15 luglio 2006

piccoli insetti

"se vuoi l'uomo accanto a te, allora tratta meglio il bambino"
queste erano state le sue ultime parole prima di scendere dall'auto sbattendo violentemente la portiera. era spaventato, diceva, dalle conseguenze delle mie frequentazioni e non sapeva niente di quel che facevo realmente. nulla di quel che fosse la mia vita vera, ma mi aveva sorpresa mentre uscivo con la macchina dalla villa di Catanìa, boss della costa a sud di roma.
tre giorni prima la finanza aveva sequestrato 5 chili di cocaina liquida purissima, ancora da tagliare ed arrestato decine di persone smantellando così buona parte delle piccole bande che controllavano il traffico di stupefacenti con la benedizione e la supervisione di Catanìa.
quello che il boss non sapeva era della mia macchinazione per far partire la soffiata, della mia responsabilità, giovane e ben camuffata manager dell'acquisto, trasformazione e vendita al dettaglio.
dopo aver tagliato le gambe ad una concorrenza greve e spesso stupida, senza rischiare granchè, ora bisognava convincere il boss della bontà delle mie idee e della mia organizzazione.
Ma il mio fidanzato per caso mi aveva vista uscire dalla sua villa e qualche ora dopo, in macchina, era lì a chiedermi conto, ad indagare testardo e per nulla convinto dalle mie risposte. ci frequentavamo ormai da qualche mese e tutto filava liscio, innamorato perso mi aveva subito introdotta nel giro "bene" del litorale, rinforzando così la mia facciata ufficiale, quella pulita di amministratore delegato di un grande wellness center.
ora non ci credeva più e al mio ennesimo goffo tentativo di spiegare in qualche modo che quel che aveva visto in realtà era un'altra cosa, si era messo anche a piangere.
senza singhiozzi, ma le auto che percorrevano la litoranea in senso opposto gli facevano brillare due grandi righe sul viso, che partivano da sotto gli occhi scuri.
m'infuriai e dura gli dissi che era un uomo quello che volevo accanto non un bambino in lacrime.
lo lasciai andare, non senza rimpianti.
tornata a casa (avevo resistito alla tentazione di schiacciare un'insetto rigirato sulle scale) mi versai un bicchiere di rosso con venti gocce di sonnifero, mi ci voleva una bella dormita, pensai piegando il vestito e riponendolo sulla poltroncina davanti al letto.
chiusi subito gli occhi senza nemmeno immaginare che il boss aveva già saputo.

2 commenti:

  1. "se vuoi l'uomo accanto a te, allora tratta meglio il bambino"


    la ricopierò venti volte sul muro come un compito di punizione, come un compito aggiuntivo.

    è una frase bellissima, ha un significato bellissimo.


    quanto mi fai impazzire, uomobambino!!!

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  2. emi..hai colto il messaggio al volo, troppe donne hanno paura di uomini che palesano ogni aspetto della propria personalità. equivocando spesso.

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