22 febbraio 2005

un cielo sempre piùbblù

ascoltai rino gaetano dalla prospettiva sghemba e sgraziata dei miei 14 anni, la prima volta. si capiva che a tenerlo a mente ci si giocava il futuro dei rapporti con  le ragazze, a quei tempi umberto tozzi cantava " tiamoti aaamo" e tutte ci cascavano, come le pere. così, in alternativa, mi proposi con l'archetipo del maledetto, col fascino del perdente, senza neanche saperlo. springsteen e radiohead ne avrebbero cantate le gesta anni dopo. comprai jeans usati e camicie a scacchi da portare fuori, ampie, e converse di tela con cui sbucciarmi sereno le ginocchia su un campo di pallacanestro, d'asfalto e pelle di ginocchia d'altri adolescenti come me. fu tutto così naturale, nella sua complessità. a domande tipo -se mio fratello è figlio unico, allora sono già morto?- cercavo risposte nel cimitero di spoon river, e nelle memorie di mio nonno, vecchie tessere del piccì, fotografie di prima della guerra, pennini e calamai e soprattutto vecchie lettere ingiallite. ma a certe domande si risponde solo con altre domande, che innalzano il livello, certo, ma che girano sempre in tondo. come una conchiglia. una perfetta conchiglia, fragile e stinta, fuori dal suo elemento naturale, inutile senza un contenuto vivo da proteggere. che ogni passo sia il cammino tutto, è una cosa bella da pregare. e da qui, da questa poetica visione, innalzarsi verso altre poesie che non si vuole pubblicare, e che invece, nel mio modo di vedere le cose, dovrebbero esser lette. così come pulsatilla dovrebbe scrivere ancora, perchè forse nessuno le ha detto che una volta sui muri c'era scritto: una risata vi seppellirà

on air/dave matthews band/crush

5 commenti:

  1. ...ma la notte la festa è finita, evviva la vita...

    Felice giorno.

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  2. lo sai, vero che, se congiunture astrali e temporali ci avessero fatti incontrare in un tempo passato con la giusta differenza di età, non sarei stata una tua ipotetica figlia, ma una tua ipotetica ammiratrice, col batticuore ogni volta che ti guardavo giocare sul campetto, ogni volta che cercavo di accompagnare la tua voce con un duetto improvvisato: "perchè è convinto che anche chi non legge Freud può vivere cent'anni, perchè è convinto che esistono ancora gli sfruttati malpagati e frustrati"???

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  3. EdV..chi vivrà vedrà.

    emi..astri e tempo, non sono miei amici, questa ne è l'ennesima prova.

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  4. Ma come fare non so

    "Si' devo dirlo ma a chi

    se mai qualcuno capira'

    sara' senz'altro

    un altro come me"


    ed il buon rino raccontava questo... e lo ho sempre pensato anche io. forse banale...




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  5. *grazie* per questa Antologia curata da Aldo Nove, questo nome per me è già una garanzia.

    In questi giorni la leggerò tutta, alla goccia.



    sì,sì...sei il mio uomo d'altri tempi.

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