Ci fu un tempo in cui sull'appennino era niente pioggia, terra e pietre che piegavano schiene forti, niente contadini buoni, il vino aspro. Lui nacque lì, in quel momento, senza sapere che un'altra guerra sarebbe presto arrivata. Sua madre aveva sempre un rosario nella mano, uno schiaffo pronto nell'altra, crescendo comprese subito il vero motivo che aveva spinto suo padre a morire volontario in Spagna, lui intanto imparava a muovere i suoi primi passi malfermi. Mentre promettevano da un balcone romano di spezzare le reni alla Grecia, la vita di sua madre si spezzò perchè un somaro riluttante aveva deciso che il peso della donna, quel pomeriggio caldo ed assolato, era davvero insopportabile. L'animale la guardò rotolare come un fagotto, una palla di stracci giù per il dirupo, la fissò con grandi occhi umidi, contornati di muco e mosche, poi tornò al fresco della stalla. Fu così che le campagne conobbero i passi scalzi di un bambino rimasto solo. Nel paese c'era ancora una zia, attempata signora senza figli e col marito in terra d'Albania, un seno forte dove rifugiarsi e un piatto caldo di minestra alla sera, mentre di giorno le suore provvedevano ad un po' di pane, insegnargli a leggere, scrivere e far di conto. Ma le preghiere erano estenuanti. Molto meglio fare compagnia a quelli fuggiti sulle montagne, quelli che il militare non lo avevano voluto fare, quelli che al ritorno dalle campagne d'Africa e di Russia non sapevano più chi fossero, quelli che avrebbero preferito combattere fascisti e nazisti, ai quali invece gli inglesi avevano ordinato di restare nascosti e temporeggiare. Ogni settimana qualcuno di loro scendeva in prossimità del paese, in luoghi segreti e convenzionati ricevevano dai familiari un po'di cibo, una bottiglia di vino, una lettera. Il bimbo li incontrò per caso un pomeriggio, mentre vagava distante dal monastero, parlò con uno di loro e si fecero vicendevolmente simpatia. Ogni settimana anche lui in segreto, condivideva la paura di essere scoperto, per stare insieme un po' con quello che sarebbe pure potuto essere suo padre. (continua, forse.)
on air/violent femmes::gone daddy gone
27 giugno 2005
24 giugno 2005
quo vadis?
non ho parenti, radici o altro lì, l'ho conosciuto per caso, diciamo pure che ci siamo scelti. le mie vacanze in un posto forse come tanti altri, ma non per questo un luogo banale, tutt'altro.
castelguidone è un paesino tra l'abruzzo ed il molise, di confine, da quando hanno diviso le due regioni. 800 metri di altezza sul mare, 1/2 ora di auto dal mare, sconosciuto e pieno di sorprese. verde, che sa di buono, di "ancora esistono posti così?" un vino contadino da un euro la bottiglia che incanta. a castelguidone si arriva da un lungo rettifilo. in agosto per la festa di rifondazione comunista, il concerto dei ronin in piazza. tornando dal mare, l'ultima curva, e in fondo alla strada una falce&martello gigantesca e rossa che m'appare, come nei migliori sogni rivoluzionari. un mojito con la yerbabuena (*) locale e quando comincia il concerto con questo pezzo sono di un altro pianeta. dopo un paio d'ore, confuso tra giovani squatters, contadini e vecchi operai, mi siedo ad un tavolo a bere un bicchiere di vino, raggiunto dalla band che ha appena finito di suonare e che vuole sapere se mi è piaciuto il concerto. strane mescolanze di gente e bevande, bella la musica..e che luna lassù.
(*) la mentuccia
castelguidone è un paesino tra l'abruzzo ed il molise, di confine, da quando hanno diviso le due regioni. 800 metri di altezza sul mare, 1/2 ora di auto dal mare, sconosciuto e pieno di sorprese. verde, che sa di buono, di "ancora esistono posti così?" un vino contadino da un euro la bottiglia che incanta. a castelguidone si arriva da un lungo rettifilo. in agosto per la festa di rifondazione comunista, il concerto dei ronin in piazza. tornando dal mare, l'ultima curva, e in fondo alla strada una falce&martello gigantesca e rossa che m'appare, come nei migliori sogni rivoluzionari. un mojito con la yerbabuena (*) locale e quando comincia il concerto con questo pezzo sono di un altro pianeta. dopo un paio d'ore, confuso tra giovani squatters, contadini e vecchi operai, mi siedo ad un tavolo a bere un bicchiere di vino, raggiunto dalla band che ha appena finito di suonare e che vuole sapere se mi è piaciuto il concerto. strane mescolanze di gente e bevande, bella la musica..e che luna lassù.
