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16 settembre 2014

la vita è un ospedale (da un incipit del lonfo)

La vita a volte è strana, tanto quanto gli esseri che la animano. 
Mettete un ospedale, per esempio, dove c'è la signora Egle che di continuo suona il campanello per chiamare l'infermiera di turno.
Vuole assolutamente essere spostata di letto perché il riscaldamento, dice, è troppo vicino e le secca la gola e così deve bere di continuo ma la cosa ovviamente la costringe ad alzarsi di frequente per andare a far la pipì e le ginocchia le dolgono tanto, ma tanto, così tanto che ogni volta rischia di cadere.
Magari starebbe meglio accanto alla finestra, potrebbe così guardare fuori e distrarsi un po' e di sicuro penserebbe meno alle giunture dolenti.

Non si potrebbe

replica tranquilla l'infermiera,

ma chiederò alla caposala...


Non ci penso proprio, io da vicino alla finestra non mi muovo!

Immediata la reazione della giovane occhialuta con una pila di libri sul comodino, cuffiette nelle orecchie e nessuno che la venga a trovare il pomeriggio durante l'orario di visita.

Non per cattiveria

insiste

ma proprio per una questione di clorofilla

La signora Egle sbuffa, il volto dell'infermiera diventa simile a un punto interrogativo.

Se non prendo abbastanza luce non ne produco a sufficienza e allora mi si torce la colecisti, s'indignano le surrenali, il duodeno non sopporta il digiuno e l'amigdala ha paura dell'ippocampo...

L'autorevolezza degli argomenti, sostenuti dal peso di tutti quei libri sul comodino, zittiscono la signora Egle, mentre una strizzatina d'occhio furtiva all'infermiera mette subito le cose a posto.
O almeno per un po'.

on air/
francesca vannucci : : all i need (radiohead cover)

8 dicembre 2011

undun




I muri sono le pagine bianche della nostra vita, sta a noi riempirle 

pensano larghi nei loro abiti XXL giovani writers col cappello da baseball messo al contrario
bomboletta sempre a portata di mano
quella scritta comparve sui muri appena ripuliti di un liceo, dopo il putsch di un preside oltremodo autoritario, in risposta
il muro andrebbe costruito da firenze in giù, è la convinzione di buona parte della popolazione di questo paese che vive nelle pianure fredde e umide del nord
il muro, adeguatamente usato, può essere utile in quei casi di lombo-sciatalgia dovuti al protrarsi di posture lavorative poco ergonomiche o comune malumore causato da un'attività sessuale scialba, sciatta, poco partecipata
ovvio che in questo caso diventi d'importanza capitale non il muro, quanto chi.
Al muro mi ci sento spesso messo con le spalle, e non è carino
no
allora, per reazione, ci sbatto la testa.
I muri hanno orecchi
certe volte sono maestri
altre volte c'è chi ci parla
i muri cadono, i muri crescono
al muro c'hanno messo un sacco di gente
anche per questo guardo con simpatia a giovani writers.
Anche per questo è giusto scriverci sopra.

on air/

the roots : : make my

3 dicembre 2011

ottusi




ottuso
continuo a provare a non cadere sentendo crolli dentro, come quando fai una buca nel bagnasciuga
già lo sai che le pareti non reggeranno e comunque scavi ancora un po'.
Lo stormo di uccelli sulla mia testa gioca alle figure che noi, qua sotto, si prova a indovinare, e non facciamo mai in tempo che tutto è già cambiato

del tramonto ricorderò sempre l'odore del rosso luminoso, diffuso, irreale e per questo foriero di sventure
certi uomini hanno sempre bisogno di qualcosa che li tenga sulla terra ché se li lasci andare non è detto salgano su come palloncini fuggiti a piccole mani.
qualcuno va giù, giù, giù. poi ancora un po', senza rimbalzare. Mai.

io? vivo d'inerzia
i miracoli esistono
non sono poi così rotondo e le mie giornate sono mai in discesa.

