghi, quella volta che si sedette alla mia postazione a smanettare da riga di comando spiegandomi inutilmente come pingare un IP per monitorare il funzionamento del network. Lo scarto tra la maglietta aderente e la gonna evidenziava a cascata una pelle ancora ambrata malgrado si fosse in autunno inoltrato, due fossette ai lati del sacro e un piccolo neo nero. Si discostava di mezzo centimetro dal bordo del perizoma che faceva capolino. Un profumo intenso rimase sulla mia sedia operativa ed attorno al monitor per un po' di tempo, anche il mouse sembrò rallentato per qualche giorno.

"..perchè non mi rispondi..?"

Così pressato non riuscii a far altro che pensare alla mia osteopata, Marie Sophie, francese e fascinosa, senza bisogno di abiti seducenti o make-up da artisti. Con la sua divisa sanitaria bianco paradiso. Era quanto di più prossimo al regno dei cieli si potesse immaginare quando le sue mani si posavano sulla mia schiena nuda, tutto si scioglieva, i miei tessuti, le mie tensioni, i miei dolori. Ed io, infine.

"..figlio di puttana, cosa dovrei pensare adesso..?"

Pensa pure quel che vuoi, io mi tuffo nel ricordo di quel bacio, l'unico. Eri incinta di sei mesi e il sesso tra noi era solo un ricordo. Tu e quelle stronze delle tue zie a dirti che poi il bambino avrebbe corso dei rischi, inutile che la ginecologa ti rassicurasse.."signora, non ci sono avvisaglie di sofferenze di nessun genere. Va tutto benissimo, e non ha minacce d'aborto..faccia la sua vita, lei insieme a suo marito." Tutto inutile, talvolta valgono più vecchie credenze, feticci e superstizioni che il buon senso supportato dalla conoscienza. Incontrai per caso Angelica, la vecchia fiamma mai sopita, la mia with or without you (i can't live), un caffè insieme da vecchi amici, la sua smorfia che tradiva un po' d'invidia ed un pizzico di gelosia nei tuoi confronti. "..allora ciao, teniamoci in contatto, non ci perdiamo di vista.." poi un abbraccio, stretto, e gli occhi ad incontrarsi ancora, come una volta, e come una volta l'automatismo di un bacio impossibile da controllare. Un bacio, uno solo, poi un fremito di consapevolezza che ci scuote entrambi costringendoci al distacco, "teniamoci in contatto"..che fosse impossibile lo sapevamo tutti e due. Credo mi si fosse disegnato una specie di sorriso sulla faccia al momento dell' urlo:

"..sei un bastardooo!!"

Mi risuona ancora l'insulto nella testa, mi strappa ai ricordi ed alle immagini di quelle donne che non ho mai avuto. Mi riporta alla realtà quel grido, i miei sensi riprendono quota e vedo la lama che riluce, sento l'odore della sua adrenalina e del mio istantaneo terrore, sento il rumore sordo di un colpo secco, osso che cede, sangue che sprizza, provo dolore, cado, poi più nulla.

18 giugno 2005

la saga dell'anello (e relative catene)

Libri che possiedo nella biblioteca. le librerie sono tutte piene, a casa, a studio e a casa dei miei, quanti libri vi alberghino non saprei dire.
Ultimo libro che ho comprato. un libro di fiabe di gianni rodari da leggere a sofia.
Libro che sto leggendo ora. "pastoralia" di saunders.
Tre libri che consiglio ad altri blogger e perchè. "54" di wu ming perchè di solito le cose belle durano poco, 666 pagine inevitabilmente vogliono del tempo. un classico, "quer pasticciaccio brutto de via merulana" di carlo emilio gadda, perchè la lingua italiana non è un'opinione. uno straniero, tom robbins e la sua "natura morta con picchio" perchè quello del bombarolo è un tema che m'affascina sempre.
A chi passo il testimone.
a chiunque voglia raccoglierlo, anzi ad un anonimo, cui darò spazio sul mio blog..