(*) la mentuccia
22 giugno 2005
acque torbide
wanda: "..hai un'altra...?"
gerardo: "eh?..nonnò..macquandomai..chettisalta in mente no no sicuramente no!"
wanda: "sei scemo?..hai un'altra di quelle larve di mosca disidratata nascosta tra i sassolini colorati? ..è che oggi ho una fame.."
gerardo: "..fiuuu!..certamente che ce l'ho, mio UNICO amore.."
gerardo: "eh?..nonnò..macquandomai..chettisalta in mente no no sicuramente no!"
wanda: "sei scemo?..hai un'altra di quelle larve di mosca disidratata nascosta tra i sassolini colorati? ..è che oggi ho una fame.."
gerardo: "..fiuuu!..certamente che ce l'ho, mio UNICO amore.."
19 giugno 2005
de sogni e de cortello
"hai un'altra?"
mi chiese senza preavviso. Una domanda del genere andrebbe preparata adeguatamente, non dico con una cena a lume di candela come una dichiarazione d'amore, quando si chiede la sua mano, ma visto che introduce una domanda così perentoria, almeno con un sorso di qualcosa di forte, seduti, stabili. Appena tornato dal traffico/lavoro/traffico con un paio di pause caffè/cornetto/caffè corretto nel corso di una giornata come troppe, una domanda del genere sparatami a venti centimetri dal viso al posto di un bacio ristoratore mi lasciò di stucco.
"..allora? ti ho chiesto se c'è un'altra donna, non è difficile..sì o no?"
Riuscii a pensare in una frazione di secondo a Rita, la mia collega sistemista, quella che riusciva con la stessa disinvoltura a far funzionare una rete locale e sedurre i colleghi, quella volta che si sedette alla mia postazione a smanettare da riga di comando spiegandomi inutilmente come pingare un IP per monitorare il funzionamento del network. Lo scarto tra la maglietta aderente e la gonna evidenziava a cascata una pelle ancora ambrata malgrado si fosse in autunno inoltrato, due fossette ai lati del sacro e un piccolo neo nero. Si discostava di mezzo centimetro dal bordo del perizoma che faceva capolino. Un profumo intenso rimase sulla mia sedia operativa ed attorno al monitor per un po' di tempo, anche il mouse sembrò rallentato per qualche giorno.
"..perchè non mi rispondi..?"
Così pressato non riuscii a far altro che pensare alla mia osteopata, Marie Sophie, francese e fascinosa, senza bisogno di abiti seducenti o make-up da artisti. Con la sua divisa sanitaria bianco paradiso. Era quanto di più prossimo al regno dei cieli si potesse immaginare quando le sue mani si posavano sulla mia schiena nuda, tutto si scioglieva, i miei tessuti, le mie tensioni, i miei dolori. Ed io, infine.
"..figlio di puttana, cosa dovrei pensare adesso..?"
Pensa pure quel che vuoi, io mi tuffo nel ricordo di quel bacio, l'unico. Eri incinta di sei mesi e il sesso tra noi era solo un ricordo. Tu e quelle stronze delle tue zie a dirti che poi il bambino avrebbe corso dei rischi, inutile che la ginecologa ti rassicurasse.."signora, non ci sono avvisaglie di sofferenze di nessun genere. Va tutto benissimo, e non ha minacce d'aborto..faccia la sua vita, lei insieme a suo marito." Tutto inutile, talvolta valgono più vecchie credenze, feticci e superstizioni che il buon senso supportato dalla conoscienza. Incontrai per caso Angelica, la vecchia fiamma mai sopita, la mia with or without you (i can't live), un caffè insieme da vecchi amici, la sua smorfia che tradiva un po' d'invidia ed un pizzico di gelosia nei tuoi confronti. "..allora ciao, teniamoci in contatto, non ci perdiamo di vista.." poi un abbraccio, stretto, e gli occhi ad incontrarsi ancora, come una volta, e come una volta l'automatismo di un bacio impossibile da controllare. Un bacio, uno solo, poi un fremito di consapevolezza che ci scuote entrambi costringendoci al distacco, "teniamoci in contatto"..che fosse impossibile lo sapevamo tutti e due. Credo mi si fosse disegnato una specie di sorriso sulla faccia al momento dell' urlo:
"..sei un bastardooo!!"
