3 dicembre 2011

ottusi




ottuso
continuo a provare a non cadere sentendo crolli dentro, come quando fai una buca nel bagnasciuga
già lo sai che le pareti non reggeranno e comunque scavi ancora un po'.
Lo stormo di uccelli sulla mia testa gioca alle figure che noi, qua sotto, si prova a indovinare, e non facciamo mai in tempo che tutto è già cambiato

del tramonto ricorderò sempre l'odore del rosso luminoso, diffuso, irreale e per questo foriero di sventure
certi uomini hanno sempre bisogno di qualcosa che li tenga sulla terra ché se li lasci andare non è detto salgano su come palloncini fuggiti a piccole mani.
qualcuno va giù, giù, giù. poi ancora un po', senza rimbalzare. Mai.

io? vivo d'inerzia
i miracoli esistono
non sono poi così rotondo e le mie giornate sono mai in discesa.

La signorina danza una vecchia hit di Madonna mentre fotocopia la cartella clinica di mia madre, un saltello, un "oh yeah!" e la macchina vomita fuori un duplicato dell'ultimo tracciato
l'ultimo ECG prima di morire.
Vorrei essere stormo, adesso. Cagargli sul parabrezza.


on air/
the roots : : redford (sufjan stevens cover)


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