31 dicembre 2006
strange days
da quella storia anche senza portare gessi ne ero uscito comunque con le ossa rotte.
nuvole scure m'inseguivano nella corsa verso il mare, in gioventù ero solito leccarmi le ferite emotive durante lunghe passeggiate sulla spiaggia, e spingendo sull'acceleratore sentivo già il dolore mordere con meno accanimento.
in più erano giorni che quel motivetto nella testa non mi abbandonava.
un motivetto conosciuto ma non riconosciuto, camminando per la strada lo fischiettavo persino, sperando me ne sovvenisse il titolo, e così forse, ad occhi disattenti, sarei anche potuto apparire spensierato, se non addirittura felice. ma dentro sentivo il rumore sordo di qualcosa che continuava a spezzarsi, in maniera irreparabile, sotto la spinta di una forza misteriosa e troppo grande per opporvi resistenza.
qualcosa sembrava giocasse a confondere i miei sensi, vedevo lampi di luce sul mare, quando invece le nuvole erano rimaste indietro, su verso le montagne e l'autostrada, e la sabbia, gelida già dopo il tramonto, era al contrario brace sotto i miei piedi. cosicchè quella che nei miei programmi sarebbe dovuta essere una passeggiata, divenne infine una corsa feroce verso il paese, la prima osteria, il primo bicchiere di rosso.
avrei continuato a fischiettare il motivetto stonato dall'alcool, ma con l'anima anestetizzata, almeno.
improvvisamente da una mescita elegante, uno di quei locali che infestano i tanti centri storici dei paesi sulla costa, uscì ridendo una donna, brilla ed alquanto incerta nel passo ma risoluta nel guardarmi dritto negli occhi ed affrontarmi.
rimasi sconcertato quando mi chiese se per caso ricordassi come faceva l'aria della carmen.
mi baciò lasciandomi sulle labbra l'aroma del vino bevuto, riconoscente per avergliela canticchiata.
grazie a lei, finalmente ricordavo cos'era quel motivetto.
e grazie a quel bacio mi sentii meglio.
on air/beirut::postcards from italy
beirut::mount wroclay (idle days)
28 dicembre 2006
hello everyone
il dibattito di fine anno riguardo il rapporto tra mercato musicale e web già iniziata con un post di el rocco, si è poi acceso dopo l'iniziativa della EMI di contattare alcuni blog che si occupano di musica, per promuovere il disco dei the good, the bad and the queen.
e mentre partono critiche ben argomentate da parte di inkiostro sulla goffa modalità di approccio, 24574 e il blogdelladomenica, bocciano severamente l'iniziativa come tanti altri bloggers e commentatori, wittgenstein titolando il post realtivo all'accaduto incoraggiare, incoraggiare forse punta ad una tregua tra web2.0 e industria discografica 1.1, la stessa che attraverso la RIIA continua ciecamente a combattere il P2P e gli m-blogs.
io per conto mio, mi chiamo fuori e posto il secondo, nuovo lavoro dei tryad::listen, anch'esso, come il primo, rilasciato con licenza creative commons.
qui l'intero album in formato mp3, compresso
e per chi ne vuole solo un po'
tryad::you are god
tryad::beauty
nei comaneci mi ero già imbattuto cercando materiale per l'intervista agli amycanbe con i quali condividono la cantante, francesca, che per i comaneci suona anche la chitarra acustica.
andrea alla chitarra elettrica e jenny al violoncello completano un gruppo al quale l'aggiunta di una sezione ritmica rischierebbe di rompere le atmosfere sognanti create con delicatezza.
un EP nel 2005 al loro attivo e molti molti concerti che impressionano positivamente pubblico e critica, qualche brano prestato alla colonna sonora di provincia meccanica, un lorospazio ed un nome che è un omaggio alla più grande, elegante, aggraziata ginnasta mai esibitasi in un'olimpiade. (la foto è di concertinalive)
comaneci::I didn't think the same
"Hello everyone…
Our record is done and mastered!
It’s called Neon Bible"
così win butler scrive sul sito degli arcade fire, gruppo canadese che tanto spazio e tanti elogi ha ricevuto su questo blog (e su molti, molti altri) nel 2004.
un'intervista su BBC-1 ha permesso anche di far ascoltare un primo assaggio del nuovo disco, la canzone è intervention, già sentita dal vivo sulla KCRW in versione semi acustica.
