il primo passo alzò il volume
il secondo imparò a ruotare all'esterno
al terzo restò a guardare il cielo
il quarto decise di fermarsi lì a pensare
quinto comprese come tornare indietro
il sesto fu il più difficile perchè rimbalzò
e rimbalzò senza fermarsi mai, poi capì come
al settimo comprese di dover arrivare sempre dal lato debole, da dove nessuno se lo aspetta
l'ottavo venne l'inverno
il nono si sciolse la neve intorno
il decimo lo portò allo scoperto e vide il nemico in faccia
l'undicesimo passo lo condusse al riparo dal vento, e quando smise di soffiare
mosse guerra, con urla risonanti, percuotendosi il petto
selvaggio
il dodicesimo prese aria e si tuffò nel profondo, a guardare l'abisso e fu preda di mostri
il tredicesimo tornato in superficie, si lasciò andare, al mare e alle onde e fluttuò
il quattordicesimo, fu anch'egli, infine, onda
il quindicesimo passo lo fece sulla riva, la sabbia era calda e non sapeva se altri passi lo stessero aspettando, tantomeno dove lo avrebbero condotto, così si sedette, sorrise, prese il taccuino e ne scrisse di quindici.
on air
radiohead & i.zion: : fifteen steps
ma sai che mi mancava tanto leggerti? :-*
RispondiEliminamanu..questa cosa mi riempie di, perchè no?, gioia. spero di sentirti prestissimo, magari domani :-)
RispondiEliminaè bello il lato debole, puoi entrare negli altri, per il proprio lato debole è sufficiente un attento presidio, t
RispondiEliminat .. il lato debole, cestisticamente parlando, è il lato opposto a dove si trova la palla, la difesa tende sempre a guardare lòa palla qundi nessuno si aspetta un taglio forte verso. però l'immagine cestistica la si può tranquillamente trasferire su altri piani, come tu acutamente, rilevi.
RispondiEliminaero io, eh! :-P
RispondiEliminasì, quando vuoi. :-*
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