Mi risuona ancora l'insulto nella testa, mi strappa ai ricordi ed alle immagini di quelle donne che non ho mai avuto. Mi riporta alla realtà quel grido, i miei sensi riprendono quota e vedo la lama che riluce, sento l'odore della sua adrenalina e del mio istantaneo terrore, sento il rumore sordo di un colpo secco, osso che cede, sangue che sprizza, provo dolore, cado, poi più nulla.
mi chiese senza preavviso. Una domanda del genere andrebbe preparata adeguatamente, non dico con una cena a lume di candela come una dichiarazione d'amore, quando si chiede la sua mano, ma visto che introduce una domanda così perentoria, almeno con un sorso di qualcosa di forte, seduti, stabili. Appena tornato dal traffico/lavoro/traffico con un paio di pause caffè/cornetto/caffè corretto nel corso di una giornata come troppe, una domanda del genere sparatami a venti centimetri dal viso al posto di un bacio ristoratore mi lasciò di stucco.
"..allora? ti ho chiesto se c'è un'altra donna, non è difficile..sì o no?"
Riuscii a pensare in una frazione di secondo a Rita, la mia collega sistemista, quella che riusciva con la stessa disinvoltura a far funzionare una rete locale e sedurre i colleghi, quella volta che si sedette alla mia postazione a smanettare da riga di comando spiegandomi inutilmente come pingare un IP per monitorare il funzionamento del network. Lo scarto tra la maglietta aderente e la gonna evidenziava a cascata una pelle ancora ambrata malgrado si fosse in autunno inoltrato, due fossette ai lati del sacro e un piccolo neo nero. Si discostava di mezzo centimetro dal bordo del perizoma che faceva capolino. Un profumo intenso rimase sulla mia sedia operativa ed attorno al monitor per un po' di tempo, anche il mouse sembrò rallentato per qualche giorno.
"..perchè non mi rispondi..?"
Così pressato non riuscii a far altro che pensare alla mia osteopata, Marie Sophie, francese e fascinosa, senza bisogno di abiti seducenti o make-up da artisti. Con la sua divisa sanitaria bianco paradiso. Era quanto di più prossimo al regno dei cieli si potesse immaginare quando le sue mani si posavano sulla mia schiena nuda, tutto si scioglieva, i miei tessuti, le mie tensioni, i miei dolori. Ed io, infine.
"..figlio di puttana, cosa dovrei pensare adesso..?"
Pensa pure quel che vuoi, io mi tuffo nel ricordo di quel bacio, l'unico. Eri incinta di sei mesi e il sesso tra noi era solo un ricordo. Tu e quelle stronze delle tue zie a dirti che poi il bambino avrebbe corso dei rischi, inutile che la ginecologa ti rassicurasse.."signora, non ci sono avvisaglie di sofferenze di nessun genere. Va tutto benissimo, e non ha minacce d'aborto..faccia la sua vita, lei insieme a suo marito." Tutto inutile, talvolta valgono più vecchie credenze, feticci e superstizioni che il buon senso supportato dalla conoscienza. Incontrai per caso Angelica, la vecchia fiamma mai sopita, la mia with or without you (i can't live), un caffè insieme da vecchi amici, la sua smorfia che tradiva un po' d'invidia ed un pizzico di gelosia nei tuoi confronti. "..allora ciao, teniamoci in contatto, non ci perdiamo di vista.." poi un abbraccio, stretto, e gli occhi ad incontrarsi ancora, come una volta, e come una volta l'automatismo di un bacio impossibile da controllare. Un bacio, uno solo, poi un fremito di consapevolezza che ci scuote entrambi costringendoci al distacco, "teniamoci in contatto"..che fosse impossibile lo sapevamo tutti e due. Credo mi si fosse disegnato una specie di sorriso sulla faccia al momento dell' urlo:
"..sei un bastardooo!!"
Mi risuona ancora l'insulto nella testa, mi strappa ai ricordi ed alle immagini di quelle donne che non ho mai avuto. Mi riporta alla realtà quel grido, i miei sensi riprendono quota e vedo la lama che riluce, sento l'odore della sua adrenalina e del mio istantaneo terrore, sento il rumore sordo di un colpo secco, osso che cede, sangue che sprizza, provo dolore, cado, poi più nulla.