In quella da studio è cambiato un po' il testo e l'inizio d'organo, poi il glonkenspiel, la batteria ed infine tutto il resto della band è in puro stile springsteeniano. ed è già il brano dell'anno, per me.
arcade fire::intervention (live on KCRW)
si chiude con l'EP natalizio dei diaframma, scaricabile dal loro sito. ed è un bel regalo.
specie questa cover di una canzone dei dik-dik targata 1972.
diaframma::viaggio di un poeta
evvabbè.. mi pare abbastanza, buon anno nuovo. allora.
26 dicembre 2006
lo splendore di un respiro
alberto è un giovane medico, studente di osteopatia.
e questo ai miei occhi lo rende una persona particolare, ovviamente, ma quando un po' di tempo fa, avendo saputo di questa mia manìa musicale, mi regalò il disco degli ammuina, il gruppo nel quale suona e canta (soprattutto), anche alle mie orecchie è sembrato molto speciale.
qualcuno li ha accostati ai mogwai, altri definiscono la loro musica post-rock di chiara derivazione radiohead.
io, da utente viscerale qual sono, posso solo dire che i suoni caldi, i moog e la voce talvolta sfacciata nell'essere così "tanta", mi ricordano le cose che ascoltavo attento e rapito accoccolato sul divano, coperto da un plaid durante le feste natalizie quand'ero adolescente.
"tutto lo splendore di un respiro" è un concept album come se ne facevano una volta, e athos, marco, vittorio e antonello, insieme al già citato alberto, coniugano talento e progettualità, doti rare di questi tempi.
la loro musica è un po’ come la storia del posto in cui suonano, ovvero un container dentro un cimitero di auto, ed emblematicamente loro stessi dicono che "la nostra musica prende forma dove la vita dei motori finisce".
da sentire ripetutamente..
ammuina su myspace
on air(in streaming)/ammuina::lacrima verde
24 dicembre 2006
non capirai mai se non rallenti
Ero sul punto di chiedergli se mi avesse raccontato frottole, ma poi mi resi conto che non lo avrei mai fatto. Sono stato convinto a crederci e questo era l’unica cosa che contava. Fino a che c’è qualcuno che ci crede non esiste storia che non può essere vera.
un racconto di natale di auggie wren::paul auster
on air/robertina & gatto ciliegia::nessuno
un racconto di natale di auggie wren::paul auster
on air/robertina & gatto ciliegia::nessuno
23 dicembre 2006
the big chill
incontro casuale tra due ex-compagni di scuola al centro commerciale sotto le feste:
madonna! quanto tempo è passato..
ma te lo ricordi il professore di greco, quello che veniva a scuola in bici col fiasco di vino legato sul portapacchi?
e quando qualcuno segò il bastone di quella di scienze che poi s'è sfracellata per le scale..
(mi diede biologia a settembre quell'anno) penso tra me
e l'autogestione? l'eskimo, la tolfa, le finte clarks
(ricordo che alle manifestazioni portavamo un limone..credevamo fosse utile contro i lacrimogeni)
e che fai adesso, eh?
sto 'ncazzato paro paro a prima..te invece come mai qui?
mia moglie vuole tanto un plasma da 42 pollici sotto l'albero quest'anno..
on air/albanopower::jingle bells
se vi piace andate qui e scaricatevi l'intero EP natalizio, e buone feste. ecco.
madonna! quanto tempo è passato..
ma te lo ricordi il professore di greco, quello che veniva a scuola in bici col fiasco di vino legato sul portapacchi?
e quando qualcuno segò il bastone di quella di scienze che poi s'è sfracellata per le scale..
(mi diede biologia a settembre quell'anno) penso tra me
e l'autogestione? l'eskimo, la tolfa, le finte clarks
(ricordo che alle manifestazioni portavamo un limone..credevamo fosse utile contro i lacrimogeni)
e che fai adesso, eh?
sto 'ncazzato paro paro a prima..te invece come mai qui?
mia moglie vuole tanto un plasma da 42 pollici sotto l'albero quest'anno..
on air/albanopower::jingle bells
se vi piace andate qui e scaricatevi l'intero EP natalizio, e buone feste. ecco.
