22 marzo 2025

flyin' stones


 

Nel '92 ho trent'anni e non so ancora niente
non ho ancora capito quanto un quadro o una foto, possano diventare la scintilla di una storia: la propria.
Raccontarla, poi, siamo d'accordo sia solo un esercizio ma la sua origine, in effetti, possiamo a tutti gli effetti, ripeto, considerarla oscura e remota. Il prodotto dello scambio di una vocale per una consonante: da caso a caos, per esempio. Oppure uno sfocato dovuto a un errore di apertura del diaframma e d'impostazione del tempo di scatto.
La profondità, quella di campo ma non solo, spesso è frutto di un errore. Tuffati un po' più verticale e ti ritrovi nel verde più profondo che il lago possa offrirti, in Agosto. Nel '92 ho trent'anni e almeno questa cosa della relazione tra verticalità e profondità l'ho capita. Grazie al verde e alle estati del lago.
Nel '92 ho trent'anni e scatto foto sbagliate. Qualcuna ora mi accende.
Le parole dei pittori sono povere rispetto alla loro pittura
A trent'anni le parole che uso non riescono a descrivere quel che mi succede e oggi, dopo trentatrè anni, la vita intera del povero Cristo, mi sono convinto che chiunque scriva ciò di che gli è accaduto nel corso del tempo operi una finzione proprio per l'inadeguatezza delle parole. Cionondimeno sento di doverlo fare e proprio mentre guardo una foto di oltre trent'anni fa.
Il Bianco&Nero lo considero il colore dei ricordi perché da due colori si generano infinite combinazioni di grigio delle quali nella realtà possiamo percepirne qualche centinaio solamente, comunque bastevoli a descrivere a noi stessi, nel cassetto dei ricordi, tutte le sfumature di cui sono fatti. Nel '92 ho trent'anni ma lo so che il tempo dentro di noi la modifica la realtà, di quell'attimo pieno di colori e luce calda resteranno impressionate le nuances, le luci e le ombre. Contorni che gli anni confonderanno sempre più, volti che non riusciremo più a rammentare, sfocature. Sfumature di bianco e nero.
“Tanto vale prendere un Hilford 400 ASA” devo aver evidentemente pensato. Poi apro troppo senza calibrare la macchina fotografica sulla sensibilità della pellicola. Sbaglio foto spesso e altrettanto non trovo le parole ma alla fine sono loro a trovare me. Quando sono in mutande e non ho ancora preso il caffè.
Nel '92 ho trent'anni, Thelonius Monk e Husker Du in cuffia, il pallone mi ha fatto un callo sull'anulare, tra prima e seconda falange che quando gioco a pallacanestro si apre. Sanguino ed è maglie sporche e sudore e tanto altro che conosce solo chi ha imparato che giocare, come vivere, è questione di ritmo. Nel '92 ho trent'anni e una ragazza bellissima accanto. Adesso che ci penso non ci ho mai ballato.

on air/ interpol : : slow hands

24 novembre 2024

talkin' quietly

 



Il sapore che resta non è lo stesso di quando dovevi correre, poi.
E il profumo della pelle bagnata, le domande che ci scivolavano sopra
mentre intorno tutto ascoltava attentamente ogni risposta.
L'amore vero aspetta
e in ogni attesa si nasconde il desiderio
mia madre mi diceva di non avere fretta
mio padre chiedeva giudizio
io di restare ancora un po' a letto, dopo la sveglia.
Mi piace l'odore che persiste
chiuse ancora le finestre, prima del caffè.
Così da continuare a percepirli, in qualche modo, i sogni.

on air, sun kil moon : : carry me ohio

8 settembre 2024

Lovin' Cicolano and sweat, reprise



Rallenta il respiro
il battito si dirada
foglie di menta tra le dita, ci gioco a passi lunghi.
Aroma persistente.
Ai lati fiori di lavanda, sul sentiero pietrisco e niente tracce.
Anche volessi seguirmi, a scanso. Comunque.

2 giugno 2024

(l'amore che) non accadrà




La bellezza nei gesti minimi
eleganti anche appena sveglia
quelli spiati di nascosto
un occhio fuori dal cuscino, l'altro ancora perso nei sogni tuoi.
Lasciati lì a diradarsi piano, prima della sveglia.

on air, genesis : : afterglow

24 novembre 2023

Abbiamo tutti un blues da piangere

 


Ricordo che dal quaderno alzato lo sguardo lo allungai sui campi e sulle colline, di lato alla casa.
Il mare del giorno prima ancora bruciava e il sole invitava già a nuotarci.
Poi ogni parola riprese il posto suo, la penna la mano, lo sguardo il foglio.
"Immaginare è integrare, rendere sensibili concetti empirici e astratti. A rovesciare paradigmi l'infinito arriva prima e subito appresso quella siepe che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude, per esempio."
Ti amavo se avevi una sbavatura di quel rossetto che non mettevi mai, se bevendo il caffè amaro facevi una smorfia, quando correvi per sfuggire la sabbia bollente, il tuo ostinato rifiuto di fare il bagno col mare mosso. Ti amavo e non capivo perché tu, bellissima, ti considerassi mai tale. E le tue occhiaie dopo la terapia, e i nostri silenzi difficili. Questo immagino al ricordo di quei campi e quelle colline. Brucerei ancora di quel mare, nuoterei nel sole.

foto : : Elena

4 novembre 2023

Vibration (yeah)



Il mio nome lo scrivo sulla riva sinistra del fiume
libri e quaderni, la penna e un coltello arrugginito
(un Opinel svizzero, je l'aurais dit une fois)
al tramonto tra i palazzi è lingue di fuoco
serpeggiano, tagliano strade
ai muri di cinta riservo parole in nero
e tutto s'infrange sullo scoglio che sono, ormai
onde e schiuma sui capelli
non li taglio da un pezzo, ho il petto largo
e il fiato giusto per non smettere di urlare.
La notte è già nelle mie mani
ombre che cadono dagli alberi disegnano danze sulle strade.
Le guardo e per un istante
(juste un coup d'oeil)
ogni dolore si confonde nell'asfalto.
Per un attimo mi persuado che tra le mie dita la notte di Roma riuscirà a dormire. Stavolta, almeno.

12 ottobre 2023

luglio, agosto, ottobre nero (settembre s'è perso e non sa tornare)





Mi rimani tra gli appunti di una poesia mai scritta 
nessuna rima
nessun senso a leggersi una volta sola
Solo qualcosa che risuona e vibra ancora.
Rimani.
(lascia la rabbia
lascia il dolore)