17 giugno 2005

sognando da sveglio

ho amato molte canzoni di harvest di neil young, ma old man l'ho ancora nel cuore. aurgasm (orgasmo aureo?) posta questa cover di lizz wright e sale piano un odore dolce, di pioggia estiva.

on air/lizz wright::old man

16 giugno 2005

debianizzato (happy linux user)

diciamo che dopo qualche giorno di studio ho finalmente raggiunto la pace dei sensi tecnologica. è stabile come una roccia, bella, configurabile all'inverosimile e soprattutto, completamente libera: è la nuova debian 3.1 sarge, un sistema gnu/linux per puristi dell'open source, uno di quei gingilli tecnologici ostici all'inizio, fin dall'installazione senza fronzoli, ma che poi aprono una prospettiva diversa sull'uso di un computer. in verità già la mia prima esperienza con linux nel '97 era cominciata con debian, ma poi avevo desistito e virato verso una più amichevole mandrake. ora invece, causa acquisto nuovo hardware, mi ritrovo ad aver bisogno di qualcosa di affidabile, stable, come dicono nell'ambiente. comincio quindi con lo scaricare da uno degli immumerevoli mirrors debian, la versione minimale del disco di installazione, quello per la rete, ossia scarichi, masterizzi, riavvii il piccì col ciddirròm dentro, t'installa il minimo indispensabile per accedere alla rete, scegliere i pacchetti che comporranno il sistema e scaricarli ed installarli on line. così inizio con pochi pacchetti, quelli indispensabili e soprattutto unici, ovvero un solo programma di posta elettronica, un solo browser (firefox, of course), un editor di testi compatibile con microsoft word, uno strumento per masterizzare ed uno per ascoltare musica, invece della solita pletora di programmi a rallentare il boot ed occupare spazio prezioso su disco, messi lì solo per la curiosità di provarli tutti. una nota in favore di rhythmbox, sorta di clone di itunes per macOS; è semplice, potente e realizzato da un ragazzino di quindici anni, se avesse anche un mixer sarebbe davvero il numero uno. per i curiosi ma che hanno paura d'imbarcarsi in un'installazione su disco, qui s'è parlato di un livecd basato su debian, oppure per chi ha voglia di scaricare il meno possibile c'è questa damn small linux (linux dannatamente piccolo anch'esso di derivazione debian) che con soli 50 mega dà la possibilità di provare da ciddì la potenza e versatilità di una linux box minimale. felice smanettamento..

13 giugno 2005

bleeding quadrophenic

ogni giorno estasi
ogni movimento musica
arti disillusi spezzano contatti
deserti ed eremiti non cambiano mai
creature assetate del sangue dell'universo scivolano lungo i muri
districandosi dal filo spinato di una vita che non è come la volevano
terra mai promessa nè più conquistata
nel mare l'inizio nel ventre l'equilibrio
abbacinato dalle sue labbra lucide su,
sul cuore del mondo conosciuto,
sto invano a cercare paragoni.


on air/genesis::fly on a windshield

10 giugno 2005

power line (making minutes seem like days )

occhi dall'asilo degli spiriti
guardano oltre il fiume tra il piacere e la realtà
non sa del mare
scorre torbido di detriti e domande
in quali recessi si nasconde la follia
in quale deserto rinascere
rimbalza l'energia su un suolo umido di pioggia
assorbe il desiderio un corpo sotto il sole
simboli e segni scorrono sulla schiena
ho brividi fino alle colonne d'ercole della mia anima


on air/jane's addiction::ocean size

9 giugno 2005

4 sì perchè..

riporto la parte finale del post di vertigoz sul referendum, mi sembra che aldilà di ogni ragionevole dubbio sulla questione, e che ognuno può ancora nutrire, lui abbia ragione..e quindi diffondo.


