7 giugno 2009

strange days

Erano giorni che si sudava pure a stare fermi.
Giorni di aria mossa e neppure troppo calda, ma anche il semplice stare in piedi, al mondo, per tutti noi era fatica.
ci sembrava tutto alterato, la percezione del tempo che passava, l'alternarsi di sonno e veglia, cosa ancora giusto e cosa sbagliato, l'idea stessa di un domani migliore.
erano giorni, si sarebbe detto, che non lasciavano spazio alla possibilità d'immaginarlo, un domani.
giorni che morivano quando dopo esserci girati e rigirati innumerevoli volte nel letto, ci addormentavamo. e il giorno dopo, ci sentivamo stanchi. come se in sogno avessimo continuato a vivere, faticare, sudare senza però avere più memoria di quanto accaduto appena un giorno prima.
pensavamo che appena tutto fosse finito però ci saremmo ricordati i rumori, e gli odori anche, perchè era come se rimanessero attivi solo i sensi più antichi, quasi vicariassero le immagini sfocate che a ondate ci arrivavano dai televisori intorno.
tutti si sperava in un rumore più forte, un'esplosione, magari, qualcosa che ci sollevasse dal torpore umido nel quale eravamo immersi da troppo tempo.
un segno qualsiasi che la rivoluzione era finalmente cominciata.

afro fiesta : : talkin' 'bout a revolution

5 commenti:

  1. ...come se in sogno avessimo continuato a vivere, faticare, sudare...

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    ciao

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  2. alba .. è una sensazione che conoscono in molti, quella lì. grazie ..

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  3. la Rivoluzione...I'm waiting too..


    ;-) Ale

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  4. è bella la sensazione di immobilità da calore, di mollezza nelle vertebre.

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  5. sinforosa..abbandonarsi per un po' a quella sensazione certe volte è bello, vero. alla lunga però si soffoca..

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