Dall'archivio storico del comune di Milano, sezione lettere partigiane.
Maria cara, ci son voluti due anni affinchè i compagni riuscissero a garantirci che le lettere venissero in qualche modo recapitate, senza che sbirri o spie avessero modo di leggerle. Due anni da quando sono tornato dal fronte russo, due anni nei quali non hai avuto alcuna notizia della mia sorte. Alcuni di noi, rientrati nei ranghi, sono tornati a combattere o ad ingrossare le fila di manipoli fascisti. Per altri come me, meglio non tornare a Milano, preferiamo stare quassù in montagna e combattere quelli che ci hanno gettato in quest'impresa scellerata. Magari non è stato facile scegliere di non tornare a casa, da te che m'aspettavi. E che da me volevi un figlio, subito. Lo so, ma quel che ho visto e vissuto in Russia mi ha aiutato nella decisione. Spero solo che sia quella giusta, perciò ho cominciato anche a pregare. Non ridere, ma ricordi quando mi chiedevi alla domenica di darti il braccio ed accompagnarti in chiesa? I preti non mi son mai piaciuti e se l'ho fatto era perchè gli occhi ti ridevano nel sentirti pari ad una signora vera, affianco a tuo marito, alla messa. La prima volta ho pregato nella tormenta, coi russi che contrattaccavano e noi con quindici colpi e stivali di cartone. Il sergente ci diceva che dovevamo recuperare i bossoli dopo aver sparato, ma quelli, bollenti, scioglievano la neve e finivano chissaddove. Bisognava congelarsi le mani per ritrovarli e intanto ci tiravano contro da tutte le parti. Io sparavo, pregavo, frugavo nel terreno gelato e bestemmiavo e piangevo. Pregavo solo, alla fine. Come abbiamo fatto a scamparla è un mistero, anche se qui c'è qualcuno che dice che i compagni che stanno sopra Torino raccontano del sacrificio di un'intera divisione di Alpini che c'ha permesso la ritirata. Sia come sia io ora sono sulle montagne e tu chissà come fai a tirare avanti, spero sia tornata dai tuoi genitori, anzi tornaci se non l'hai ancora fatto. Da parte mia cercherò di non farmi ammazzare e tornare da te appena tutto sarà finito. Te lo giuro, lo sai che ti amo sopra ogni altra cosa al mondo.
Maria mia, spero che riuscirai a leggere queste righe e che continuerai ad aspettarmi, perchè io non vedo altro che il giorno in cui potrò riabbracciarti, aspetto solo che venga dato l'ordine di scendere giù e liberare questo paese.
tuo sempre
Francesco
ps ho conosciuto per caso un ragazzino, è orfano di padre e di madre ma sveglio e magro magro. Ha gli occhi grandi come i tuoi e gli ho detto che quando la guerra sarà finita potrà venire a stare da noi, così se quel figlio che tanto desideriamo ancora non arriverà avremo lui intanto da crescere. Cosa ne dici?
Caro Still.
RispondiEliminaMassacrata dal tuo post penso al nonnino mio Romolo, richiamato 33 anni, in Sicilia, le due figlie a casa.
Mia nonna pellegrina in ginocchio al Santuario in collina ad Asti,mai nessun racconto, paura negli occhi se gli chiedevamo qualcosa.
Prese la malaria in Sicilia, aveva crisi di febbre e io stavo con lui nel suo lettone pieno di coperte ad aspettare che il chinino facesse effetto..
Coccolino mi chiamava.
Ma dove sei nonnino???
Maledizione a me e a quando sono cresciuta.