 
"...Questo è uno dei referendum più importanti dagli anni ’70 e solo superficialmente può essere considerato un referendum sulla procreazione assistita. La domanda di fondo è:
"Decidiamo noi per te o decidi tu ? Sei un reghezzino immaturo e irresponsabile che ha bisogno dei consigli del signore biancovestito o ce la puoi fare anche da solo ? Se pensi che una cosa tu non la faresti devi impedire anche agli altri di farlo o gli riconosci il diritto di sbagliare ?"
Sono domande più importanti, ne converrete, del sì o no sulla procreazione assistita. La fecondazione eterologa riguarderà forse solo una ristretta minoranza di persone ma queste domande riguardano tutti.

8 giugno 2005

hasta la victoria, siempre!

è un'atmosfera irreale e calda quella che si respira ora nel quartiere. il funerale di un capotifoso romanista è accompagnato da non so quante mila persone giunte da tutta la città. la piazza prospicente la chiesa è affollatissima di bandiere, striscioni e sciarpe giallorosse, c'è però molto silenzio rotto di tanto in tanto da scrosci di applausi. ce ne sono quando esce dalla funzione il capitano insieme all'allenatore (chè di Bruno ce n'è uno e viene da Nettuno..Bruno Giordano non sei tu, mi spiace), quando altri capotifosi portano la bara sulle spalle, quando compaiono la moglie e la figlia. cori, per lui. millemila domande ronzano nella mia testa, le zittisco per rispetto e perchè mi piace questo sentire comune..anche se non mi piacciono i cori fascisti, la roma è trasversale, si sa, ma "boia chi molla.." non lo sopporto proprio.

I love you more than you will know

Qualche notiziola sul primo film visto in compagnia femminile alla tenera età di quindici anni. Nel 1967 il critico cinematografico Roger Elbert ebbe a dire che la colonna sonora de "Il laureato" era qualcosa di cui ci si sarebbe dimenticati presto. I produttori del film erano contrari alla scelta di Simon & Garfunkel, accettarono in cambio della sostituzione di Jeanne Moreau per Anne Bancroft. Scoprii che a 15 anni mi piacevano le quarantenni, anche a 30 mi piacevano le quarantenni, a 40 mi piacciono ancora le quarantenni...coerenza. Ecco, questo è il mio forte.


on air/the lemonheads::mrs. robinson

7 giugno 2005

verso est

 