20 dicembre 2006
.net (riscritture)
picchiare le dita sulla tastiera al ritmo della musica scelta, lasciar fluire le parole
è come fare una passeggiata sugli scogli con la testa tra le nuvole
non e' importante dove vai ma il ritmo che ci metti
ogni volta una sporgenza differente
evitando di cadere
senza rallentare
tutto li', in quell'attimo
quel solo secondo in cui potresti scivolare e farti davvero male
il tempo di realizzare che le dissonanze che infastidiscono in questa playlist sono in realta' toniche dominanti col potere di accendere
e mi ci abbandono in maniera molto poco zen, convinto fin dal profondo che sia comunque irrilevante
playlist di natale/
the red faced laughter::clouds came
cedars::black book
takka takka::we feel safer at night
greater explosives::ante mortem
john vanderslice::trance manual
foto di kappa
18 dicembre 2006
stringimi cullami e lasciami andare
in cuori di ghiaccio
mantengono promesse
sulle punte di scarpe griffate
danzano l'apocalypso
art by::davor bakara
on air/kunek::coma
mantengono promesse
sulle punte di scarpe griffate
danzano l'apocalypso
art by::davor bakara
on air/kunek::coma
17 dicembre 2006
pomiparlanti & faterosicone
c'erano una volta
un seme sul prato
il caso in agguato
un corvaccio s'un ramo
di molto affamato
e i corvi si sa, distruggono i semi col loro becco ignorante, e mentre l'oscuro volatile spiegava le ali per planare giù, un maialino selvatico parimenti digiuno, lo anticipò e ingoiò il seme tuttintero.
il giorno dopo il porcello pascolava tranquillo in una radura nel bosco quando all'improvviso gli scappò di fare cacca..
scelse un posticino niente male e via! in men che non si dica si liberò.
e insieme a tutto il resto c'era anche il piccolo seme, sano&salvo, quantunque puzzolente.
la terra grassa della radura unita al concime naturale, alla pioggia e al sole e alle vibrazioni d'ammore proprie del luogo, fecero sì che nascesse e crescesse la pianta più bella del bosco.
ma facciamo un passo indietro..
il maialino, ancora affamato il giorno che rubò il seme, continuando a girovagare per il bosco si ritrovò sul sentiero che portava a casa della strega turchina..
vogliamo fare insieme un altro passo indietro? massì facciamolo
la strega turchina in realtà non era sempre stata strega, un tempo stimata e benvoluta fata dei boschi, aveva presto commesso un unico ma terribile errore: quello d'innamorarsi del principe, figlio del sovrano del reame di ....
un brutto giorno, (per celestina, lapislazzuli, o come cavolo si chiamava!) il principe, caduto da cavallo, venne soccorso e curato da Egle.
Egle era una giovane e bella contadina dalla chioma corvina e gli occhi cilestrini e, come spesso succede in certe situazioni, i due prontamente si piacquero e s'innamorarono.
l'ancora fata, turchina per via dei capelli naturalmente, prese molto male la cosa e ancor più cieca d'amore per il giovane prence, uscì di senno.
così si rintanò nella sua casetta nei boschi a pensare e riflettere e tramare e leggere e studiare vecchi, polverosi manuali di magìa, finchè non ne uscì completamente trasformata nell'aspetto ma soprattutto nelle intenzioni.
così andò nel bosco in cerca di erbe rare e insetti, rospi e pipistrelli, acque di fonti maledette e funghi dalle strane proprietà, insomma una quantità di stranezze di natura presenti in quei luoghi in grande abbondanza.
tornata a casa, accese il fuoco sotto il pentolone e cominciò a preparare una pozione magica che avrebbe trasformato i due sventurati amanti in fattori di tragedie.
il terribile preparato della neo-strega avrebbe trasformato il figlio del loro amore in orrido mostro, terribile drago o assassino seriale, questo a turchina ancora non era completamente chiaro, così come non fu chiara la sua vista, essendo cieca d'amore, ricordiamo, nella lettura e interpretazione di quei libri tanto magici quanto ragnatelati.
fu così che scambiò le quantità degli ingredienti, mettendo infatti due prese di caccole d'occhio di pipistrello e solo una di funghetto gnè-gnè, sbagliò il tempo di cottura e addirittura girò e rigirò col mestolo in senso inverso a quello dovuto..
sbagliò la pronuncia della formula magica e sternutì spargendo nel pentolone milioni di germi felici come lemmings che precipitano in gaia compagnia.
e la pozione, come talvolta fanno le mayonnaises (ma anche le polente, credo), impazzì.
il risultato fu che la strega in erba dovette buttare tutto nel secchio dei rifiuti organici, quello del compost, appena fuor di casa.
a margine del sentiero..
il maialino, reso intrepido dalla fame si avvicinò quatto quatto e nottetempo frugò e grufolò tra l'immondizia contaminata dai patogeni della corizza e dalla pozione cialtrona.