La signorina danza una vecchia hit di Madonna mentre fotocopia la cartella clinica di mia madre, un saltello, un "oh yeah!" e la macchina vomita fuori un duplicato dell'ultimo tracciato
l'ultimo ECG prima di morire.
Vorrei essere stormo, adesso. Cagargli sul parabrezza.


on air/
the roots : : redford (sufjan stevens cover)


19 gennaio 2011

vedere ancora sogni mentre sputi dentifricio*

I sogni di mattina presto hanno un suono e il merlo che mi canta sotto le finestre deve necessariamente sentirli.
me li interrompe sfumandoli sul più bello tutte le volte.
al pennuto non gli piacciono i miei sogni.
la mattina.
presto.
bastardo.

on air/

the black keys : : girl is on my mind

*signature di certo zakka, amabile scrittore leggibile su scriptaVolant

27 novembre 2009

23 ottobre 2009

yas (yet another snapshot)




stretta la foglia larga la via
avete fatto la vostra ora dico la mia:

c'è un gruppetto di studenti al bar
parlano di "'sto cazzo de latino"
"tzoccola che a ottobre già 'r primo compito"
una di loro mostra ai raggi del sole delle novemenunquarto
il lavoro del suo ortodontista
costato chissà quante ore di straordinario a un padre stanco e sfiduciato, ormai
brilla
acceca quasi
metallico e freddo
poi da quella bocca armata d'apparecchio e vistosissimo rossetto esce uno sputo preciso.
galleggia in una pozzanghera d'acqua scura assieme al mio sguardo riflesso.
un altro, assente dai discorsi dei compagni di scuola, lecca per lungo una cartina grande, poi ne strappa via l'eccesso
provo ad immaginarmi nei panni della tzoccola
che lo interroga
che annega nel silenzio che ne segue
assente e ignorante
poi nello sguardo inebedito e arrossato di un giovane studente stonato già alla seconda ora.
mi giro verso il bar di fronte
fuori, seduto contro il muro, un pensionato strappa un pezzetto di briòsc
la inzuppa nel caffellàtte
lascia cadere le gocce di troppo
e con mano tremolante porta alla bocca.
sul muro dietro di lui con la vernice rossa c'è scritto
quando vai in guerra il nemico poi ti spara
mi aspetto da un momento all'altro di veder traballare sulla mia giacca la luce rossa di un puntatore laser
in guerra, io, mi ci sento da un pezzo.

stretta la via larga la foglia
sotto spesso ci si nasconde una merda di cane.


art/amilcare di paolo : : autoritratto

di lui osea cipriani scrive:

Amilcare Di Paolo raccoglie ogni genere di oggetto che cattura la sua attenzione: legni scheggiati, vecchi elementi di ferro, pietre erose dal vento o dall’acqua; li riporta nelle sue opere concedendogli lo spazio per ricaricarsi, con il resto della composizione, di una componente magica piena di affettuosa ironia. La sua superficie non è mai piatta e sognante, spesso la trattazione è drammatica, basti vedere l’uso frequente dei graffi e delle incisioni, che svelano una natura tormentata, afflitta dalla nostalgia per quella felicità che poteva essere e non è mai stata.


..ecco, appunto.

on air/

frangar non flectar : : la trappola

di loro stessi invece scrivono :

Quindici anni di storia e la necessità di trovare l'essenziale, la sostanza, l'origine. Il suono , la parola che includano tutto il resto. Niente abbellimenti, niente fronzoli. Rock 'n' Roll'. Puro e semplice.
La poesia è nel gesto diretto, scarno, che non ammette equivoci. Nella sincerità assoluta, che si fa sussurro e si fa volo. C'è l'orgoglio di offrirsi con la propria unica verità, quella del corpo e del sangue.

su jamendo c'è tutto l'album.

25 settembre 2009

spappolamento del nocciolo della questione (post surreale)

ti sparo.

oddio! no .. perchè proprio a me?

sei come gli altri, quindi ti sparo

ma perchè .. io sono uno regolare, io lavoro. che c'entro?

che lavoro fai?

ehm .. disegno icone

???

icone .. quelle del computer

e che lavoro del cazzo è? a che serve .. il genere umano ci ha messo millenni per passare da una comunicazione elementare fatta coi disegni ad una più articolata .. il linguaggio. e tu disegni icone .. perchè? a che servono?

per fare prima

prima cosa?

il tuo lavoro .. fai prima quindi guadagni di più, capito?

io sono un dipendente ..

allora guadagnerà di più il tuo padrone

vedi che faccio bene? adesso ti sparo

oh cazzo! .. almeno ad una gamba

va bene

attento a non colpire l'arteria femorale

va bene

 .. anche il nervo

va bene

e neanche l'osso

va bene

ah .. nemmeno il muscolo vasto mediale che poi è difficile da riabilitare

piantala, sei un medico?

sì, anche ..

che vuol dire "anche"?

ho un piccolo ambulatorio clandestino

e che ci fai?

ci ricucio malviventi reduci da scontri a fuoco con la polizia che non potendo rivolgersi a strutture ospedaliere per ovvi motivi, si rivolgono a me che con un piccolo sovrapprezzo tengo la bocca chiusa.

ti sparo

aspetta!

cosa?

ti do soldi

non li voglio

coca?

no grazie

donne?

nemmeno

ragazzi?

uffa .. no

cosa vuoi allora?

