c'erano una volta
un seme sul prato
il caso in agguato
un corvaccio s'un ramo
di molto affamato
e i corvi si sa, distruggono i semi col loro becco ignorante, e mentre l'oscuro volatile spiegava le ali per planare giù, un maialino selvatico parimenti digiuno, lo anticipò e ingoiò il seme tuttintero.
il giorno dopo il porcello pascolava tranquillo in una radura nel bosco quando all'improvviso gli scappò di fare cacca..
scelse un posticino niente male e via! in men che non si dica si liberò.
e insieme a tutto il resto c'era anche il piccolo seme, sano&salvo, quantunque puzzolente.
la terra grassa della radura unita al concime naturale, alla pioggia e al sole e alle vibrazioni d'ammore proprie del luogo, fecero sì che nascesse e crescesse la pianta più bella del bosco.
ma facciamo un passo indietro..
il maialino, ancora affamato il giorno che rubò il seme, continuando a girovagare per il bosco si ritrovò sul sentiero che portava a casa della strega turchina..
vogliamo fare insieme un altro passo indietro? massì facciamolo
la strega turchina in realtà non era sempre stata strega, un tempo stimata e benvoluta fata dei boschi, aveva presto commesso un unico ma terribile errore: quello d'innamorarsi del principe, figlio del sovrano del reame di ....
un brutto giorno, (per celestina, lapislazzuli, o come cavolo si chiamava!) il principe, caduto da cavallo, venne soccorso e curato da Egle.
Egle era una giovane e bella contadina dalla chioma corvina e gli occhi cilestrini e, come spesso succede in certe situazioni, i due prontamente si piacquero e s'innamorarono.
l'ancora fata, turchina per via dei capelli naturalmente, prese molto male la cosa e ancor più cieca d'amore per il giovane prence, uscì di senno.
così si rintanò nella sua casetta nei boschi a pensare e riflettere e tramare e leggere e studiare vecchi, polverosi manuali di magìa, finchè non ne uscì completamente trasformata nell'aspetto ma soprattutto nelle intenzioni.
così andò nel bosco in cerca di erbe rare e insetti, rospi e pipistrelli, acque di fonti maledette e funghi dalle strane proprietà, insomma una quantità di stranezze di natura presenti in quei luoghi in grande abbondanza.
tornata a casa, accese il fuoco sotto il pentolone e cominciò a preparare una pozione magica che avrebbe trasformato i due sventurati amanti in fattori di tragedie.
il terribile preparato della neo-strega avrebbe trasformato il figlio del loro amore in orrido mostro, terribile drago o assassino seriale, questo a turchina ancora non era completamente chiaro, così come non fu chiara la sua vista, essendo cieca d'amore, ricordiamo, nella lettura e interpretazione di quei libri tanto magici quanto ragnatelati.
fu così che scambiò le quantità degli ingredienti, mettendo infatti due prese di caccole d'occhio di pipistrello e solo una di funghetto gnè-gnè, sbagliò il tempo di cottura e addirittura girò e rigirò col mestolo in senso inverso a quello dovuto..
sbagliò la pronuncia della formula magica e sternutì spargendo nel pentolone milioni di germi felici come lemmings che precipitano in gaia compagnia.
e la pozione, come talvolta fanno le mayonnaises (ma anche le polente, credo), impazzì.
il risultato fu che la strega in erba dovette buttare tutto nel secchio dei rifiuti organici, quello del compost, appena fuor di casa.
a margine del sentiero..
il maialino, reso intrepido dalla fame si avvicinò quatto quatto e nottetempo frugò e grufolò tra l'immondizia contaminata dai patogeni della corizza e dalla pozione cialtrona.
il seme, nei visceri del giovane suino, si ritrovò immediatamente circondato ed immerso in un'atmosfera magica (un po' come quando entri all'olimpico durante l'inno di venditti), e si sentì subito diverso,
non più...
oppure meno...
differente. ecco.
la pianta cresciuta e pasciuta nella radura, nata da un seme fata-lmente modificato, cominciò a dare i suoi frutti.
erano pomi rossi più grandi, lucidi e presumibilmente dolci degli altri. chiunque passasse di lì, uomo o animale, era incantato alla vista di siffatte mele e nel tentativo di afferrarne una rimaneva agghiacciato nel sentire il frutto cominciare a parlare e dire cose irripetibili.
mele magiche parlanti.
ecco cosa aveva prodotto l'unione di un seme con l'errore umano, anzi, fatale.