il seme, nei visceri del giovane suino, si ritrovò immediatamente circondato ed immerso in un'atmosfera magica (un po' come quando entri all'olimpico durante l'inno di venditti), e si sentì subito diverso,
non più...
oppure meno...
differente. ecco.
la pianta cresciuta e pasciuta nella radura, nata da un seme fata-lmente modificato, cominciò a dare i suoi frutti.
erano pomi rossi più grandi, lucidi e presumibilmente dolci degli altri. chiunque passasse di lì, uomo o animale, era incantato alla vista di siffatte mele e nel tentativo di afferrarne una rimaneva agghiacciato nel sentire il frutto cominciare a parlare e dire cose irripetibili.
mele magiche parlanti.
ecco cosa aveva prodotto l'unione di un seme con l'errore umano, anzi, fatale.
"come se non bastassero gli uomini a dire scemenze", pensò turchina passando un giorno per la radura e rimanendo meno turbata degli altri, essendo lei abituata a misurarsi con cose soprannaturali.
così si allungò verso il ramo più vicino e, dopo aver afferrato la mela più rossa, lucente e impertinente dell'albero, diede un morso profondo.
d'improvviso gli uccellini smisero di cantare, nuvole grigie velarono il sole, un vento fresco si levò a scompigliare i capelli della strega, già improbabili nel colore.
un'improvvisa e invadente dolcezza si fece strada nella sua bocca e da lì si sparse moltiplicandosi per le membra e il corpo tutto, trasformandosi infine in un senso di diffusa bontà.
poi una specie di magìa fece sì che i capelli diventassero finalmente di un morbido biondo cenere, tanto di moda a quei tempi, al posto degli stracci un vestito di vago sapore vintage color prugna si materializzò, le guance lievemente arrossirono e le labbra lievitarono come in preda ad impeto siliconico. le scarpacce nere furono le uniche a mantenere una certa somiglianza, si modificarono appena prendendo le fattezze di lucidi anfibi, perfetti per gironzolare per boschi ma anche per pogare con un certo style ad un eventuale rave di folletti e gnomi.
le mele magiche parlavano, indicibili improperi, certo, ma solo per tenere lontani gli immeritevoli e i fifoni. gli scettici viceversa, che avessero avuto l'ardire di assaggiare il frutto cianciante sarebbero entrati in un magico mood di bellezza & bontà, kalòs kai agathòs, come diceva omero, intruppando agli spigoli e inciampando nel guinzaglio del suo cane per ciechi.
il frutto rendeva più buoni, forse per le vitamine, chissà, ma non tutti potevano mangiarne, perchè se tutti diventassero buoni, i cattivi che fine farebbero?
e senza un cattivo cui paragonarsi, chi potrà dire che sei davvero buono?
ma soprattutto per una questione di perpetuazione della specie
o per motivi evolutivi
perchè magari dall'unione di un buono e un cattivo viene fuori un giusto.
le mele magiche crescono per caso, per corvo e per maiale, in una radura nascosta nel bosco, se le mangi diventi buono, come la strega che adesso fa la pierre al congresso dei maghi o agli eventi al castello, sorride sempre e per tutti ha una parola gentile.
anche per Egle che, dopo quattro figli, ha mezz'ettaro di schiena coltivato a culo, e per il principe fedifrago, ormai abbrutito dal menàge, al quale riserva anche una strizzatina d'occhio.
le mele magiche, bimba mia, naturalmente non esistono, tantomeno le fate.
certi principi poi fan cose che è meglio lasciar stare.
chissà..forse conviene imparare a dosare meglio gli ingredienti.
chè i buoni a questo mondo non hanno vita facile, tantomeno così lunga.
on air/comaneci::our truth
un seme sul prato
il caso in agguato
un corvaccio s'un ramo
di molto affamato
e i corvi si sa, distruggono i semi col loro becco ignorante, e mentre l'oscuro volatile spiegava le ali per planare giù, un maialino selvatico parimenti digiuno, lo anticipò e ingoiò il seme tuttintero.
il giorno dopo il porcello pascolava tranquillo in una radura nel bosco quando all'improvviso gli scappò di fare cacca..
scelse un posticino niente male e via! in men che non si dica si liberò.
e insieme a tutto il resto c'era anche il piccolo seme, sano&salvo, quantunque puzzolente.
la terra grassa della radura unita al concime naturale, alla pioggia e al sole e alle vibrazioni d'ammore proprie del luogo, fecero sì che nascesse e crescesse la pianta più bella del bosco.
ma facciamo un passo indietro..
il maialino, ancora affamato il giorno che rubò il seme, continuando a girovagare per il bosco si ritrovò sul sentiero che portava a casa della strega turchina..
vogliamo fare insieme un altro passo indietro? massì facciamolo
la strega turchina in realtà non era sempre stata strega, un tempo stimata e benvoluta fata dei boschi, aveva presto commesso un unico ma terribile errore: quello d'innamorarsi del principe, figlio del sovrano del reame di ....
un brutto giorno, (per celestina, lapislazzuli, o come cavolo si chiamava!) il principe, caduto da cavallo, venne soccorso e curato da Egle.
