osservo il giovane pakistano o forse bengalese, mi passa davanti alla guida di un vecchio furgoncino mercedes, porta la frutta. come tutti i furgoni attempati, perde olio.
lei cammina sul marciapiede non leggera nè disincantata, consapevole del suo culo esagerato che esibisce appena coperto da jeans corti e stracciati ad arte.
lui invece mi guarda distratto, fermi, assieme, al semaforo. negli occhi l'espressione tipica del giovane proletario, avremmo detto un tempo. un lavoro del cazzo per una paga misera, la roma che continua a perdere, ma .. 'sticazzi! c'ho la smartina nera nuova nuova, presa a rate che se mi licenziano come faccio? .. 'sticazzi, intanto ce l'ho!
di fronte a noi un altro poveraccio che rimedia qualche spicciolo facendo il giocoliere ai semafori, litiga coi lavavetri, certe volte, oppure col vecchio, storico venditore di fazzolettini (che dice che ci si è comprato casa con quella cosa là).
dall'altra parte della strada arriva un altrettanto giovane manager macrobiotico, giacca, cravatta e bicicletta. anzi citybike. occhiale scuro, espressione mooolto sicura di sè.
proprio un bel quadretto .. penso.
il ciclista non riesce a staccare lo sguardo dal culo esagerato, non vede la macchia d'olio, la ruota della bici derapa, sbanda, il disgraziato perde il controllo del mezzo e rovina contro il giocoliere ..
certe facce non si dimenticano facilmente. così è per l'espressione del proletario romanista fermo al semaforo, il suo sguardo assente, puntato impotente verso la parabola che la clavetta ruotando impazzita nell'aria fa verso il cofano della sua smartina nera nuova nuova. poi il boato. subito dopo il verde.
me ne vado, felice di andare per i cinquanta.
on air/
the streets : : could well be inthe field : : a paw in my face