23 luglio 2005

natura morta senza più picchio



I villeggianti non sopportavano il volume esageratamente alto della sua radio soprattutto negli orari canonicamente dedicati al riposo. Come non bastasse fragorose risate accompagnavano ora gorgheggi di cantanti liriche, ora incomprensibili notiziari di radio macedonia. Alle minacciose richieste dell'intervento dei carabinieri, reagiva sempre allo stesso modo, dapprima spaventato, spegneva del tutto la radio per poi, rinfrancatosi e ripreso coraggio, riaccenderla ai medesimi orari e al medesimo volume poco tempo dopo. Di giorno vagabondava, non di rado parlando da solo ad alta voce di cose che solo lui sapeva; alla sera, seduto al bar sorseggiando una canadese, salutava chiunque passasse di lì, la mano alta e ben aperta, un sorriso male abbinato con la luce di follia che inondava i suoi occhi. La previdenza sociale gli garantiva una piccola pensione di invalidità che regolarmente si faceva bastare in sigarette e canadesi per i due mesi che lo separavano dal successivo assegno postale. A volte giovani freschi di patente e caldi nella testa lo puntavano con le loro macchine, fari abbaglianti accesi, mettendolo in un angolo, seduto con la sua canadese senza potersi più muovere. Ed allora i suoi occhi azzurri si facevano un po' più stretti, a fissarli. Sembrava che la nebbia, inconsueta in luglio, lo circondasse la sera quando rincasava, incurante della musica ad alto volume che dalla piazza andava su per il paese durante le feste di santi o di partiti politici. Incomprensibilmente lo accompagnava accostandolo.

questa cosa è stata scritta lo scorso anno di questi tempi. picchio se n'è andato a novembre.
prosit, a te.

on air/
sufjan stevens::chicago live

16 luglio 2005

ladies & gentlemen..

..I'm glad to introduce you mr. bob mould
. che, per chi non ne avesse mai sentito parlare prima, è il chitarrista/cantante degli ormai disciolti husker du, gruppo rock seminale di minneapolis, diciamo pure che la considero tuttora la più grande rock'n'roll band del pianeta, ma è un mio pensiero naturalmente. questo link porta direttamente all'ascolto della registrazione di una trasmissione radiofonica dove il signor mould suona e canta, oltre a farsi intervistare. registrazione perfetta, grande perfomance, provo ad immaginare una batteria ed un basso, che sono assenti, ma alla fine forse non ne sento la mancanza più di tanto. consigliato a chi vuole sentire come suonavano davvero gli anni '80 nella testa di chi come me si sentiva spesso in una zen arcade..

Playlist:
"Hoover Dam"
"Paralyzed"
"I Apologize"
"See a Little Light"

15 luglio 2005

sabbia & coca-cola (reprise)

un temperino emozionale a far la punta agli occhi, per capire come vivere ci vuole sguardo acuto.

niente sfumature, solo cielo blu, netto è sinonimo di pulito. e questo è quanto.

ho il cervello come una stazione, pensieri come passeggeri carichi e di fretta, cercano il binario giusto per poi prendere posto nel loro scompartimento. a volte sento anche fischiare il capostazione.

sabbia & coca-cola, graffia e non te la spiccichi facilmente di dosso.

in attesa che spunti la luna in un prato intermittente di lucciole.

guardavo una giovane signora sulla spiaggia e pensavo a mia madre alla sua età ed io piccolino che non avevo mai giocato con la sabbia. Lei magari, avendo notato che la guardavo, invece: "mio dio, non mi sono depilata l'inguine.." Mi disturba aver saputo dell'esistenza del mare solo verso i 6 anni, per quanto anche l'irsutismo..

seduto al margine della strada col culo al caldo dell'asfalto che di sera restituisce quel che il sole gli ha prestato tutto il giorno, il vento in armonia con la musica in cuffia, d'altronde wish you were here piaceva anche a mio padre, spero che la coincidenza porti ritardo. aspetto ancora una canzone ad accendermi una sigaretta, allora canto...massì chissenefrega!

ho il cuore che disegna una bella linea di basso, tossisco in ritmo. rantolare invece non ci sta bene.

oggi mi sono seduto sui ciottoli in riva al mare, meditazione in ambiente naturale, perfect balance hand in hand, ho tolto la lingua dal palato, i denti non a contatto tra loro, ho lasciato che il mio respiro scendesse giù fino al pavimento pelvico e riempisse..cosa? ho le palle già piene a sufficenza e questi cazzo di ciottoli sono scomodi e col sole in faccia come fai a visualizzare il rosa del chackra del cuore..fanculo, vado a farmi il bagno.

track 16 nothing compares to you di sinhead o'connor, alzo il volume. lascio andare i pensieri ed allora in sequenza: materia, struttura, carne e sangue. poi movimento, viscere. Infine spirito, dovrei curare maggiormente l'aspetto spirituale della mia esistenza ma quando mi ci metto nella testa compare la faccia baffuta di Grucho Marx che mi dice "la religione è l'oppio dei popoli, ce l'hai una cartina lunga?" non saprei, magari è grave?

