1 - Intro, QCVC 6 : :
non sono mai cambiatoC'è un uomo, capelli bianchi e bastone sulle ginocchia, seduto sul ciglio di una strada di campagna. Quella che prima di scendere sugli orti incrocia la provinciale. Arrampicata alle sue spalle una capra, sola, girata a brucare la poca erba verde rimasta del terrapieno.
Uno lo sguardo nell'orizzonte, l'altra su quanto di più prossimo e urgente gli resta.
Non riesco a fermarmi e fare una foto. Sarebbe scortese, potrei distrarre il vecchio o spaventare l'animale. Trovo più rispettoso descriverla, la foto. Ognuno può immaginare quanto fredda sia la luce, al tramonto, quando il vento tira così forte.
2 - Quando vuoi : :
Stringimi il cuore in un pugnoIn tondo gira, attorno a un tombino, una coppetta di gelato vuota
spinta dal poco vento di giorni torridi.
Piena di formiche
rimangono aggrappate a residui appiccicosi cioccolato e vaniglia.
Golose o affamate, non cambia
ché più mangiano meno si tengono alle pareti.
Muoiono di vertigine, sazie, prima che il vento cessi del tutto.
3 - Preso male : :
Faccio un incubo e lo continuo da sveglioHo il futuro in un sogno fuori fuoco
più che nei ricordi
lascio gocce sul comodino
pietre nei cassetti
sudori asciutti sul cuscino
Sul gradino di pietra dove mi siedo, al mattino
a guardare il bosco
lascio pelle morta
cellule d'odio che non ce l'hanno fatta, le più vecchie e stanche
Molecole che avrei dovuto sciogliere nel mare
ora restano incastrate tra le crepe fredde del granito.
Atomi di saggezza e rancore mi ricordano di
sapere che sapere è tutto sommato un piacere fine a se stesso.
Di alcuna utilità
non serve a viaggiare più veloci e comunque
ci si perde facile nel bosco
sul bosco
davanti a me l'ombra delle nuvole spinte dal vento ci disegna sopra
ci scrive in verde scuro
su foglie e sassi
sull'erba ci distendo uno sguardo in tralice
come volessi suggerire alla luce la giusta punteggiatura.
4 - Vado avanti : :
Vogliono sedarti per riuscire a pestarti, ma noi restiamo in piediAl bosco gli racconto
gli dico di quanto pesino lacrime asciutte che non possono cadere giù
dei singhiozzi interrotti
sospiri mozzati
urla inascoltate.
Così ora sa dei passi incerti
di tremori senza fine.
Al bosco non importa cosa, quanto che.
Così si trasforma e mi guarda,
è un drago che m'incendia il cuore
schiude le uova del corvo.
Quello che mi ha fatto il nido nello stomaco.
Le parole volano fuori
oltre gli alberi e il cielo.
La voce vibra assieme ai fili d'erba e ai sassi.
Per ogni ramo, per tutte le foglie.
5 - Outro, Certe volte QCVC 6 : :
è bene ricordare a chi parla che puoi avere tutti i soldi del mondo ma certe volte per stare a galla ancora bastano una voce, un piano e una chitarra.Riposo all'ombra di un vecchio lenzuolo bianco tirato tra un tronco portato dalla mareggiata e un cespuglio di rosmarino.
Riposo finché ne ho per continuare a viaggiare.
Verso il sole
a passi lenti
ma regolari come il ticchettio di un orologio.