5 dicembre 2025

le ricette di Clara

 



Mia madre, Clara, era nota per la pasta, i sughi e anche le carni. Cose da mangiarsi a pranzo o cena, tuttalpiù. Il pesce no, nonostante ne fosse ghiotta, non aveva proprio nozione di come si cucinasse. Mio padre, Nicola, odiatore di lische e spine, ovviamente non se ne fece mai un cruccio. Per lui la sola cosa importante era che la pasta fosse al dente, piuttosto prossima alla crudezza, direi ma questa è un'altra storia che, come mio padre, merita uno spazio proprio e indipendente. Mia madre quindi, eccezion fatta per il pesce, rispetto ai pasti principali si è sempre adoprata per non farsi parlare dietro. Ecco.
Figlia della guerra, per questo motivo non ebbe mai l'abitudine di mangiare appena sveglia, per cui in famiglia non verrà nemmeno ricordata per la colazione quantunque rispettosa di tradizioni come uova toste e corallina la mattina di Pasqua. Non manifestò mai interesse per cappucci, briòsce o spremute salutari.
Appena sveglia, dopo il caffé della moka, si cimentava con sedani e carote, cipolle e odori vari. Direttrice implacabile di soffritti rumorosi quanto odorosi, responsabile inconsapevole dell'acquolina nella bocca di chi si avventurasse per le scale tra le otto e le nove del mattino. Il pomodoro pelato rovesciato nella piletta smorzava per pochi attimi quel profumo per poi, subito dopo, trasformarlo in qualcosa di ancor più irresistibile. Abbassava subito il fuoco di modo che la cottura fosse lenta e quell'odore man mano evolvesse in quello che probabilmente si può annusare in paradiso.
Ora...questa cosa del paradiso mi è venuta in mente in maniera spontanea, anche se nel merito (del paradiso) non mi pronuncio in quanto agnostico, benché da tempo io sostenga piuttosto l'esistenza di un inferno: qui, ora e proprio sulla terra. Mia nonna Clelia, nome romano antico ma nata maremmana di confine, aveva imparato i segreti e le arti della cucina della tradizione romana dalle amiche del ghetto. Mia madre aveva per cui imparato da un mash up di saperi & sapori ad oggi difficilmente replicabile.
Mi viene da pensare che lei in realtà volesse convincere le giudìe amiche di Clelia e tutti gli infedeli e gli scettici a venire come me, che, invece sì, un paradiso esiste e il profumo di quel sugo ne è riprova. Qualcosa del genere, credo. Mamma certe mattine d'estate, a Borgo San Pietro, si lasciava coccolare dalla suocera, Maria, con l'uovo sbattuto corretto al caffé. Me le ricordo sedute una di fronte l'altra in cucina, a inzuppare quei biscottoni all'uovo tipici della zona. Il resto dell'anno, in città, credo s'ignorassero benevolmente, così come mia madre ignorava la possibilità di fare colazione con altro che non fosse il caffé.
Per creare il cosiddetto scarto questa categoria culinaria si chiama ricette di Clara e la copertina è un cornetto anche se Clara spesso chiamava mio padre maritozzo. L'unica cosa desiderasse davvero, di mattina.

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