Il suo collega mise la mano di taglio sugli occhi per ripararsi dagli ultimi raggi del sole ormai basso: "Hai mangiato?" chiese.
"Qualcosa...mia moglie mi ha preparato arancini e asparagi, mi prendo un caffè a Isernia e domattina a Termoli cornetto e caffellatte.."
"Buon viaggio allora, ci vediamo dopodomani.."
"Anche a te..ci vediamo."
Assaporò la sensazione di abbandonare il suolo caldo del Bus Terminal, infuocato da una intera giornata di sole, e salì sul suo mezzo.
Prima di togliere i ray-ban gettò uno sguardo dallo specchietto verso i passeggeri. Gli piaceva sapere che tipo di persone viaggiava insieme a lui, attraversando l'italia verso oriente. Voleva avere una rapida visione d'insieme, una sorta di istantanea da riportare alla mente una volta disteso nel suo letto, il mattino successivo.
La nonna e il nipotino già addormentato e spalmato su di lei, tre studenti con le occhiaie e i capelli sporchi, un operaio o un contadino forse, dalle mani grandi e la camicia a scacchi a contenimento, stentato, di un collo esageratamente taurino.
Difficile dire dove avesse imparato l'arte d'immaginare storie partendo dai piccoli particolari rubati in un'occhiata veloce. Tutti i conducenti possiedono la capacità di "leggere" in una frazione di secondo la situazione e reagire in tempo, per evitare un ostacolo, per non frenare bruscamente o solo per mantenere un'andatura fluida e costante. Lui, da quella lettura, ne cavava personaggi e trame.
La bella signora in quarta fila spompinava serena e sensuale un mottarello, con lo sguardo fisso attraverso il finestrino, case illuminate e tralicci sarebbero stati presto in movimento.
L'autista percepì netta l'invidia delle due suore sedute alla fila accanto, vogliose di gelato o di chissacosa.
Finalmente disteso nel suo letto, avrebbe cercato un momento di rilassamento totale, come quando si è ancora svegli ma il corpo è già addormentato. Fase ipnagogica, la chiamano, per lui, semplicemente, il momento in cui l'immagine si sarebbe articolata in un racconto, magari nella storia della giovane donna in fondo all'autobus, piccoli segni agli angoli della bocca, vestiti sgualciti, come una bella pianta dalle foglie assetate, intristite perchè la pioggia ancora non scende.
Affatto turbato di poter schiudere le labbra al bacio bugiardo delle apparenze, l'immagine si sarebbe mischiata con tutta la strada verso l'alba, avrebbe lasciato che nella sua mente si confondessero asfalto, volti, righe di mezzerìa, piccoli gesti, guardrail, il rallentare al casello dell'autostrada e i colori smorti dei vestiti dei viaggiatori, nella notte alla guida del suo pullman.
"So' lavorato 'na vita" sembrava avere scritto sulla fronte il vecchio seduto in mezzo, nella fila di sinistra. Essere lavorato da una vita, il volto allungato da rughe verticali, le cicatrici di una fatica inevitabile, il destino che alcuni si portano addosso, indossandolo con dignità.
La donna che lo osservava in silenzio, accanto a lui, guardò il cielo ormai rosso, poi l'orologio. Allora rilassò la fronte, perchè di sera, quando si riarmonizza la nostra ombra con i pensieri del giorno, questi, rapidi, ci si vanno a nascondere, pensò l'autista. Girò lo sguardo davanti a lui, tolse gli occhiali e accese il motore. Il tempo di scaldare meccanismi consueti poi la partenza, verso est, verso il suo racconto. finalmente.




4 giugno 2005

live at fancy moon

il jazz di bruno marinucci mi piace, e non solo perchè è un amico. è bravo, è di roma e voglio andare a sentirlo anche quando suona il blues.

on air/bruno marinucci quartet::reflections
         CAB::love crazy

don't believe the hype

faccio una macedonia di paure, speranze e sguardi rubati per la strada
un goccio di vita nuova
stille di sudore che cadono veloci e vecchie scarpe che ancora sono qui, con me.
pixel dopo pixel sbiadisce l'asfalto
e ridono ancora le mie unghie
graffiano ineffabili
sogni o realtà?


on air/amadou & mariam::sete djon ye

1 giugno 2005

dirottamenti

* "Perso. Le mie indecisioni prevalgono sulla mia volontà, dovrei essere più in forma, più soddisfatto di me stesso, smettere di fumare, andare in palestra, sorridente con chi mi circonda, calmo, mangiare meglio, un automobilista paziente in un'auto più sicura, dormire di più e senza incubi, rimanere in contatto con i vecchi amici, ogni tanto un goccio assieme, interessarsi non innamorarsi, caritatevole, pagare con la carta di credito, mai uccidere farfalle o calpestare foglie, lavare la macchina il sabato pomeriggio, non più paura del buio nè delle mani sudate, basta spleen adolescenziale, niente di più così disperato, più niente di così infantile, con un ritmo lento, impossibile fuggire, desiderare cose che si possono acquistare, non più tempo di sogni, pneumatici che tengono meglio sul bagnato, un buon libro prima di addormentarmi, un vantaggioso tasso d'interesse, calmo, più in forma più soddisfatto, un animale in gabbia sotto antibiotici.
Il sasso nella mano di quel giovane della foto sul giornale. Il fuoco appiccato alle auto, il fumo dei lacrimogeni, quel ragazzo e le sue gambe leggermente piegate a cercare la forza per fuggire dopo aver lanciato. Vorrei essere quel sasso. Un sasso consapevole è una bella arma nelle mani della rivolta...non trova?"  Rispose Mel alla domanda  "Hai mai pensato a cosa vuoi realmente?" Il dottor Cooper l'aveva posta quasi a bruciapelo. La risposta aveva raggiunto lo scopo di far accavallare le gambe all'anziano medico, come a chiudersi. Resosi subito conto del gesto, il dottore prese tutta l'aria dell'universo e la lasciò uscire, libera, come un pesce che riesce a slamarsi. Riprese Mel "La sconvolge? Non mi aveva mai immaginato così? Eppure non sono calmo, né in forma, dormo poco e tendo ad isolarmi, evito di conoscere gente nuova per paura di dover tendere la mia mano invariabilmente sudata."