Egle era una giovane e bella contadina dalla chioma corvina e gli occhi cilestrini e, come spesso succede in certe situazioni, i due prontamente si piacquero e s'innamorarono.
l'ancora fata, turchina per via dei capelli naturalmente, prese molto male la cosa e ancor più cieca d'amore per il giovane prence, uscì di senno.
così si rintanò nella sua casetta nei boschi a pensare e riflettere e tramare e leggere e studiare vecchi, polverosi manuali di magìa, finchè non ne uscì completamente trasformata nell'aspetto ma soprattutto nelle intenzioni.
così andò nel bosco in cerca di erbe rare e insetti, rospi e pipistrelli, acque di fonti maledette e funghi dalle strane proprietà, insomma una quantità di stranezze di natura presenti in quei luoghi in grande abbondanza.
tornata a casa, accese il fuoco sotto il pentolone e cominciò a preparare una pozione magica che avrebbe trasformato i due sventurati amanti in fattori di tragedie.
il terribile preparato della neo-strega avrebbe trasformato il figlio del loro amore in orrido mostro, terribile drago o assassino seriale, questo a turchina ancora non era completamente chiaro, così come non fu chiara la sua vista, essendo cieca d'amore, ricordiamo, nella lettura e interpretazione di quei libri tanto magici quanto ragnatelati.
fu così che scambiò le quantità degli ingredienti, mettendo infatti due prese di caccole d'occhio di pipistrello e solo una di funghetto gnè-gnè, sbagliò il tempo di cottura e addirittura girò e rigirò col mestolo in senso inverso a quello dovuto..
sbagliò la pronuncia della formula magica e sternutì spargendo nel pentolone milioni di germi felici come lemmings che precipitano in gaia compagnia.
e la pozione, come talvolta fanno le mayonnaises (ma anche le polente, credo), impazzì.
il risultato fu che la strega in erba dovette buttare tutto nel secchio dei rifiuti organici, quello del compost, appena fuor di casa.
a margine del sentiero..
il maialino, reso intrepido dalla fame si avvicinò quatto quatto e nottetempo frugò e grufolò tra l'immondizia contaminata dai patogeni della corizza e dalla pozione cialtrona.
il seme, nei visceri del giovane suino, si ritrovò immediatamente circondato ed immerso in un'atmosfera magica (un po' come quando entri all'olimpico durante l'inno di venditti), e si sentì subito diverso,
non più...
oppure meno...
differente. ecco.
la pianta cresciuta e pasciuta nella radura, nata da un seme fata-lmente modificato, cominciò a dare i suoi frutti.
erano pomi rossi più grandi, lucidi e presumibilmente dolci degli altri. chiunque passasse di lì, uomo o animale, era incantato alla vista di siffatte mele e nel tentativo di afferrarne una rimaneva agghiacciato nel sentire il frutto cominciare a parlare e dire cose irripetibili.
mele magiche parlanti.
ecco cosa aveva prodotto l'unione di un seme con l'errore umano, anzi, fatale.
"come se non bastassero gli uomini a dire scemenze", pensò turchina passando un giorno per la radura e rimanendo meno turbata degli altri, essendo lei abituata a misurarsi con cose soprannaturali.
così si allungò verso il ramo più vicino e, dopo aver afferrato la mela più rossa, lucente e impertinente dell'albero, diede un morso profondo.
d'improvviso gli uccellini smisero di cantare, nuvole grigie velarono il sole, un vento fresco si levò a scompigliare i capelli della strega, già improbabili nel colore.
un'improvvisa e invadente dolcezza si fece strada nella sua bocca e da lì si sparse moltiplicandosi per le membra e il corpo tutto, trasformandosi infine in un senso di diffusa bontà.
