Più di trent'anni che lo ascoltiamo, con la band prima e poi da solo anche se solo non è mai stato, con accanto sempre un pugno di fan fedeli a quella linea fatta di pochi accordi, quelli giusti, di testi all'apparenza criptici ma pieni di senso che appanna i vetri. Ha cultura musicale Filippo Gatti, sa della musica americana quella che ci ha cresciuti tutti, ma anche di quella italiana, quella che abbiamo dentro, spesso senza nemmeno rendercene conto.
Del set acustico al Folkificio, posto bellissimo quanto piccolino, scelgo la memoria libera; registrato assieme a Bruno Lauzi nel 2000 e inserito in quel tutto sta per cambiare, disco che dovreste ascoltare almeno una volta nella vita. La versione di questa sera, asciutta e acida come non l'avevo mai sentita, è l'esempio della sua scrittura: canzoni che pescano nel suo mondo e nel suo tempo ma a sentirle venticinque anni dopo non perdono neanche una molecola di attualità né di coerenza.
Il resto della scaletta, medesimo il livello interpretativo, ossia altissimo, scorre fluida. Pubblico di una quarantina di persone, ché di più non ci vanno, attente, emozionate e perché no, grate. Filippo l'ha sentita l'attenzione, l'ascolto fatto non di sole orecchie e ha ricambiato con un concerto di livello, senza un errore, una sbavatura. Voce mai sopra le righe, ma che sa vibrare e farti vibrare assieme. Aspettiamo il disco (notturno/estate) e intanto mettiamo sul piatto il mini-vinile col grandeverde
Del set acustico al Folkificio, posto bellissimo quanto piccolino, scelgo la memoria libera; registrato assieme a Bruno Lauzi nel 2000 e inserito in quel tutto sta per cambiare, disco che dovreste ascoltare almeno una volta nella vita. La versione di questa sera, asciutta e acida come non l'avevo mai sentita, è l'esempio della sua scrittura: canzoni che pescano nel suo mondo e nel suo tempo ma a sentirle venticinque anni dopo non perdono neanche una molecola di attualità né di coerenza.
Il resto della scaletta, medesimo il livello interpretativo, ossia altissimo, scorre fluida. Pubblico di una quarantina di persone, ché di più non ci vanno, attente, emozionate e perché no, grate. Filippo l'ha sentita l'attenzione, l'ascolto fatto non di sole orecchie e ha ricambiato con un concerto di livello, senza un errore, una sbavatura. Voce mai sopra le righe, ma che sa vibrare e farti vibrare assieme. Aspettiamo il disco (notturno/estate) e intanto mettiamo sul piatto il mini-vinile col grandeverde
Mangia coi libri
Pensa coi piedi
Parla coi guanti
Prima ricorda di essere uno
Dopo puoi essere in tanti
Per essere uno
Devi fare un passo avanti
qui una recensione di quasi vent'anni fa