* attualmente fuori continuity in diNotte. irrequieto, intanto esce qui.
ispirato da "fitter happier::radiohead
on air/untitled::interpol

29 maggio 2005

eight miles high

Così giù. Fà uno strano effetto sentire un gabbiano a quest'ora di notte in pieno centro abitato, l'ennesima prova che c'è qualcosa di stonato in questo quartiere, così distante dal mare. Magari perchè una scuola materna o un cinema o una libreria non ci sono ma il centro commerciale "più vicino al centro" sì o forse perchè questo fine settimana c'è la festa della parrocchia, col suo zucchero filato vicino alle giostre giovanotti al punching ball coi bicipiti evidenti e un sorriso fotocopia treppalle due euri si vince sempre l'orchestra spettacolo del liscio di gruppo latino ammaracàno un altro giro di valzer una bella mazurka vecchie giunture cigolanti dentiere malferme ginocchia ossute minacciose in tanghi figurati 'ndiamo siòre e siòri coi biglietti della riffa primo premio lo scaldabagno da ottanta comodi litri offerto dalla ditta Rubbinetti un bellapplauso evvia collàlligàlli. vado qui, alzo il volume e già mi ritrovo otto miglia in alto...

on air(ma proprio a cannone!)/husker du::eight miles high

28 maggio 2005

sin city




a proposito di storie lunghe..la parete del mio ingresso è da dieci anni che la regge, mai una crepa nel loro sodalizio. chissà se lei si monterà la testa, ora che esce il film.

on air/the 101::verve
mark mc kay::i know you rider

26 maggio 2005

funeral

viene poi l'età in cui guardare una figlia è come avere un punto di vista differente sulla vita. tutto più relativo, altre le priorità, ma, soprattutto, guardare sè stesso con occhi magnanimi, indulgenti quasi. ma è anche scoprire che quella sensibilità che nel lavoro fà la differenza ti uccide ad un funerale, foss'anche della persona che hai stimato di meno quand'era in vita. namastè..riconosci il divino che comunque è stato in lui, e questo è davvero un controsenso nonchè destabilizzante, alla luce delle mie perplessità riguardo l'esistenza di dio. viene dunque l'età ma non ancora i capelli bianchi, in compenso viene la grazia di una consapevolezza diffusa fin nei tessuti, ormai. certo metter su funeral degli arcade fire in certe occasioni è pari a spargere generosi ed inclementi, peperoncino sugli spaghetti, consci dell'effetto sull'esofagite, ma tant'è. e allora scrivo e scrivo e scrivo di quanto, sì, sono beato come rana su una foglia di ninfea, ma CAZZO oggi puzza questo stagno, e vorrei proprio saltare da un'altra parte che non sia qui ed ora, anzi correre, e veloce pure.
ma mi si chiede di restare, concentrato nel percepire lo schema caotico di questa vita, e a seguirla, quasi anticipandola, talvolta accompagnandola fino ad un punto in cui tutto si ferma prima di ripartire. un punto di quiete, un punto neutro, in pace, uno stillpoint.