poi una specie di magìa fece sì che i capelli diventassero finalmente di un morbido biondo cenere, tanto di moda a quei tempi, al posto degli stracci un vestito di vago sapore vintage color prugna si materializzò, le guance lievemente arrossirono e le labbra lievitarono come in preda ad impeto siliconico. le scarpacce nere furono le uniche a mantenere una certa somiglianza, si modificarono appena prendendo le fattezze di lucidi anfibi, perfetti per gironzolare per boschi ma anche per pogare con un certo style ad un eventuale rave di folletti e gnomi.
le mele magiche parlavano, indicibili improperi, certo, ma solo per tenere lontani gli immeritevoli e i fifoni. gli scettici viceversa, che avessero avuto l'ardire di assaggiare il frutto cianciante sarebbero entrati in un magico mood di bellezza & bontà, kalòs kai agathòs, come diceva omero, intruppando agli spigoli e inciampando nel guinzaglio del suo cane per ciechi.
il frutto rendeva più buoni, forse per le vitamine, chissà, ma non tutti potevano mangiarne, perchè se tutti diventassero buoni, i cattivi che fine farebbero?
e senza un cattivo cui paragonarsi, chi potrà dire che sei davvero buono?
ma soprattutto per una questione di perpetuazione della specie
o per motivi evolutivi
perchè magari dall'unione di un buono e un cattivo viene fuori un giusto.
le mele magiche crescono per caso, per corvo e per maiale, in una radura nascosta nel bosco, se le mangi diventi buono, come la strega che adesso fa la pierre al congresso dei maghi o agli eventi al castello, sorride sempre e per tutti ha una parola gentile.
anche per Egle che, dopo quattro figli, ha mezz'ettaro di schiena coltivato a culo, e per il principe fedifrago, ormai abbrutito dal menàge, al quale riserva anche una strizzatina d'occhio.
le mele magiche, bimba mia, naturalmente non esistono, tantomeno le fate.
certi principi poi fan cose che è meglio lasciar stare.
chissà..forse conviene imparare a dosare meglio gli ingredienti.
chè i buoni a questo mondo non hanno vita facile, tantomeno così lunga.
on air/comaneci::our truth
15 dicembre 2006
è solo un giro di do (ma me ce 'ntruppo..)
1968::la memoria libera::fermati non guardare::aliante e sono quattro rasoiate acustiche che aprono l'anima recidendo di netto ogni resistenza, ogni tensione, in un crescendo di armonie scarnificate, dove e quando ancora possibile. alla disarmante raffinatezza dei testi, anch'essi essenziali, si accompagna una voce infine matura ma ancora ruvida, per fortuna. una voce rock vera, autentica, che può anche permettersi il lusso di cantare ballate irlandesi rallentate e incupite come nessuno mai, e canzoni popolari romane.
il set acustico di filippo gatti al tumbler è un concerto familiare, per una cinquantina di persone contente di essere lì, attente ed infine emozionate. profondamente colpite dalla bellezza semplice delle canzoni del nuovo disco (in particolare rigenerazione suonata insieme a giorgio baldi), dagli arrangiamenti di quelle vecchie e dalla intensissima all along the leashore di david crosby. filippo densifica atmosfere con sapienza che infine alleggerisce con l'intro ad una splendida versione del cielo in una stanza in duetto con raffaella misiti, cantante degli acustimantico, con la profetica frase che dà il titolo al post ..il resto è solo un lungo, lunghissimo applauso.
il set acustico di filippo gatti al tumbler è un concerto familiare, per una cinquantina di persone contente di essere lì, attente ed infine emozionate. profondamente colpite dalla bellezza semplice delle canzoni del nuovo disco (in particolare rigenerazione suonata insieme a giorgio baldi), dagli arrangiamenti di quelle vecchie e dalla intensissima all along the leashore di david crosby. filippo densifica atmosfere con sapienza che infine alleggerisce con l'intro ad una splendida versione del cielo in una stanza in duetto con raffaella misiti, cantante degli acustimantico, con la profetica frase che dà il titolo al post ..il resto è solo un lungo, lunghissimo applauso.