18 giugno 2005
la saga dell'anello (e relative catene)
Libri che possiedo nella biblioteca. le librerie sono tutte piene, a casa, a studio e a casa dei miei, quanti libri vi alberghino non saprei dire.
Ultimo libro che ho comprato. un libro di fiabe di gianni rodari da leggere a sofia.
Libro che sto leggendo ora. "pastoralia" di saunders.
Tre libri che consiglio ad altri blogger e perchè. "54" di wu ming perchè di solito le cose belle durano poco, 666 pagine inevitabilmente vogliono del tempo. un classico, "quer pasticciaccio brutto de via merulana" di carlo emilio gadda, perchè la lingua italiana non è un'opinione. uno straniero, tom robbins e la sua "natura morta con picchio" perchè quello del bombarolo è un tema che m'affascina sempre.
A chi passo il testimone. a chiunque voglia raccoglierlo, anzi ad un anonimo, cui darò spazio sul mio blog..
Ultimo libro che ho comprato. un libro di fiabe di gianni rodari da leggere a sofia.
Libro che sto leggendo ora. "pastoralia" di saunders.
Tre libri che consiglio ad altri blogger e perchè. "54" di wu ming perchè di solito le cose belle durano poco, 666 pagine inevitabilmente vogliono del tempo. un classico, "quer pasticciaccio brutto de via merulana" di carlo emilio gadda, perchè la lingua italiana non è un'opinione. uno straniero, tom robbins e la sua "natura morta con picchio" perchè quello del bombarolo è un tema che m'affascina sempre.
A chi passo il testimone. a chiunque voglia raccoglierlo, anzi ad un anonimo, cui darò spazio sul mio blog..
17 giugno 2005
sognando da sveglio
ho amato molte canzoni di harvest di neil young, ma old man l'ho ancora nel cuore. aurgasm (orgasmo aureo?) posta questa cover di lizz wright e sale piano un odore dolce, di pioggia estiva.
on air/lizz wright::old man
on air/lizz wright::old man
16 giugno 2005
debianizzato (happy linux user)
diciamo che dopo qualche giorno di studio ho finalmente raggiunto la pace dei sensi tecnologica. è stabile come una roccia, bella, configurabile all'inverosimile e soprattutto, completamente libera: è la nuova debian 3.1 sarge, un sistema gnu/linux per puristi dell'open source, uno di quei gingilli tecnologici ostici all'inizio, fin dall'installazione senza fronzoli, ma che poi aprono una prospettiva diversa sull'uso di un computer. in verità già la mia prima esperienza con linux nel '97 era cominciata con debian, ma poi avevo desistito e virato verso una più amichevole mandrake. ora invece, causa acquisto nuovo hardware, mi ritrovo ad aver bisogno di qualcosa di affidabile, stable, come dicono nell'ambiente. comincio quindi con lo scaricare da uno degli immumerevoli mirrors debian, la versione minimale del disco di installazione, quello per la rete, ossia scarichi, masterizzi, riavvii il piccì col ciddirròm dentro, t'installa il minimo indispensabile per accedere alla rete, scegliere i pacchetti che comporranno il sistema e scaricarli ed installarli on line. così inizio con pochi pacchetti, quelli indispensabili e soprattutto unici, ovvero un solo programma di posta elettronica, un solo browser (firefox, of course), un editor di testi compatibile con microsoft word, uno strumento per masterizzare ed uno per ascoltare musica, invece della solita pletora di programmi a rallentare il boot ed occupare spazio prezioso su disco, messi lì solo per la curiosità di provarli tutti. una nota in favore di rhythmbox, sorta di clone di itunes per macOS; è semplice, potente e realizzato da un ragazzino di quindici anni, se avesse anche un mixer sarebbe davvero il numero uno. per i curiosi ma che hanno paura d'imbarcarsi in un'installazione su disco, qui s'è parlato di un livecd basato su debian, oppure per chi ha voglia di scaricare il meno possibile c'è questa damn small linux (linux dannatamente piccolo anch'esso di derivazione debian) che con soli 50 mega dà la possibilità di provare da ciddì la potenza e versatilità di una linux box minimale. felice smanettamento..