 .. spararti?

aspetta, ce l'ho una cosa
(si gira, apre un cassetto e senza farsi vedere tira fuori una pistola)

bang!

bang!

giacciono a terra entrambi
in un bagno di sangue
la polizia liquiderà l'accaduto come esito di lite per futili motivi, oppure doppio omicidio di natura passionale maturato in ambiente condominiale, come ce n'è tanti. al giorno d'oggi ..


on air/

volcano choir : : Island, IS

13 settembre 2009

straight to hell



eppure
io mi ricordo
ed è un ricordo vivo, le immagini, i suoni e gli odori sono ancora lì
ogni tanto qualcosa me li riporta in superficie, dentro.
due note di una canzone suonata dal busker giù, sotto i corridoi della metro, oppure quando cammino per le vie del centro di roma o se mi fisso a guardare il cielo fuori dalla città.
chè qui ormai l'inquinamento ti confonde ogni colore, sbiadendolo.
eppure
una volta era proprio azzurro, il cielo, la mattina d'inverno che traversavo centocelle a piedi per andare a scuola. le mattine d'inverno, quando un po' di tramontana ripuliva l'aria, e respiravi a fondo l'eccitazione fredda dell'adolescenza.
e tutto mi sembrava così leggero, anche le assemblee, i collettivi e le manifestazioni tutti assieme.
era un vivere leggero, davvero.
eppure ..
in questi giorni così pesanti
ancora oggi
continuano a chiamarli anni di piombo.

on air/

lily allen : : straight to hell (clash cover)

the national : : clampdown (clash cover)

23 agosto 2008

cubbéll & covill*

tutto ciò di cui ho bisogno
è tutto,
subito.

*niente e nessuno

26 giugno 2008

gags

- dio come so' stanca..
- ?
- amo fatto gheg in palestra


- io insegno pancafit
- ah..sei una mezierista?
- macchè..guarda che ho votato alemanno io..


passenger : : do what you like

amos lee : : ease back

calico horse : : father feed me

24 giugno 2008

subliminalia

siamo tutti sulla stessa barca
grazie al cazzo se poi affonda

vorrei vederti sotto un'altra veste
che co 'sta gonna stretta è impossibile sbirciare

la vita è come le scale
sali
sudi
ansimi
perchè c'è sempre uno stronzo che ha lasciato la porta aperta dell'ascensore all'ultimo piano

numero 6 : : un segnale debole

qui tutto l'EP

13 giugno 2008

c'è chi la vuole cotta
chi la vuole cruda
e chi la vuole tutta e subito
ma tanto non te la danno

le patate si lessino, si passino, s'impastino con sale e farina, si modellino in forma di cordone del diametro di mezzo centimetro, si tagli il cordone in segmenti regolari, li si riversi in acqua salata e bollente, si attenda il loro venire a galla e per quel che concerne gli gnocchi siamo a posto.
per la gnocca è tutt'altra storia.

del blog qualcosa ne capisco, della copula meno
vado sempre a capo
tuttalpiù metto una virgola

estratti dagli appunti per la conferenza "il blog finalizzato alla copula"


sigur ros : : gobbledigook 
qui per la registrazione e download

23 maggio 2008

('sti) cats

PEE PEPEEEE PEEEEEEEEE !!!

.... SKKRRRIIIIIIII !!

MEOWWW !!

SFRATCH!


           ...


- oh..merda..!

- ma che hai fatto..? l'hai acciaccato..

- ..ehhh, non l'avevo visto..

- come non l'avevi visto..j'hai pure sonato..

- evvabbè..era 'n gatto

- ma sei 'n criminale..attraversava pure sulle strisce..

- sì..ma era nero


on air/chemical bros : : let forever be