in the backseat/arcade fire::funeral


i like the peace
in the backseat
i don't have to drive
i don't have to speak
i can watch the countryside
and i can fall asleep
my family tree's
losing all it's leaves
crashing towards the driver's seat
the lightning bolt had enough heat
to melt the street beneath your feet
alice died
in the night
i've been learning to drive
my whole life
my whole life
i've been learning

un post al sole (e fattela 'na cazzo de risata..) 4/4

E fu allora che vedemmo cose che voi umani ecc ecc... zumal e salma incrociarono le forchette come si fà con i bicchieri per un brindisi a lume di candela mentre pensieridicarta decrittava la maglietta di eddiemac paroledicotone perchè è maleducazione leggere a tavola ma lei proprio non ci riesce a stare senza un libro. Poi fu un solo, unico rumore masticatorio, neurotrasmettitori che scorsero a fiumi, un bagno di serotonina, un convivio FANTAstico, insomma. Aperti gli occhi ritrovai Marzullo nel video, avrei lasciato il secondo tempo di un film scadente per un secondo d'abbiocco, m'ero detto, invece avevo fatto un sogno, al solito, lungo e complicato. Si era interrotto per mancanza di riferimenti. Qualcuno mi aiuti a recuperare post fulminanti, divertenti, intelligenti. Qualcuno mi aiuti a riprendere una fantasticheria sognata di sera sul divano davanti alla tivvù...perchè c'è un omino nella mia testa, che esce fuori quando certi livelli salgono troppo, che mi dice: "..e fattela 'na cazzo de risata!"

23 maggio 2005

the kills

..occhèi, dopodomani sera andiamo. io & dracs. (torno supergiovane..eviva!)

22 maggio 2005

un post al sole (e fattela 'na cazzo de risata..) 3/?

Se avrei avuto dieci anni di meno, mi dico, buttando l'occhio qua e là anch'io. "Smarrito un congiuntivo?" mi dice Chiaraaa, buttandosi il vino addosso per l'emozione...era da un po' che insistentemente Scantini la fissava. Di lui Cassiodorov scrisse che se lo incontri sembra uno che i figli gli saltano sulla pancia anche da grandi (previsione). In realtà era solo rimasto colpito dalla somiglianza di Chiaraaa con Ally mc Beal, una delle sue serie televisive preferite. Mentre una bianca fumata dalle cucine stava a significare che la pasta era stata finalmente scolata, Malinverno e Runningstill, s'inginocchiarono come si trattasse dell'elezione d'un nuovo papa, poi si abbracciarono. Ad imitazione dei due, grati per l'imminenza dell'amatriciana, si formarono piccoli gruppi laocoontici, s'improvvisarono ole, si fecero brindisi, si palparono culi ignari, volarono schiaffi a caso, il cane della sòra rosa abbaiò e riportò tutti all'ordine. Seduti, con il tovagliolo sul petto, infilato nella camicia, buoni come pupi...(continua)

back on the chain gang

Chiaraaa mi passa il testimone ma i giurati non gli credono...rispondo comunque alle cinque domande di questa strana catena di s.antonio:


volume totale dei files musicali sul mio piccì: i files musicali, audio e video, occupano circa il 79% di un disco duro ma ormai provato, per un totale di circa 8 giga. (sono brani senza diritto d'autore o rilasciati con licenza creative commons, per buona pace della finanza e dell'ex ministro urbani)

l'ultimo ciddì che ho comprato:
àgaetis byrjun dei sigur ròs

la canzone che sto ascoltando adesso, in loop per la verità chè mi piace assai:
benzos::it's amiable

cinque canzoni che ascolto spesso o significano molto per me:
message in a bottle::the police
innocent when you dream::tom waits
divide and conquer::husker du
present tense::pearl jam
had a dad::jane's addiction

passo la palla nelle capaci mani di:
alkanette
zumal
malinverno
epiploon
runningstill
ebbradivita