13 giugno 2005
bleeding quadrophenic
ogni giorno estasi
ogni movimento musica
arti disillusi spezzano contatti
deserti ed eremiti non cambiano mai
creature assetate del sangue dell'universo scivolano lungo i muri
districandosi dal filo spinato di una vita che non è come la volevano
terra mai promessa nè più conquistata
nel mare l'inizio nel ventre l'equilibrio
abbacinato dalle sue labbra lucide su,
sul cuore del mondo conosciuto,
sto invano a cercare paragoni.
on air/genesis::fly on a windshield
ogni movimento musica
arti disillusi spezzano contatti
deserti ed eremiti non cambiano mai
creature assetate del sangue dell'universo scivolano lungo i muri
districandosi dal filo spinato di una vita che non è come la volevano
terra mai promessa nè più conquistata
nel mare l'inizio nel ventre l'equilibrio
abbacinato dalle sue labbra lucide su,
sul cuore del mondo conosciuto,
sto invano a cercare paragoni.
on air/genesis::fly on a windshield
10 giugno 2005
power line (making minutes seem like days )
occhi dall'asilo degli spiriti
guardano oltre il fiume tra il piacere e la realtà
non sa del mare
scorre torbido di detriti e domande
in quali recessi si nasconde la follia
in quale deserto rinascere
rimbalza l'energia su un suolo umido di pioggia
assorbe il desiderio un corpo sotto il sole
simboli e segni scorrono sulla schiena
ho brividi fino alle colonne d'ercole della mia anima
on air/jane's addiction::ocean size
guardano oltre il fiume tra il piacere e la realtà
non sa del mare
scorre torbido di detriti e domande
in quali recessi si nasconde la follia
in quale deserto rinascere
rimbalza l'energia su un suolo umido di pioggia
assorbe il desiderio un corpo sotto il sole
simboli e segni scorrono sulla schiena
ho brividi fino alle colonne d'ercole della mia anima
on air/jane's addiction::ocean size
9 giugno 2005
4 sì perchè..
riporto la parte finale del post di vertigoz sul referendum, mi sembra che aldilà di ogni ragionevole dubbio sulla questione, e che ognuno può ancora nutrire, lui abbia ragione..e quindi diffondo.
"...Questo è uno dei referendum più importanti dagli anni ’70 e solo superficialmente può essere considerato un referendum sulla procreazione assistita. La domanda di fondo è:
"Decidiamo noi per te o decidi tu ? Sei un reghezzino immaturo e irresponsabile che ha bisogno dei consigli del signore biancovestito o ce la puoi fare anche da solo ? Se pensi che una cosa tu non la faresti devi impedire anche agli altri di farlo o gli riconosci il diritto di sbagliare ?"
Sono domande più importanti, ne converrete, del sì o no sulla procreazione assistita. La fecondazione eterologa riguarderà forse solo una ristretta minoranza di persone ma queste domande riguardano tutti.
"...Questo è uno dei referendum più importanti dagli anni ’70 e solo superficialmente può essere considerato un referendum sulla procreazione assistita. La domanda di fondo è:
"Decidiamo noi per te o decidi tu ? Sei un reghezzino immaturo e irresponsabile che ha bisogno dei consigli del signore biancovestito o ce la puoi fare anche da solo ? Se pensi che una cosa tu non la faresti devi impedire anche agli altri di farlo o gli riconosci il diritto di sbagliare ?"
Sono domande più importanti, ne converrete, del sì o no sulla procreazione assistita. La fecondazione eterologa riguarderà forse solo una ristretta minoranza di persone ma queste domande riguardano tutti.
8 giugno 2005
hasta la victoria, siempre!
è un'atmosfera irreale e calda quella che si respira ora nel quartiere. il funerale di un capotifoso romanista è accompagnato da non so quante mila persone giunte da tutta la città. la piazza prospicente la chiesa è affollatissima di bandiere, striscioni e sciarpe giallorosse, c'è però molto silenzio rotto di tanto in tanto da scrosci di applausi. ce ne sono quando esce dalla funzione il capitano insieme all'allenatore (chè di Bruno ce n'è uno e viene da Nettuno..Bruno Giordano non sei tu, mi spiace), quando altri capotifosi portano la bara sulle spalle, quando compaiono la moglie e la figlia. cori, per lui. millemila domande ronzano nella mia testa, le zittisco per rispetto e perchè mi piace questo sentire comune..anche se non mi piacciono i cori fascisti, la roma è trasversale, si sa, ma "boia chi molla.." non lo sopporto proprio.