"come se non bastassero gli uomini a dire scemenze", pensò turchina passando un giorno per la radura e rimanendo meno turbata degli altri, essendo lei abituata a misurarsi con cose soprannaturali.
così si allungò verso il ramo più vicino e, dopo aver afferrato la mela più rossa, lucente e impertinente dell'albero, diede un morso profondo.
d'improvviso gli uccellini smisero di cantare, nuvole grigie velarono il sole, un vento fresco si levò a scompigliare i capelli della strega, già improbabili nel colore.
un'improvvisa e invadente dolcezza si fece strada nella sua bocca e da lì si sparse moltiplicandosi per le membra e il corpo tutto, trasformandosi infine in un senso di diffusa bontà.
poi una specie di magìa fece sì che i capelli diventassero finalmente di un morbido biondo cenere, tanto di moda a quei tempi, al posto degli stracci un vestito di vago sapore vintage color prugna si materializzò, le guance lievemente arrossirono e le labbra lievitarono come in preda ad impeto siliconico. le scarpacce nere furono le uniche a mantenere una certa somiglianza, si modificarono appena prendendo le fattezze di lucidi anfibi, perfetti per gironzolare per boschi ma anche per pogare con un certo style ad un eventuale rave di folletti e gnomi.
le mele magiche parlavano, indicibili improperi, certo, ma solo per tenere lontani gli immeritevoli e i fifoni. gli scettici viceversa, che avessero avuto l'ardire di assaggiare il frutto cianciante sarebbero entrati in un magico mood di bellezza & bontà, kalòs kai agathòs, come diceva omero, intruppando agli spigoli e inciampando nel guinzaglio del suo cane per ciechi.
il frutto rendeva più buoni, forse per le vitamine, chissà, ma non tutti potevano mangiarne, perchè se tutti diventassero buoni, i cattivi che fine farebbero?
e senza un cattivo cui paragonarsi, chi potrà dire che sei davvero buono?
ma soprattutto per una questione di perpetuazione della specie
o per motivi evolutivi
perchè magari dall'unione di un buono e un cattivo viene fuori un giusto.
le mele magiche crescono per caso, per corvo e per maiale, in una radura nascosta nel bosco, se le mangi diventi buono, come la strega che adesso fa la pierre al congresso dei maghi o agli eventi al castello, sorride sempre e per tutti ha una parola gentile.
anche per Egle che, dopo quattro figli, ha mezz'ettaro di schiena coltivato a culo, e per il principe fedifrago, ormai abbrutito dal menàge, al quale riserva anche una strizzatina d'occhio.
le mele magiche, bimba mia, naturalmente non esistono, tantomeno le fate.
certi principi poi fan cose che è meglio lasciar stare.
chissà..forse conviene imparare a dosare meglio gli ingredienti.
chè i buoni a questo mondo non hanno vita facile, tantomeno così lunga.
on air/comaneci::our truth
mettete insieme una sera che mia moglie esce a cena con le amiche, mia figlia che proprio non ne vuol sapere d'addormentarsi, la nuova mescita del quartiere che vende un nero d'avola molto tosto.
RispondiEliminaquesto è il risultato. declino ogni responsabilità..sbagliando caso.
Tranquillo... io una volta ho raccontato a mio figlio la storia del grande reame verde dove il cavaliere bianco, il diavolo rosso e la strega gialla dovevano salvare/uccidere i poveri 5 gnomini rossi del castello incantato... io volevo tanto andare a giocare a biliardo con un mio amico... ma non potevo uscire!!! siamo genitori d'oggi.. e poi.. chi ci crede più a cappuccetto rosso!!! sembra il nome di un preservativo alla ciliegia!
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