ero lì che cercavo d'addormentarmi dopo una giornata piena di lavoro, quando sono comparsi loro. i mostri più terribilmente verosimili che abbia mai potuto immaginare, tutti colorati e resistenti anche ai tentativi di sogno guidato, sapete, talvolta cerco di instradare i sogni con un bell'inizio..chessò uscire da un tombino in mezzo ad un prato che circonda un playground coi canestri con le retine intatte, un vecchio voit e tutti i miei amici che m'invitano a giocare. cazzo di mostri, si mangiavano gli amici, uno addirittura con gli unghioni bucava il pallone, l'erba si seccava al loro passaggio e dal tombino uscivano topi con il muso come i diavoletti di Opopomoz. ho sentito allora una serie di scossette acide dal petto fin nella pancia, tremendo, sentivo l'intero decorso del nervo vago, in piena crisi distonica, il sudore freddo, il cuore per i cazzi propri, una lieve polipnea ed ho detto loro: "fate il cazzo che volete, io ho sonno.." bluffando. il più grosso allora s'è avvicinato minaccioso e non m'ha saputo dire altro se non: "beh, allora buonanotte!" a volte ho il dubbio che le benzodiazepine possano rinforzare i mostri e che l'ironia possa inibire invece la ricaptazione della serotonina nel cervello, per questo evito lo xanax e dico stronzate.


piccolo upgrade:
in grembo/margherita dolcevita::stefano benni
on air/this mortal coil::song to the siren

9 luglio 2005

sabbia & coca-cola (bloc notes al sole)

la mia anima non ha una buona cera anche se emozioni con le pattine scivolano via.

DAPprima? DAPpertutto?..Disturbato da Attacchi di Panico.

il suono delle dita sulle palpebre quando c'è sopra la salsedine di una giornata di mare e vento.

buono questo vino, ora qualcuno potrebbe dirmi che fine ha fatto il mio deus ex machina?

a volte non basta un panno antistatico per arrivare a quella lucidità che permetta di discriminare tra una donna e una trappola per topi.

talvolta il treno che ho nella testa trova la via sgombra e scende a dilaniarmi il cuore, allora vomito traversine, cavi elettrici e qualche vagone. poi stò meglio.

è quel tipo d'estate che schiarisce i capelli, non le idee, scurendo pelle e spirito al contempo.

sarà che sono dimagrito o che s'è rotto l'elastico, comunque mi calano i pantaloni.


on air/psapp::calm down

8 luglio 2005

racconto d'estate/il bambino di piazzale loreto (2/?)

Dall'archivio storico del comune di Milano, sezione lettere partigiane.


Maria cara, ci son voluti due anni affinchè i compagni riuscissero a garantirci che le lettere venissero in qualche modo recapitate, senza che sbirri o spie avessero modo di leggerle. Due anni da quando sono tornato dal fronte russo, due anni nei quali non hai avuto alcuna notizia della mia sorte. Alcuni di noi, rientrati nei ranghi, sono tornati a combattere o ad ingrossare le fila di manipoli fascisti. Per altri come me, meglio non tornare a Milano, preferiamo stare quassù in montagna e combattere quelli che ci hanno gettato in quest'impresa scellerata. Magari non è stato facile scegliere di non tornare a casa, da te che m'aspettavi. E che da me volevi un figlio, subito. Lo so, ma quel che ho visto e vissuto in Russia mi ha aiutato nella decisione. Spero solo che sia quella giusta, perciò ho cominciato anche a pregare. Non ridere, ma ricordi quando mi chiedevi alla domenica di darti il braccio ed accompagnarti in chiesa? I preti non mi son mai piaciuti e se l'ho fatto era perchè gli occhi ti ridevano nel sentirti pari ad una signora vera, affianco a tuo marito, alla messa. La prima volta ho pregato nella tormenta, coi russi che contrattaccavano e noi con quindici colpi e stivali di cartone. Il sergente ci diceva che dovevamo recuperare i bossoli dopo aver sparato, ma quelli, bollenti, scioglievano la neve e finivano chissaddove. Bisognava congelarsi le mani per ritrovarli e intanto ci tiravano contro da tutte le parti. Io sparavo, pregavo, frugavo nel terreno gelato e bestemmiavo e piangevo. Pregavo solo, alla fine. Come abbiamo fatto a scamparla è un mistero, anche se qui c'è qualcuno che dice che i compagni che stanno sopra Torino raccontano del sacrificio di un'intera divisione di Alpini che c'ha permesso la ritirata. Sia come sia io ora sono sulle montagne e tu chissà come fai a tirare avanti, spero sia tornata dai tuoi genitori, anzi tornaci se non l'hai ancora fatto. Da parte mia cercherò di non farmi ammazzare e tornare da te appena tutto sarà finito. Te lo giuro, lo sai che ti amo sopra ogni altra cosa al mondo.
Maria mia, spero che riuscirai a leggere queste righe e che continuerai ad aspettarmi, perchè io non vedo altro che il giorno in cui potrò riabbracciarti, aspetto solo che venga dato l'ordine di scendere giù e liberare questo paese.
tuo sempre
Francesco

ps ho conosciuto per caso un ragazzino, è orfano di padre e di madre ma sveglio e magro magro. Ha gli occhi grandi come i tuoi e gli ho detto che quando la guerra sarà finita potrà venire a stare da noi, così se quel figlio che tanto desideriamo ancora non arriverà avremo lui intanto da crescere. Cosa ne dici?