I love you more than you will know
Qualche notiziola sul primo film visto in compagnia femminile alla tenera età di quindici anni. Nel 1967 il critico cinematografico Roger Elbert ebbe a dire che la colonna sonora de "Il laureato" era qualcosa di cui ci si sarebbe dimenticati presto. I produttori del film erano contrari alla scelta di Simon & Garfunkel, accettarono in cambio della sostituzione di Jeanne Moreau per Anne Bancroft. Scoprii che a 15 anni mi piacevano le quarantenni, anche a 30 mi piacevano le quarantenni, a 40 mi piacciono ancora le quarantenni...coerenza. Ecco, questo è il mio forte.
on air/the lemonheads::mrs. robinson
on air/the lemonheads::mrs. robinson
7 giugno 2005
verso est
Il suo collega mise la mano di taglio sugli occhi per ripararsi dagli ultimi raggi del sole ormai basso: "Hai mangiato?" chiese.
"Qualcosa...mia moglie mi ha preparato arancini e asparagi, mi prendo un caffè a Isernia e domattina a Termoli cornetto e caffellatte.."
"Buon viaggio allora, ci vediamo dopodomani.."
"Anche a te..ci vediamo."
Assaporò la sensazione di abbandonare il suolo caldo del Bus Terminal, infuocato da una intera giornata di sole, e salì sul suo mezzo.
Prima di togliere i ray-ban gettò uno sguardo dallo specchietto verso i passeggeri. Gli piaceva sapere che tipo di persone viaggiava insieme a lui, attraversando l'italia verso oriente. Voleva avere una rapida visione d'insieme, una sorta di istantanea da riportare alla mente una volta disteso nel suo letto, il mattino successivo.
La nonna e il nipotino già addormentato e spalmato su di lei, tre studenti con le occhiaie e i capelli sporchi, un operaio o un contadino forse, dalle mani grandi e la camicia a scacchi a contenimento, stentato, di un collo esageratamente taurino.
Difficile dire dove avesse imparato l'arte d'immaginare storie partendo dai piccoli particolari rubati in un'occhiata veloce. Tutti i conducenti possiedono la capacità di "leggere" in una frazione di secondo la situazione e reagire in tempo, per evitare un ostacolo, per non frenare bruscamente o solo per mantenere un'andatura fluida e costante. Lui, da quella lettura, ne cavava personaggi e trame.
La bella signora in quarta fila spompinava serena e sensuale un mottarello, con lo sguardo fisso attraverso il finestrino, case illuminate e tralicci sarebbero stati presto in movimento.
L'autista percepì netta l'invidia delle due suore sedute alla fila accanto, vogliose di gelato o di chissacosa.
Finalmente disteso nel suo letto, avrebbe cercato un momento di rilassamento totale, come quando si è ancora svegli ma il corpo è già addormentato. Fase ipnagogica, la chiamano, per lui, semplicemente, il momento in cui l'immagine si sarebbe articolata in un racconto, magari nella storia della giovane donna in fondo all'autobus, piccoli segni agli angoli della bocca, vestiti sgualciti, come una bella pianta dalle foglie assetate, intristite perchè la pioggia ancora non scende.
Affatto turbato di poter schiudere le labbra al bacio bugiardo delle apparenze, l'immagine si sarebbe mischiata con tutta la strada verso l'alba, avrebbe lasciato che nella sua mente si confondessero asfalto, volti, righe di mezzerìa, piccoli gesti, guardrail, il rallentare al casello dell'autostrada e i colori smorti dei vestiti dei viaggiatori, nella notte alla guida del suo pullman.
"So' lavorato 'na vita" sembrava avere scritto sulla fronte il vecchio seduto in mezzo, nella fila di sinistra. Essere lavorato da una vita, il volto allungato da rughe verticali, le cicatrici di una fatica inevitabile, il destino che alcuni si portano addosso, indossandolo con dignità.
La donna che lo osservava in silenzio, accanto a lui, guardò il cielo ormai rosso, poi l'orologio. Allora rilassò la fronte, perchè di sera, quando si riarmonizza la nostra ombra con i pensieri del giorno, questi, rapidi, ci si vanno a nascondere, pensò l'autista. Girò lo sguardo davanti a lui, tolse gli occhiali e accese il motore. Il tempo di scaldare meccanismi consueti poi la partenza, verso est, verso il suo racconto. finalmente.