13 dicembre 2006
..mette il dito qua sotto
domani sera al tumbler di san lorenzo, c'è filippo gatti che suona.
chi vuol venire con noi..
foto::yakanama
10 dicembre 2006
(pillow) fight club
mezza goccia a volte è più potente di un bicchiere intero, omeopaticamente parlando, e sarà la malattia, ma sono diventato più sensibile alle armonie semplici, magari chitarra, voce e pochi fronzoli, piuttosto che ai prodotti perfetti, intendendo con questo certo lo-fi studiato ad arte.
questo penso sentendo "I believe in a few things" di matan in streaming, il primo pezzo sul suospazio..
poi arrivo a "the stone", la terza traccia, e quello che lui definisce folk diventa jazz tinteggiato di pop, dove emergono le tante sfumature vocali del giovane romano.
poi leggo che calvino e gadda sono tra i suoi scrittori preferiti, scopro che è stato uno degli organizzatori della battaglia dei cuscini di primavera, combattutasi a roma quest'anno in trastevere, infine questa sua coraggiosa mail in risposta alla redazione del costanzosciò..
ce n'è a sufficenza per una segnalazione su questo blog, in bocca al lupo matan.
questo penso sentendo "I believe in a few things" di matan in streaming, il primo pezzo sul suospazio..
poi arrivo a "the stone", la terza traccia, e quello che lui definisce folk diventa jazz tinteggiato di pop, dove emergono le tante sfumature vocali del giovane romano.
poi leggo che calvino e gadda sono tra i suoi scrittori preferiti, scopro che è stato uno degli organizzatori della battaglia dei cuscini di primavera, combattutasi a roma quest'anno in trastevere, infine questa sua coraggiosa mail in risposta alla redazione del costanzosciò..
ce n'è a sufficenza per una segnalazione su questo blog, in bocca al lupo matan.
8 dicembre 2006
one (love)
la one è l'ennesima net label che, proprio perchè vive in rete, risulta poco condizionata da distanze geografiche. gli artisti che promuove provengono un po' da tutte le parti del globo, e quel che li accomuna, oltre l'amore per la musica elettronica, è la CC con la quale licenziano i rispettivi lavori.
arivai a conoscerla, non mi ricordo grazie a quali strani giri, già più di un anno orsono quando mise in download libero il bellissimo cold reflect di paranerd, ora plosive riunisce in un unico album i suoi remix di singoli dei musicisti più apprezzati di questa etichetta americana. da sentire e perdersi in milioni di bit...
on air/paranerd::caught your tumble
6 dicembre 2006
canzoni dalla svezia
cake on cake è la band della 25enne helena sundin. nata e cresciuta in svezia, suona diversi strumenti fin dall'infanzia, periodo al quale resta insolubilmente legata, almeno stando alle copertine dei suoi dischi e alla grafica del suo sito. anche gli arrangiamenti sono molto semplici, evolvendosi attorno ad un unica linea melodica con un pianoforte delicato ed infantile, flauti e la sua voce che si sdoppia e si rincorre.
cake on cake è un solo-project ma gli amici talvolta la aiutano con gli strumenti che lei non può suonare.
helena suona, registra e produce la sua musica da sola nella sua casa.
ascoltatela a riposo, è un'ottima colonna sonora per prendersi una pausa, un po' come sta facendo questo inverno che da queste parti proprio non ne vuol sapere..
on air/
cake on cake::lonely song
cake on cake::I see no stars
5 dicembre 2006
let the children play
nel corridoio della scuola ogni bambino ha il suo attaccapanni contrassegnato non dal suo nome ma da una figurina adesiva.
appendono il cappotto su un piccolo leone o una ranocchia, lasciano le sciarpette su una nave o un aereoplano.
margherita è una barchetta.
margherita non è dolce come il suo nome.
una mamma ancora troppo giovane e papà spesso fuori per lavoro. quando la pediatra decise che era ora di toglierle il ciuccio, nacque suo fratello a sottrarre le attenzioni di cui aveva ancora tanto bisogno.
prepotente e a volte anche violenta con i compagni, bugiarda e manipolatrice con genitori e maestre.
un venerdì fu l'ultimo giorno di scuola per lei, trasferendosi il padre in un'altra città e insieme a lui l'intera famiglia.
-margherita, saluta tutti i tuoi compagni..- la invitò la madre
-non li vedrò mai più, vero mamma?- riuscì a chiedere margherita prima di abbandonarsi ad un pianto via via sempre più disperato, come solo i bambini riescono a fare.
nel corridoio della scuola, oltre l'orario d'entrata, c'è sempre un bambino accompagnato da un padre, una madre o un nonno trafelato, arrivati in ritardo.
ogni mattina quel bambino appende gli abiti sulla sua figurina dell'attaccapanni e gli dispiace un sacco di vedere una barchetta
da sola
in balìa di un mare agitato di cappottini e sciarpette.
