Desiderare il benvenuto in quel mondo ipnagogico dove tutto succede sempre e ovunque, desiderio del campo fatto di onde che vanno e onde che vengono, onde che asincrone si scontrano con altre e creano vortici e passioni. Dove sei onda di onda e non importa se sei diretto verso scoglio che taglia o spiaggia che accoglie, in mille rivoli scivoli via, o pian piano t’assorbe.
La libreria qui vicino mi messaggia per avvisarmi dello sconto d'autunno, valido fino a mezzanotte poi la carrozza tornerà zucca e il cocchiere topolino. Basta libri per un po', ne ho tre cominciati e una certa (non modica) quantità pronta per l'inverno. E se non bastasse c'è Herzog che occhieggia in cima alla pila.
Poco meno che quattordicenne ma già preda di turbamenti, i miei amici più grandi mi portarono in un cinema d'essai a vedere Fatamorgana del grande maestro (Herzog, appunto)...sono rimasto segnato a vita, il giorno dopo, di domenica, per compensare andai a vedere "40° all'ombra del lenzuolo" con Edwige Fenech. Non mi fecero entrare perché non ancora maturo. Misteri.
Avrei dovuto da subito imparare l'arte di piegare cucchiai col pensiero.
Anche se il cucchiaio non esiste.
Mi piego all’arte di giornate spaesate e gonfie, tronfie portano in trionfo la mia resa
alzo bandiere
al vento poi mi poso e resto, a scrivere e tutto il resto, anche desiderare di essere stupido e superficiale, che rimane sempre un bell'esercizio. Desiderare. (Ridondo, rido a onda?)
Non odio niente...
sono complicato, certo,
ma non odio nessuno.
So solo che amare è altra storia.
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