4 giugno 2005
live at fancy moon
il jazz di bruno marinucci mi piace, e non solo perchè è un amico. è bravo, è di roma e voglio andare a sentirlo anche quando suona il blues.
on air/bruno marinucci quartet::reflections
CAB::love crazy
on air/bruno marinucci quartet::reflections
CAB::love crazy
don't believe the hype
faccio una macedonia di paure, speranze e sguardi rubati per la strada
un goccio di vita nuova
stille di sudore che cadono veloci e vecchie scarpe che ancora sono qui, con me.
pixel dopo pixel sbiadisce l'asfalto
e ridono ancora le mie unghie
graffiano ineffabili
sogni o realtà?
on air/amadou & mariam::sete djon ye
un goccio di vita nuova
stille di sudore che cadono veloci e vecchie scarpe che ancora sono qui, con me.
pixel dopo pixel sbiadisce l'asfalto
e ridono ancora le mie unghie
graffiano ineffabili
sogni o realtà?
on air/amadou & mariam::sete djon ye
1 giugno 2005
dirottamenti
* "Perso. Le mie indecisioni prevalgono sulla mia volontà, dovrei essere più in forma, più soddisfatto di me stesso, smettere di fumare, andare in palestra, sorridente con chi mi circonda, calmo, mangiare meglio, un automobilista paziente in un'auto più sicura, dormire di più e senza incubi, rimanere in contatto con i vecchi amici, ogni tanto un goccio assieme, interessarsi non innamorarsi, caritatevole, pagare con la carta di credito, mai uccidere farfalle o calpestare foglie, lavare la macchina il sabato pomeriggio, non più paura del buio nè delle mani sudate, basta spleen adolescenziale, niente di più così disperato, più niente di così infantile, con un ritmo lento, impossibile fuggire, desiderare cose che si possono acquistare, non più tempo di sogni, pneumatici che tengono meglio sul bagnato, un buon libro prima di addormentarmi, un vantaggioso tasso d'interesse, calmo, più in forma più soddisfatto, un animale in gabbia sotto antibiotici.
Il sasso nella mano di quel giovane della foto sul giornale. Il fuoco appiccato alle auto, il fumo dei lacrimogeni, quel ragazzo e le sue gambe leggermente piegate a cercare la forza per fuggire dopo aver lanciato. Vorrei essere quel sasso. Un sasso consapevole è una bella arma nelle mani della rivolta...non trova?" Rispose Mel alla domanda "Hai mai pensato a cosa vuoi realmente?" Il dottor Cooper l'aveva posta quasi a bruciapelo. La risposta aveva raggiunto lo scopo di far accavallare le gambe all'anziano medico, come a chiudersi. Resosi subito conto del gesto, il dottore prese tutta l'aria dell'universo e la lasciò uscire, libera, come un pesce che riesce a slamarsi. Riprese Mel "La sconvolge? Non mi aveva mai immaginato così? Eppure non sono calmo, né in forma, dormo poco e tendo ad isolarmi, evito di conoscere gente nuova per paura di dover tendere la mia mano invariabilmente sudata."
* attualmente fuori continuity in diNotte. irrequieto, intanto esce qui.
ispirato da "fitter happier::radiohead
on air/untitled::interpol
Il sasso nella mano di quel giovane della foto sul giornale. Il fuoco appiccato alle auto, il fumo dei lacrimogeni, quel ragazzo e le sue gambe leggermente piegate a cercare la forza per fuggire dopo aver lanciato. Vorrei essere quel sasso. Un sasso consapevole è una bella arma nelle mani della rivolta...non trova?" Rispose Mel alla domanda "Hai mai pensato a cosa vuoi realmente?" Il dottor Cooper l'aveva posta quasi a bruciapelo. La risposta aveva raggiunto lo scopo di far accavallare le gambe all'anziano medico, come a chiudersi. Resosi subito conto del gesto, il dottore prese tutta l'aria dell'universo e la lasciò uscire, libera, come un pesce che riesce a slamarsi. Riprese Mel "La sconvolge? Non mi aveva mai immaginato così? Eppure non sono calmo, né in forma, dormo poco e tendo ad isolarmi, evito di conoscere gente nuova per paura di dover tendere la mia mano invariabilmente sudata."
* attualmente fuori continuity in diNotte. irrequieto, intanto esce qui.
ispirato da "fitter happier::radiohead
on air/untitled::interpol
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