10 gennaio 2011

spiaggia e puttana, stessa pronuncia

Passeggio lento per una spiaggia lunghissima con su ancora impresse le orme di due persone che qui ci hanno camminato fianco a fianco, chissà quando.
L'adriatico è quasi calmo e nel silenzio posso sentire centinaia di gusci che si scontrano sulla riva. Se mi chino sembra quasi cantino.
Un cane bianco corre velocissimo.
Se c’è un cane c’è anche un padrone, penso. Invece sono due. Sagome scure che posso vedere in lontananza, ancora.
La luna è quasi piena.
E la luce delle otto della sera del Mediterraneo è una luce bianca e fredda.
All’orizzonte c'è una nave, sta lì da parecchi giorni, in attesa dell’ordine di sbarco.
Appena sceso il crepuscolo, ha acceso le luci a bordo e calato un paio di gommoni con alcuni marinai che vanno a farsi un giro al porto. Li vedo già nel bar, mentre spiano da dietro i loro bicchieri la cassiera rumena, forse anonima e slavata ma bellissima ai loro occhi.
Lo sguardo veloce del marito italiano, padrone del bar, è in perfetto equilibrio tra gelosia, senso degli affari e sogno erotico. Riprende a sciacquare stoviglie scuotendo impercettibilmente il capo così come sto facendo anche io. E ricomincio a immaginarmi. Camminare piano al tramonto, dietro orme, sulla spiaggia.






on air/

2 commenti:

  1. camminare sotto la luna in un gracidare di pensieri ( il gracidio è dovuto alla rana sulla ninfea, le adoro entrambe)

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  2. ventisqueras..benvenuta, luna e rane sì, vanno d'accordo. credo.

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