30 novembre 2008

niente cenere, è tutt'ora fuoco

è che ho un cuore saldo nel petto
aderente di legamenti forse un po' induriti dal tempo
per questo marta sui tubi in concerto mi vibrano così forte dentro.
di diverso c'è un pianoforte e un violoncello, sì
ma il suono è ancora più roccioso e potente e le parole tagliate senza badare a possibili imperfezioni.
muri di suono che crollano quando giovanni gulino intona vedrai, vedrai di luigi tenco, ricostruiti se possibile ancora più massicci quando al posto del ritornello che qualcuno fra il pubblico prova già a cantare, attaccano post.
non più gelida, il violoncello la rende come un ghibli caldo che graffia della tanta sabbia portata con sé, e stavolta io non ho sentimenti solo sensazioni risuona quasi come un grido di aiuto.
nel mezzo c'è brividi, spinte, un sorriso fisso sulle labbra e la gola in fiamme.
pensieri a sonagli mordono sul collo e poi più giù.

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