dedicata a sofia che ogni giorno m'insegna qualcosa
kama::ostello comunale
appendono il cappotto su un piccolo leone o una ranocchia, lasciano le sciarpette su una nave o un aereoplano.
margherita è una barchetta.
margherita non è dolce come il suo nome.
una mamma ancora troppo giovane e papà spesso fuori per lavoro. quando la pediatra decise che era ora di toglierle il ciuccio, nacque suo fratello a sottrarre le attenzioni di cui aveva ancora tanto bisogno.
prepotente e a volte anche violenta con i compagni, bugiarda e manipolatrice con genitori e maestre.
un venerdì fu l'ultimo giorno di scuola per lei, trasferendosi il padre in un'altra città e insieme a lui l'intera famiglia.
-margherita, saluta tutti i tuoi compagni..- la invitò la madre
-non li vedrò mai più, vero mamma?- riuscì a chiedere margherita prima di abbandonarsi ad un pianto via via sempre più disperato, come solo i bambini riescono a fare.
nel corridoio della scuola, oltre l'orario d'entrata, c'è sempre un bambino accompagnato da un padre, una madre o un nonno trafelato, arrivati in ritardo.
ogni mattina quel bambino appende gli abiti sulla sua figurina dell'attaccapanni e gli dispiace un sacco di vedere una barchetta
da sola
in balìa di un mare agitato di cappottini e sciarpette.
dedicata a sofia che ogni giorno m'insegna qualcosa
kama::ostello comunale
4 dicembre 2006
beati gli ultimi
il cardiologo ebbe un infarto, all'oncologo scoprirono un cancro e il fabbro, più fortunato, si diede una martellata su un dito.
il ciabattino dalle scarpe buche pestò una merda e si sentì quasi sollevato.
tre mesi dopo che enrico di sporcoimpossibile mi ha chiesto cosa pensassi de eildentroeilfuorieilbox84 posso rispondere..
energia subito manifesta, grott-rock (autodefinizione), intelligente ma non immediatamente intellegibile, muscolari, potenti anche se in pieno controllo e dal vivo spaccano!!
quando mercoledì scorso, dopo aver indossato cuffie e occhialetti hanno presentato l'ultimo pezzo urlando "nuoto liberooo!" col pugno alzato, io e paolino patanè (compagnucci di piscina all'hobby club), c'ha scossi un brivido.
volume appallaaaa!
box84::buchi rosa
il ciabattino dalle scarpe buche pestò una merda e si sentì quasi sollevato.
tre mesi dopo che enrico di sporcoimpossibile mi ha chiesto cosa pensassi de eildentroeilfuorieilbox84 posso rispondere..
energia subito manifesta, grott-rock (autodefinizione), intelligente ma non immediatamente intellegibile, muscolari, potenti anche se in pieno controllo e dal vivo spaccano!!
quando mercoledì scorso, dopo aver indossato cuffie e occhialetti hanno presentato l'ultimo pezzo urlando "nuoto liberooo!" col pugno alzato, io e paolino patanè (compagnucci di piscina all'hobby club), c'ha scossi un brivido.
volume appallaaaa!
box84::buchi rosa
grey anatomy (nulla è solo bianco o nero)
ho finalmente preso consapevolezza che le mie difficoltà relazionali affondano le loro radici essenzialmente nello scarto culturale esistente, quando il mio interlocutore, dopo dotta citazione durante una dissertazione sulle possibili implicazioni viscerali nelle lombalgie mi ha chiesto.."e chi sarebbe il dottor house?"
il fegato è nobile e ancora misterioso nelle sue molteplici funzioni biologiche e metaboliche, molte delle quali ancora non perfettamente conosciute.
le relazioni che il rene stringe con l'intero organismo lo rendono decisamente imprescindibile, dell'importanza di cervello o cuore è quasi inutile parlare.
di tanti organi perchè così coglione?
nell'aria due cose bellissime
E42::ex flowback
giuliano dottori::alibi
grazie a brassy per quest'ultimo
upgrade..prossime merende con nuovi compagni
il fegato è nobile e ancora misterioso nelle sue molteplici funzioni biologiche e metaboliche, molte delle quali ancora non perfettamente conosciute.
le relazioni che il rene stringe con l'intero organismo lo rendono decisamente imprescindibile, dell'importanza di cervello o cuore è quasi inutile parlare.
di tanti organi perchè così coglione?
nell'aria due cose bellissime
E42::ex flowback
giuliano dottori::alibi
grazie a brassy per quest'ultimo
upgrade..prossime merende con nuovi compagni
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